
Milleproroghe, millecritiche
Roma – E’ passato al Senato. Ieri, con 158 sì, 136 no e 4 astenuti, il decreto Milleproroghe potrà ora essere discusso anche alla Camera e forse approvato prima della sua scandenza ufficiale, il 27 febbraio prossimo.
Neppure a dirlo le polemiche sono tante, a partire dalle proroghe concesse ai partiti in materia di rimborsi elettorali. Ovvero, tutti i gruppi che hanno mancato la presentazione della domanda di restituzione entro i termini stabiliti si vedranno d’ufficio riaprire la pratica per il saldo del tributo. Sanatoria anche per le affissioni di cartelloni elettorali abusivi. Le multe sono depennate. Inoltre, rimane la cosiddetta tassa per i cinema (un sovrappiù da pagare sul prezzo del biglietto).
Inconsueto anche il disordine di voto prodotto dal Fli, il quale avrebbe dovuto schierarsi in blocco contro il decreto ma che, invece, si è sfaldato. Pasquale Viespoli, Mario Baldassarri, Maurizio Saia e Giuseppe Valditara hanno votato contro. Francesco Pontone si è astenuto mentre Giuseppe Menardi, Maria Ida Germontani, Egidio Digilio, Candido De Angelis e Barbara Contini non hanno partecipato alle votazioni.
Novità – viene introdotta di nuovo la social card la cui gestione, però, sarà affidata in fase sperimentale per un anno alle associazioni di carità.
Si prevede l’obbligo del foglio rosa anche per i conducenti di motorini e mini card e l’istituzione di una Giornata della memoria per le vittime del terremoto dell’Aquila e di tutti coloro che hanno perso la vita durante qualche calamità. Giorno previsto: 6 aprile.
Possibile anche la creazione di un “fondo unico a rotazione” in onore ai caduti per mafia e le vittime di estorsione ed usura.
Chantal Cresta