
#Napolitanoavita: l’hashtag lanciato da Grillo va alla grande
La messa in stato d’accusa del Presidente della Repubblica è già storia vecchia. Il comitato competente, infatti, ieri ha archiviato la richiesta del Movimento 5 Stelle. Gli otto pentastellati hanno votato contro l’archiviazione, i ventotto del Partito Democratico a favore, mentre i parlamentari di Forza Italia hanno lasciato l’aula al momento della votazione. Dario Stefano ed Ignazio La Russa, i quali ricoprono la carica di presidenti, non hanno votato.
LA PROTESTA SU TWITTER - Come era prevedibile, però , il leader spirituale del Movimento 5 Stelle Beppe Grillo non ha assistito a tale decisione senza dire nulla. E infatti, dal suo blog ha subito lanciato l’hashtag #Napolitanoavita che è entrato subito nella TT.
BASTA CON RE GIORGIO - «I sostenitori del M5S hanno subito detto la loro: Ma che ha fatto di male il popolo italiano per meritarsi #Napolitanoavita?»; «qualcuno gli dica che se si è dimesso un Papa, lo può fare tranquillamente anche lui»; «Ricordo ai distratti che monarchie finiscono tutte in una sola maniera. Ferro e sangue. #napolitanoavita poi non dite che non vi ho avvisato»; «I soliti politicanti fanno tante chiacchiere, ma quando si tratta di fare i fatti ci condannano al #Napolitanoavita», «neanche più gli ergastoli sono per sempre!(Durano max 30 anni) mentre re Giorgio da quanto tempo sta nei palazzi del potere?».
QUALCUNO AMA IL RE - C’è anche chi ha usato l’hashtag per difendere il Capo di Stato: «Meglio #Napolitanoavita che #berlusconiforever; senza di lui saremmo falliti!»; «#Napolitanoavita? non credo. Io prego di più perché non mi capiti un Beppe Grillo a vita»; «L’importante è dare la colpa a qualcun altro, e non pensare che forse è colpa nostra se le cose vanno male»; «magari #Napolitanoavita. Se tutti i cittadini fossero come il Presidente… », «Lamentatevi,ma lui voleva godersi i lavori per strada o le panchine al parco in santa pace chi l’ha costretto a restare?».
Giacomo Cangi
foto: intelligonews.it; qnm.it