Michael Schumacher, l’ex medico della F1: «Prepariamoci al peggio»

Foto: insella.it

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Grenoble (Francia) – Continuano a essere giorni intensi a Grenoble. Sono quasi trascorsi tre mesi da quando Michael Schumacher si trova ricoverato presso l’Ospedale Universitario transalpino in stato di coma farmacologico a seguito della tremenda caduta dagli sci sulle nevi di Meribel. Lo stato fisico del sette volte campione del mondo continua a tenere alta la preoccupazione degli appassionati e della famiglia del tedesco che assistere permanentemente il proprio congiunto: se la moglie Corinna è una presenza fissa a Grenoble, i figli raggiungono il padre in Francia appena gli impegni scolastici lo permettono. Eppure negli ultimi giorni si sono susseguite drammatiche indiscrezioni sulle condizioni di salute di Michael Schumacher.

PREPARARSI AL PEGGIO - «Sarà bene prepararsi al peggio». È quello che ha detto Gary Harstein, ex capo dello staff medico della Formula 1, che intervistato dal Sun, ha ammesso come, seppur non avendo contatti diretti con l’équipe medica che segue Schumacher, attraverso fonti assolutamente affidabili sarebbe venuto a conoscenza di come i continui tentativi di risveglio sembrerebbero non funzionare. Il dottore americano ha sottolineato che i pazienti che hanno subito traumi come quello del tedesco e che conseguentemente si trovano ad affrontare un prolungato stato vegetativo «vivono per qualche mese, o pochi anni» e nella maggior parte dei casi muoiono di infezioni respiratorie o urinarie. Oltre al notevole calo di peso e della massa muscolare, a preoccupare in particolar modo il 59enne è la possibilità di atrofia che potrebbe colpire alcune parti del corpo vitali come il diaframma che ne gestisce la respirazione.

ERRORI NEI PRIMI SOCCORSI - Ma la colpa sarebbe da imputare a chi ha soccorso Schumacher sulla pista da sci. Scrivendo sul suo blog personale, il medico americano, ha accusato pesantemente primi soccorritori, che avrebbero perso tempo cruciale. Secondo Harstein, nonostante quello di Moutiers fosse stato l’ospedale più vicino alla pista, data la gravità dell’incidente, l’elicottero di soccorso avrebbe dovuto portare Schumacher direttamente al centro di Grenoble e non a Moutiers dove non c’è un’unità neurologica. Sempre secondo l’americano, nel trasporto a Grenoble è stata persa più di un’ora di tempo che probabilmente, ma è impossibile da appurare, avrebbe fatto la vera differenza.

LA FAMIGLIA SPERA NEL RISVEGLIO - Proprio a seguito delle illazioni di Harstein è arrivata una ferma risposta dalla famiglia, attraverso la portavoce Sabine Kehm che alla Bild ha sottolineato come i parenti e gli amici siano estremamente fiduciosi nel risveglio dell’ex ferrarista.

foto homepage: tuttogratis.it

Eleonora Ottonello
@lapisinha

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