
Matisse. Arabesque, la mostra alle Scuderie del Quirinale
Una grande mostra dedicata a Henri Matisse è stata aperta ieri e lo sarà fino al 21 giugno presso le Scuderie del Quirinale. Saranno esposti cento capolavori tra dipinti e disegni dell’artista accompagnati da oggetti d’arte stampe e tessuti di culture antiche che lo influenzarono.
MATISSE. ARABESQUE – Matisse. Arabesque è il titolo della mostra co prodotta dall’Azienda Speciale Palaexpo e da MondoMostre e curata da Ester Coen. Le opere esposte provengono dalle collezioni pubbliche e private più importanti del mondo. Un lavoro molto faticoso, a detta della curatrice, ma necessario per documentare lo sviluppo del linguaggio di Matisse che si è lasciato affascinare dall’Oriente e dall’Oriente ha portato nella sua arte nuovi modelli figurativi. È in Oriente che Matisse scopre l’Arabesco: sinuosità, intreccio, simmetria, colori forti. Ester Coen spiega che: «Matisse usa l’Arabesque in maniera nuova, che è quella di ricreare spazi nuovi, spazi che si accavallano, che sono strettamente legati al piano della pittura ma che rimandano a luoghi diversi, anche lontani e magici come quelli dell’Oriente».
LE OPERE ESPOSTE – La mostra promossa dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, da Roma Capitale, Assessorato alla Cultura, Creatività, Promozione Artistica e Turismo prevede, come detto, cento opere esposte: da Ritratto di Yvonne Landsberg a Ramo di pruno, fondo verde dove i colori guadagnano la scena e l’influenza dell’arte islamica è evidente, come è evidente anche in Marocchino in verde, Angolo dello studio. Esposte anche l’Italiana del 1916, la Ragazza con copricapo persiano del 1915, Le Tre sorelle del 1916. L’arabesco domina tutto il percorso nascondendosi tra le opere, nel tema degli alberi ad esempio. Splendidi i paesaggi esposti, tra tutti Giardino marocchino in un equilibrio perfetto tra il verde e il rosa che provoca serenità. Esposto anche il capolavoro del 1912 Pesci Rossi massimo della contaminazione tra gli stili e conclusione del percorso.
Serena Prati
@Se_Prati