‘Maui Tears’: gli Sleepy Sun offrono un gustoso assaggio di space rock

maui tears

La copertina di Maui Tears (musicoff.com)

Sleepy Sun è il nome di un giovane gruppo californiano che viaggia da alcuni anni nell’universo del rock psichedelico, guadagnando sempre più consensi dal pubblico internazionale.

Nati nel 2005 come Mania, formazione di stampo genuinamente garage rock, i visionari Sleepy Sun tentano di ampliare gli orizzonti evolvendosi, dal 2007, nello space rock.

MAIU TEARS: IL QUARTO LP – La band ha da poco completato il quarto LP, Maui Tears, in circolo dallo scorso 28 gennaio. L’ultimo album viene partorito dopo cinque anni da Embrace, disco d’esordio manifesto della mutata direttiva musicale.

Le idee concretizzatesi dal 2007 hanno connotato, fin dalla genesi, una spiccata verve sonora degli Sleepy sun che interseca il rock psichedelico con l’indie, toccando le influenze garage e stoner.

IL SINGOLO IPNOTICO -  Maui Tears è stato profetizzato dalla diffusione radiofonica e in web sharing del singolo The Lane, sul quale gli Sleepy Sun hanno cucito un video caleidoscopico e ipnotico che si avventura in ambientazioni oniriche, accarezzando leggiadro gli abissi dell’oceano o la magnificenza delle galassie.

The lane si snoda nel mondo dell’immaginario con un beat incalzante e un mood trasognato, con un ritornello dalla vocalità ammaliante.

MOLTE INFLUENZE IN UN SOLO PENSIERO – Oltre al cavallo di battaglia, Maui Tears propone altre otto tracce che mescolano, con gusto, stilistiche distanti sia geograficamente che cronologicamente ma che confluiscono in un concetto univoco e ben sviluppato.

PSICHEDELIA E STONER - Words si scoglie soave come una ballata nostalgica, ben sostenuta dalla carismatica voce del frontman Bret Costantino. Dallo spirito più ascetico, Everywhere Waltz si muove in sonorità dal gusto space rock che appaiono nella penombra, crescendo in un ritornello più duro e incisivo che rievoca a tratti lo stile decadente del dark wave, chiudendo a sorpresa con dei riff stoner incastonati in voci assopite.

Outside dichiara dal primo beat la propria indole psichedelica, lasciandosi cullare da un andamento ritmico rilassato e da una melodia così leggera da sfiorare le nuvole, rispolverando vagamente l’eredità “pinkfloydiana”.

DALLO SPAZIO AL DESERTO - Dalla delicatezza di Outside, Maui Tears sprofonda in un oscuro mood con 1132, un brano che graffia il sound arido e incisivo dello stoner, sfidando i giochi ritmici e una imperniante presenza della chitarra che colpisce il brano per poi tornare nella penombra.  Ripercorrendo, seppur parzialmente, le indelebili orme dei Kyuss, gli Sleepy Sun continuano ad accostare il rock psichedelico con lo stoner nell’intro di Thielbar, smuovendo le acque con sonorità a metà strada fra la new wave e il garage.

Thielbar appare istrionica e intensa, mutando spesso le proprie sembianze durante il suo corso pur stringendo saldamente l’assetto ritmico cadenzale e le idee blues rock della chitarra.

GALASSIE E GARAGE - Addentrandosi nel turbine psichedelico, Slowdown spicca il volo galattico con armonie mitiche prolungatesi in un tempo dilatato, accompagnante nuclei vocali che sospirano acuti affusolati. Salutando i loro alter ego del passato,  Galaxy Rock fa approdare Maui Tears sulle lande di un pianeta brioso e dal groove frizzante, affini all’anima garage.

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Gli Sleepy Sun (thebaybridged.com)

UN LUNGO VIAGGIO FINALE – Il disco chiude sparando l’ultima fascinosa pallottola in canna: Maui tears, omonima traccia di un disco esotico e misterioso, racconta una storia dalle variegate sfaccettature stregando l’ascoltatore con dieci minuti di pura magia.

La prima fase cresce timida fra i riff di basso e le risposte estatiche della chitarra, risuonando gli echi provenienti da frammenti d’esistenza lontani che appaiono e svaniscono a intermittenza nel trascendente scenario.

Dallo spazio al pianeta terra, il brano si disperde fra le distese desertiche dello stoner, amplificate dai tessuti melodici strumentali, fra i quali spunta in chiusura un vortice di impasti sonori che alza la temperatura per poi lasciare l’ultimo valzer alla psichedelia.

UN RITORNO DI GENERE – Negli ultimi anni il mondo discografico sta assistendo alla diffusione di un revival del rock psichedelico, miscelato in un sound innovativo che incorpora le correnti del nuovo millenni. Gli Sleepy Sun, con Maui Tears, realizzano egregiamente il progetto di commistione fra passato e futuro nonostante, rispetto ad alcuni rivali emergenti, stiano seguendo lentamente la rotta verso il successo.

Gli inglesi The Temples, buoni e visionari esponenti di questo ritrovato genere, hanno raggiunto le hit list con molta celerità fin dal primo album, da poco entrato in circolo.

Restano comunque interessanti sia lo sviluppo vocale di Maui Tears che l’equilibrata amalgama sonora, presentandosi come un lavoro leggiadro e privo di strafalcioni tecnici o stilistici.

Voto: 7

Foto preview: sleepysun.net

Rachele Sorrentino

@rockeleisrock

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