
Mercato libero, bollette più care: il governo elimina ‘maggior tutela’
Il sistema della maggior tutela nel mirino di governo, liberisti e antitrust; ma il libero mercato non sempre è stato un vantaggio per i consumatori
Roma – Via il “servizio di maggior tutela”, ok alla liberalizzazione massima delle tariffe; così direbbe un disegno di legge del governo, ma a pagare l’accresciuta concorrenza sarebbero i cittadini che si vedrebbero appioppare bollette con rincari. Tutti sul mercato, allora, anche chi non vuole: una scelta che ha già sollevato proteste e che potrebbe non essere definitiva.
MAGGIOR TUTELA – Non tutti sono obbligati a porsi in regime di concorrenza; i cittadini, ma anche alcune piccole e medie imprese, possono scegliere di non scegliere. Per loro nessun fornitore del libero mercato, ma tariffe fissate dall’Autorità per l’energia e il gas; una via di mezzo, una sorta di tappa lungo un processo di completa liberalizzazione che si vorrebbe rendere completo, ma che evidentemente in Italia si protrae oltre i tempi che l’Europa e i governi si aspettavano.
LIBERALIZZAZIONE – Se tutti sono d’accordo – a parole – sul libero mercato, compresa la sinistra che è nata proprio per evitare che questo accada, le divisioni corrono su quando cancellare la maggior tutela e lasciare che la legge di domanda e offerta regoli il sistema in autonomia. Il confronto è proprio sul libero mercato: secondo la bozza della legge sulla concorrenza, l’eliminazione della maggior tutela dovrebbe attivarsi il 30 giugno 2015 per il mercato del gas e il 30 giugno 2016 per quello dell’elettricità; una tempistica che convince pochi, perché, ancora una volta, il dubbio è proprio sui tempi.
RISPARMIO O RINCARO? – A frenare gli entusiasmi governativi è Federconsumatori, che fa notare come il mercato non sia affatto maturo; e se l’Antitrust accelera, spingendo a una più marcata liberalizzazione del mercato, sono proprio i cittadini a segnalare cifre non proprio incoraggianti. Negli ultimi quattro anni, infatti, la spesa tipo di un cittadino fuori dal regime di maggior tutela si è accresciuta; se nel 2010 si poteva risparmiare più del 10%, oggi questo risparmio non raggiunge il 4%, rendendo ancor più appetibile la scelta di restare fuori dal mercato.
E DOMANI? – Il mercato prosegue verso la liberalizzazione e poco si potrà fare per fermarla; i problemi sono tali che anche l’Acer, l’agenzia europea, pur spingendo per la rimozione celere di questi vincoli, sembra rendersi conto dell’esistenza di un mercato non ancora maturo, sia da parte delle imprese, sia da parte dei cittadini. È un «mercato pieno di insidie per i consumatori – ha spiegato al Fatto quotidiano il vicepresidente di Federconsumatori Mauro Zanini – che sta tradendo le loro aspettative e ora richiede una vera svolta per ridare credibilità alla parola mercato e al concetto di concorrenza con vantaggi veri (e non svantaggi) per i consumatori». Renzi correrà anche su questo?
Andrea Bosio
@AndreaNickBosio