
Mourinho chiama, Ranieri risponde: il capolavoro di Appio Claudio
Aggiunto da Francesco Guarino il 19/04/2010.
Tags della Galleria Calcio, Primo piano, Sport
Tags: appio claudio ranieri, atalanta, barcaccia, bologna, Borriello, capolavoro, Cassano, catania, curva sud, de rossi, derby, Eto'o, fantantonio, Francesco Guarino, inter, juventus, Lazio, lesa maestà, livorno, lotta salvezza, lupa, mago josè, maicon, maxi lopez, mourinho chiama, napoli, non succede ma se succede, Pazzini, playstation, pocho lavezzi, promossi e bocciati, questore roma, ranieri risponde, requiem, rocchi, roma, Serie A, siena, sissoko, testardo del testaccio, Totti, tre accoltellati, violenti scontri, Vucinic, wakeupnews, zaccaronte
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La Roma vince uno splendido derby, funestato da gravi incidenti in campo e fuori. Una Juventus coraggiosa (e in dieci) resiste per 75 minuti all’Inter. Milan ko a Genova, risorge il Napoli
di Francesco Guarino

Appio Claudio Ranieri
Per il tormentone calcistico dell’anno, i diritti d’autore li incasserà la Curva Sud dell’Olimpico. “Non succede, ma se succede…” è il modo scaramantico in cui i tifosi della Lupa cercano di esorcizzare i sortilegi di mago Josè da Setùbal. Forse non succederà, ma la Roma è ancora prima. Forse non succederà, ma, se dovesse succedere, nella capitale dovranno abbattere la Barcaccia ed erigere un monumento ad Appio Claudio Ranieri, autore di un capolavoro tattico di lesa maestà, che ha riportato il derby sulla sponda giallorossa del Tevere. L’Inter ha sudato più del previsto per avere la meglio di una delle Juventus più belle dell’anno. Il Milan, invece, con la sconfitta di Marassi finisce a -7 dalla Roma e dice addio ai sogni scudetto. Scintille in zona Champions, col Napoli che espugna il San Nicola e torna in corsa, mentre è già iniziato il requiem per il Livorno.
CORAGGIO E INCOSCIENZA – Il Questore di Roma aveva richiesto di anticipare alle 18.30 il derby, per prevenire incidenti e controllare meglio l’afflusso e il deflusso dei tifosi. L’aveva vista lunga: violenti scontri fuori dallo stadio sia prima che dopo il match, col tragico bilancio di tre accoltellati (uno grave, salvato da un intervento chirurgico alla carotide) e una donna tunisina sfuggita miracolosamente, assieme ai due figli, all’incendio della propria auto, generato dal lancio di petardi e fumogeni da parte degli pseudo-tifosi. In campo la tensione non è stata da meno: 10 cartellini gialli e uno rosso, con ben 8 romanisti ammoniti. Il nervosismo giallorosso affonda le radici nel primo tempo: gli uomini di Reja chiudono tutti gli spazi e vanno al riposo in vantaggio grazie al gol di Rocchi, che approfitta di una dormita colossale di Burdisso. Negli spogliatoi l’allenatore della Roma deve cambiare le carte in tavola e lo fa nel modo più clamoroso: fuori De Rossi e Totti, romani de Roma, e dentro Menez e Vucinic. «Sentivano troppo la partita, erano nervosi e già ammoniti» dirà alla fine Ranieri. Dopo due minuti dall’inizio della ripresa, la situazione precipita: Cassetti stende Kolarov ed è rigore per la Lazio. Floccari va sul dischetto, ma tira una sottospecie di mozzarella. Julio Sergio respinge e la Roma si trasforma. Taddei semina il panico in area laziale, si procura un altro rigore e Vucinic dagli 11 metri fredda Muslera. Altri dieci minuti ed è Menez a far vedere i sorci giallorossi alla difesa biancoazzurra: steso al limite dell’area. Va ancora Vucinic sul pallone, missile terra-aria che fulmina il portierino laziale e la bilancia dello scudetto torna a pendere verso la città eterna, per il nuovo +1 sull’Inter. Finale ad alta tensione: Ledesma si fa espellere, Radu rifila un calcio a Cassetti mentre va a festeggiare sotto la Sud, Totti fa il segno del pollice verso ai tifosi laziali. Esplode il caos sul prato e la rissa prosegue fin dentro gli spogliatoi. Spettacolo indecoroso e ora rischio squalifica del campo per la Roma, già recidiva per gli incidenti dei propri tifosi a Livorno.
