
Niscemi, intimidazioni alla giunta e il sindaco ipotizza le dimissioni
Niscemi, Caltanissetta - Quattro intimidazioni in pochi mesi stanno facendo traballare il comune di Niscemi, o meglio la sua giunta. Gli attacchi compiuti da ignoti sono stati diretti nei mesi scorsi al sindaco, al vice e all’assessore ai lavori pubblici. Il quarto attacco è arrivato ieri sera, quando 7 colpi di pistola sono stati sparati contro l’auto, per fortuna vuota, dell’assessore alla manutenzione, all’igiene e ai servizi cimiteriali, Giuseppe Giugno. L’auto si trovava parcheggiata sotto casa dell’assessore quarantenne a 100 metri dalla caserma dei carabinieri.
LE INTIMIDAZIONI - Nei mesi scorsi i cani del sindaco Francesco La Rosa, tenuti nella villa di campagna, erano stati avvelenati. Poi è toccato all’assessore ai lavori pubblici Carlo Attardi, che ha trovato una bottiglia incendiaria di fronte al portone di casa. Giuseppe Meli, assessore agli affari generali, cultura e legalità, ha subito il danneggiamento dell’auto. Insomma tutto fa pensare ad avvertimenti di tipo mafioso. Bisogna ricordare però che Niscemi non è un comune qualsiasi. Niscemi è il comune sul cui territorio circostante è prevista l’attivazione del MUOS, il mega sistema di telecomunicazione satellitare americano sicuramente non positivo per la salute dei cittadini contro il quale vi è un processo in corso vinto in primo grado dai NO MUOS, movimento spontaneo a tutela del territorio appoggiato a livello istituzionale solo dalla giunta comunale. Quasi nessun altro appoggio formale è arrivato da altre province, dalla Regione Sicilia o dallo stato.
LO SFOGO DEL SINDACO - Polizia e carabinieri intanto indagano ma brancolano ancora nel buio. Il sindaco La Rosa non è più disposto a tollerare lo stato di cose e il totale abbandono delle istituzioni dal prefetto alla Regione fino allo stato: «Se qualcuno pensava di intimidirci con gli attentati a me, agli assessori Attardi, Meli e Giugno – ha dichiarato il sindaco – ebbene c’è riuscito. Se c’è chi non ci vuole alla guida di questa città ce lo faccia sapere: io e i miei collaboratori siamo pronti a dimetterci. E’ ora che lo Stato si svegli e che si prenda cura di Niscemi, le cui grida di dolore sono rimaste per troppo tempo inascoltate.»
UNA SITUAZIONE INDEGNA - Parole chiaramente forti date dalla paura e da quel senso di impotenza che anche chi amministra le istituzioni sente quando viene toccato sul personale. Secondo il sindaco, «il movente di tante intimidazioni è l’attività amministrativa di questa giunta, che si costituisce parte civile ai processi contro vertici e gregari delle cosche mafiose e che fa della legalità e della trasparenza la propria bandiera.» Intanto il Consiglio comunale ha approvato quasi all’unanimità una dichiarazione di sostegno alla giunta. L’indignazione sale e vale la pena andare più a fondo in una questione complessa legata ad interessi intrecciati che la giunta di Niscemi sta palesemente osteggiando.
Domenico Pellitteri