
Nigeria, il Mend annuncia nuovi attacchi
Il 25 ottobre 2009 i guerriglieri avevano dichiarato di voler deporre le armi come tentativo di apertura e dialogo, ma nessun segnale positivo è venuto dal governo
di Sabina Sestu
“Tutte le imprese legate all’industria del petrolio nel Delta del Niger devono prepararsi ad un attacco a tutto campo, nulla sarà risparmiato le società dovranno sopportare il senso di colpa nel caso in cui il personale verrà danneggiato.” Con queste parole, affidate al web tramite un comunicato, il Mend annuncia la ripresa della guerriglia armata contro le multinazionali del petrolio e contro un governo corrotto e dittatoriale. E a tre giorni dall’annuncio del Mend la “Royal Dutch Shell” decide di ridurre le estrazioni di greggio dopo aver subito sabotaggi a diverse stazioni di pompaggio. L’azione non è stata comunque ancora rivendicata da nessuno dei gruppi armati presenti nella zona.
La Nigeria è uno dei paesi più poveri del pianeta, se non il più povero, non per mancanza di risorse e di materie prime, ma in quanto terra di conquista di società straniere che, grazie a un governo morbido e malleabile, depredano questo paese da anni. Il Mend ha come fine ultimo la lotta armata contro la degradazione e lo sfruttamento dell’ambiente naturale da parte delle multinazionali del petrolio. L’intento del movimento è quello di ottenere il controllo delle risorse petrolifere per riparare gli effetti collaterali che l’estrazione ha arrecato al paese, tra cui il fatto che la popolazione non ne ha mai avuto alcun beneficio, ricevendone in cambio solo un depauperamento del territorio e un forte inquinamento.
Due terzi della popolazione del paese vive con meno di 38 $ al mese, mentre le grandi ricchezze ottenute dalle risorse naturali arricchiscono le società straniere e il governo locale. Il danno arrecato alla popolazione è dato anche dal fatto che a causa dell’estrazione petrolifera molti nigeriani non hanno più potuto praticare l’attività di pesca e l’agricoltura, per loro vitali, riducendo in tal modo la speranza di sopravvivenza. Il Mend non è l’unico movimento che per anni ha lottato e lotta contro le ingiustizie che ancora subisce il popolo nigeriano. Ken Saro-Wiwa, l’attivista pacifista più famoso, è stato condannato a morte dal governo nigeriano e ucciso per impiccagione nel 1995; si pensa sia stato incastrato con false accuse con l’unico scopo di terminare la sua attività contraria agli interessi del governo e delle multinazionali.
Dopo la morte di Ken Saro-Wiwa si sono costituiti gruppi armati combattenti che si sono preparati alla guerriglia per far cessare quella che loro ritengono sia una schiavitù del loro popolo. Di fatto questa zona del pianeta è altamente militarizzata e gli attacchi e i sabotaggi dei guerriglieri hanno più volte costretto le compagnie petrolifere a ridurre le estrazioni e a negoziare con essi. Ci sono stati anche diversi casi di sequestri di personale delle multinazionali del petrolio, tra cui tre cittadini italiani.
Per le compagnie petrolifere e per il governo i movimenti di liberazione sono composti da criminali, ma per la popolazione locale essi sono gli eroi che riusciranno a liberarli dalla miseria, dalla schiavitù, dall’oppressione delle potenze economiche straniere e da un governo troppo lontano dai suoi interessi reali. Senza contare il fatto che dal 2009 il Niger è in mano ad un regime dittatoriale e ora che il Presidente Umaru Yar’Adua si trova in un ospedale arabo: ciò ha reso impossibile continuare il processo di pace con i ribelli, in quanto nessuna decisione importante può essere presa senza di lui. Per il Niger si prospettano mesi caldi.