Mauro Icardi, il più grande errore di Roberto Mancini

Mauro Icardi (fonte: sportfair.it)

Mauro Icardi (fonte: sportfair.it)

Osannato dalla tifoseria per i miracolosi risultati ottenuti durante la prima parte del campionato, Roberto Mancini sta attraversando il periodo più buio della sua storia neroazzurra. Il primato perduto e allontanatosi irrimediabilmente, una costante mancanza di gioco e due disastrosi risultati consecutivi, maturati con le due rivali storiche dell’Inter, hanno gettato il tecnico di Appiano Gentile al centro delle polemiche di giornalisti e dei tifosi giustizialisti, pronti a chiederne la testa.
Ma l’errore più grande della gestione di Roberto Mancini si chiama Mauro Icardi.

CRISI DA GOL - L’attaccante argentino classe 1993, dopo aver meritatamente conquistato il titolo di capocannoniere nella passata stagione, è stato promosso da Roberto Mancini “capitano della squadra”.
Il cambio di numerosi giocatori della rosa e una confusione generale in mezzo al campo, dettata da repentini cambi di formazione, hanno portato Mauro Icardi a rallentare il numero di realizzazioni, avendo all’attivo solamente 8 reti segnate. Oltre ad un rallentamento fisico, il capitano neroazzurro, criticato da parte della tifoseria più per i suoi successi fuori dal campo che per gli effettivi demeriti calcistici, è stato artefice di un clamoroso errore durante la partita del riscatto, sbagliando un importante rigore durante il derby contro il Milan.

TROPPE PANCHINE - Ma Mauro Icardi è diventato improvvisamente “scarso” oppure c’è un errore di gestione da parte dell’allenatore Roberto Mancini?
Dopo averlo promosso capitano, caricandolo di un importante responsabilità, dettata anche dal paragone con la leggenda argentina Javier Zanetti, il bomber dell’Inter è stato a più riprese scaricato dal suo allenatore.
Infatti in più di una partita importante Mauro Icardi è stato tenuto in panchina: con la Roma, nelle gare di campionato e Coppa Italia contro il Napoli, nella disastrosa partita di Coppa Italia contro la Juventus e nel derby di Milano.
Nella maggior parte degli scontri diretti, in particolar modo negli ultimi due, arrivati in un momento delicato che necessitavano un riscatto caratteriale, il capitano dell’Inter è stato messo fuori dal campo da Roberto Mancini, lasciando presupporre una mancanza di fiducia nelle caratteristiche tecniche e caratteriali del calciatore, pubblicamente “sbeffeggiato”, non più tardi di una settimana fa, con la battuta “a 50 anni quel gol lo segnavo anche io”.

Roberto Mancini, allenatore dell'Inter (fonte:

Roberto Mancini, allenatore dell’Inter (fonte: blogdisport.it)

PERDITA DI FIDUCIA - Nel tempo Mauro Icardi ha dimostrato un ottimo cinismo in situazioni complesse, come l’incontro in campo con Maxi Lopez circondato dai fischi dei tifosi della Sampdoria, ma evidentemente la mancata spinta da parte del suo allenatore ha influito sulla freddezza del giocatore che, pronto a mettersi sulle spalle la squadra calciando un importante rigore, ha sbagliato.
Non sarebbe forse stato meglio responsabilizzarlo dal primo minuto e, in caso di partita errata, criticarne gli aspetti tecnici invece di gettarlo in campo per risollevare le sorti di una squadra moscia dopo avergli detto che, a 50 anni, lui stesso sarebbe stato meglio? Seppur in più di un occasione ha dimostrato il suo carattere duro, Mauro Icardi è pur sempre un giovane di 23 anni, in crisi da gol, in una squadra che non sa da che parte andare.
Lo stesso errore è stato commesso nella “gestione Kovacic“, giocatore giovane e dalle indubbie qualità tecniche messo alla gogna pubblica in più occasioni ma che, a conti fatti, sarebbe forse risultato più utile di un Kondogbia qualsiasi.

GESTIONE MORATA - Di diametro opposto, e forse da osservare con attenzione, l’atteggiamento di un altro allenatore italiano, Massimiliano Allegri, nei confronti di Alvaro Morata, durante il lungo periodo di digiuno. Seppur in una situazione diversa, dettata da una maggiore compattezza della squadra bianconera e da un maggiore facilità di ricambio, grazie anche al periodo splendido di Paulo Dybala, Allegri ha sempre sostenuto il numero 9 della sua squadra, rincuorandolo dopo gli importanti errori in Champions League e invitandolo a non considerare il gol come una fissazione morbosa, complimentandosi con lui per il costante lavoro svolto in campo.

Probabilmente Mauro Icardi, sempre dipinto, a volte anche a ragione, come un ragazzo duro e strafottente, avrebbe bisogno di un maggiore riconoscimento da parte del suo allenatore, vista anche la capacità di fare spogliatoio e di spendersi per la squadra, almeno a livello mediatico, mettendoci la faccia e utilizzando i mezzi “giovani” a lui più consoni. Prova ne è la fotografia pubblicata su Instagram il giorno dopo il derby e, soprattutto, il match disputato a San Siro questa sera dove Mauro Icardi, seppur contro un modesto Chievo, ha mostrato la sua forza, la sua tenacia e la voglia di rimettersi immediatamente in gioco, segnando il gol della vittoria, prendendo una traversa e impegnando costantemente la difesa della squadra avversaria.

Alessia Telesca

foto: blogdisport.it; sportfair.it

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