
Navighi in internet? Mamma e papà ti controllano
Messo a punto un programma che consentirà di sapere cosa fanno i ragazzi nel web
Di Fabrizio Giona
ROMA – In tempi in cui il consumo di internet è aumentato in maniera spropositata, soprattutto tra i giovani, riaffiorano le paure dei genitori, troppo impegnati per vigilare o forse troppo poco esperti di computer.
È da questo presupposto che nasce SafetyWeb, il programma che da gennaio permetterà ai genitori di sapere tutto quello che i figli fanno su internet. Basterà che il genitore si registri e sottoscriva un abbonamento mensile, fornisca nome, cognome e data di nascita del ragazzino e subito SafetyWeb si metterà a lavoro: verificata l’identità della madre o del padre, comincerà a raccogliere tutti i dati di pubblico dominio. Verranno visualizzati siti visitati, materiale caricato o scaricato, chat frequentate, insomma tutta l’attività di navigazione nel web del minore.
Non si tratta quindi di un filtro applicato ad un computer per impedire che si navighi fra siti a luci rosse, tantomeno un blocco delle attività sulla Rete. «Il nostro è un sistema integrato a protezione dei minorenni, capace di guidare i genitori nel mondo di internet fornendo loro tutti gli strumenti necessari», spiega Geoffrey Arone, cofondatore di SafetyWeb. «Il sistema non si limita a controllare costantemente internet fornendo aggiornamenti quotidiani – continua Arone – ma indica cosa è pericoloso nel comportamento del minorenne, cosa lo espone a rischi inutili e come relazionarsi a lui per evitare entrambi».
Uno strumento sicuramente utile questo, che però sta già facendo discutere molto. Si riaprono i dibattiti sulla privacy dei ragazzi, sulla fiducia che meriterebbero e che in questo modo non viene data; ma si parla anche di responsabilità dei genitori, di patria potestà. Ed è di nuovo scontro tra due generazioni, sempre poco inclini al dialogo, al confronto. E mentre si discute, però, i giornali parlano. La cronaca racconta di vicende amare, di sogni infranti, di vite spezzate: ragazze violentate dopo un incontro con lo sconosciuto della chatt, umiliate e indotte al suicidio per un video osé pubblicato dall’ex fidanzato, ragazzini adescati da un pedofilo con profilo su uno dei tanti social network.
Un mondo quello di internet troppo complicato per tutti. In rete siamo solo numeri, contatti, codici html. Siamo tutti piccoli e senza età, bersagli pronti ad essere colpiti, con molta più facilità se siamo giovani incauti.