JUVE, L’ORGOGLIO NON BASTA. MILAN, BYE BYE SCUDETTO – A San Siro la Juventus gioca probabilmente la miglior partita dell’anno: pressing alto, Diego in palla e Del Piero mobile e reattivo, sia sul fronte offensivo che su quello difensivo. Poi Sissoko rimedia due cartellini gialli in neanche 5 minuti ed al 35esimo la Juventus è già in dieci. ZacCaronte toglie Del Piero, ma la ghigliottinata alla storia bianconera non dà i frutti sperati. La Juve resiste con i denti fino al 30esimo della ripresa, quando Maicon inventa un gol da playstation e batte Buffon. Due minuti dopo il novantesimo, Samuel Eto’o chiude il conto: una bella iniezione di fiducia in attesa del Barcellona, martedì sera. La fiducia la perde definitivamente il Milan, che saluta le ultime ambizioni scudetto. Il vantaggio di Borriellotiene fino a quando Bonera non trancia Cassano in area: rigore ed espulsione. FantAntonio realizza, Mancini e Gattuso sprecano e al 92esimo Pazzini spedisce il Diavolo all’inferno. La Sampdoria è quarta da sola, anche perché il Palermo si salva a Cagliari solo nel terzo minuto di recupero (2-2), grazie al pareggio di baby-Hernandez. Batte un colpo il Napoli, che ritrova il Pocho Lavezzi, autore della doppietta vincente (2-1) a Bari. La prossima giornata ci dirà se per il quarto posto Champions sarà lotta a due o a quattro. In zona “nonfacciamocidelmale” pirotecnico 3-2 del Genoa a Parma.
RETROCESSIONE – A Spinelli non piace il termine requiem per la propria squadra: possiamo indoragli la pillola facendo risuonare Hell’s Bells degli AC/DC, ma il senso non cambia. Il Livorno è a 11 punti dalla salvezza, ne rimangono 12 in palio. Solo la matematica lo tiene in gioco, dopo il 2-0 di ieri a Verona col Chievo. La Fiorentina sembra essere già in vacanza e regala speranze all’Atalanta, che a Bergamo vince 2-1 sui toscani e alita sul collo del Bologna, quart’ultimo con solo due punti di vantaggio sugli orobici, dopo il pareggio di ieri con l’Udinese (24esimo gol per di Natale). È 2-2 tra Catania e Siena al Massimino: gli etnei sono quasi salvi, i toscani si aggrappano con le unghie alla serie A.
PROMOSSI E BOCCIATI – Avremmo voluto inserire tra i promossi Maxi Lopez: il suo arrivo a Catania a gennaio è stato vero il colpo del mercato di riparazione. Ben 8 gol in 13 partite, l’ultimo ieri. Sul 2-1, però, va dal dischetto per chiudere la partita e si divora il colpo del ko. Colpa della cliccatissima compagna Wanda Nara? Rimandato. Almeno fino a quando non ci presenta la moglie. La vera, indiscutibile promozione della giornata è tutta di Appio Claudio Ranieri: se fosse andato in mezzo alla Sud nell’intervallo e avesse detto “tolgo Totti e De Rossi”, del condottiero romano non sarebbe rimasta neppure l’armatura. Al rientro in campo, a fare la differenza sono proprio i rimpiazzi dei due idoli della tifoseria. E i gol li fa Vucinic, liberato dall’ingombrante presenza di un Totti in versione statua di sale incazzata. Il testardo del Testaccio ha fatto il capolavoro tecnico dell’anno. Stroncatura inevitabile per il secondo derby romano, quello giocato prima e dopo il novantesimo. Centinaia di tv collegate e miliardi di telespettatori in tutto il mondo per una (passateci il termine) figura di merda colossale. Tifosi invasati in tribuna, giocatori nervosi e indisciplinati in campo (Ledesma espulso per proteste da asilo nido, Totti che fa il gesto del pollice verso ed è molto meno divertente e opportunistico del “quattro, zitti e a casa” del Roma-Juve del 2004). Se Roma e Lazio saranno decimate dalle squalifiche, e non potranno giocare col supporto dei tifosi le ultime, decisive partite, sarà colpa del surriscaldamento della corteccia cerebrale di giocatori e tifosi stessi. Non c’è buco dell’ozono che tenga: più che la bocciatura, in giornate del genere ci vorrebbe una semplice verifica del Q.I degli interessati.