Mediatrade: Pier Silvio Berlusconi e Fedele Confalonieri condannati per frode fiscale

La Corte d'Appello di Milano ha ribaltato il verdetto di primo grado, condannando Pier Silvio Berlusconi e Fedele Confalonieri per frode fiscale sui diritti televisivi

berlusconi

La Corte d’Appello di Milano ha condannato Pier Silvio Berlusconi e Fedele Confalonieri per frode fiscali nell’ambito del processo Mediatrade (foto: calcioefinanza.it)

La Corte D’Appello di Milano ha condannato Pier Silvio Berlusconi e Fedele Confalonieri a un anno e due mesi, ritenendoli colpevoli, per quanto riguarda l’anno 2007, di frode fiscale sui diritti televisivi nell’ambito del processo Mediatrade. Per il 2006 è scattata la prescrizione, mentre per il 2008 i due imputati sono stati assolti  perchè «il fatto non è più previsto dalla legge come reato». I giudici hanno così ribaltato partziamente la sentenza del Tribunale di Milano, che nel luglio del 2014 aveva assolto da tutte le accuse entrambi gli imputati.

ACCOLTE IN PARTE LE RICHIESTE DEL PM -Accolta così la tesi del pm Fabio de Pasquale, che aveva chiesto alla Corte di valutare la «cecità volontaria» degli imputati in relazione al giro di diritti tv gonfiati, invitando pertanto i giudici a non «confondere  la bassa intensità del dolo con l’assenza di dolo». Quello della «compravendita dei diritti tv “gonfiati” – aveva affermato Di Pasquale – è un sistema di frode che dura da vent’anni» e sarebbe stato «un andazzo a cui Pier Silvio Berlusconi non riusciva a sottrarsi e che Fedele Confalonieri ha tollerato per anni».  La Corte ha tuttavia comminato pene ridotte rispetto a quelle richieste dall’accusa, che aveva chiesto di condannare Fedele Confalonieri, presidente di Mediaset, e Pier Silvio Berlusconi, vice presidente della società, rispettivamente  a tre anni e quattro mesi e a tre anni e due mesi.

ASSOLUZIONE CONFERMATA PER GLI ALTRI IMPUTATI – La Corte d’Appello di Milano ha invece confermato tutte le altre assoluzioni, compresa quella del produttore statunitense Frank Agrama, degli ex manager Giovanni Stabilini, Daniele Lorenzano e Gabriella Ballabio, tutti accusati di frode fiscale aggravata dalla transnazionalità, e delle due cittadine di Hong Kong, Paddy Chan Mei-You e Catherine Hsu May-Chun, accusate di riciclaggio.

LA DIFESA: “SENTENZA INCOMPRENSIBILE” – «È una sentenza incomprensibile – ha dichiarato l’avvocato Niccolò Ghedini, legale di Pier Silvio Berlusconi, a ridosso della lettura della sentenza – ma a Milano ci si aspetta sempre di tutto. Attendevamo di nuovo un’assoluzione. La Corte europea dei diritti dell’uomo impone che se si vuole riformare una sentenza in peius bisogna riaprire il dibattimento, cosa che abbiamo chiesto ma non hanno concesso. È incomprensibile ritenere responsabili Pier Silvio Berlusconi e Fedele Confalonieri, ma non gli altri e in particolare Agrama. In attesa del ricorso in Cassazione, grande stupore è stato espresso anche dall’avvocato Filippo Dinacci, che insieme a Ghedini difende il vice presidente di Mediaset. «È una sentenza che si fa fatica a comprendere e peraltro su un reato che fra quindici giorni è prescritto», ha dichiarato il legale.

Carlo Perigli

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