
Marchionne e Renzi: c’eravamo tanto odiati
La «scommessa» di Marchionne con «Fiat e Chrysler mi piace, è straordinaria, eccitante ed esaltante. Come italiano sono orgoglioso che ci sia Fca, porterà expertise statunitense. Per me non è importante dove si trova il quartiere generale finanziario e delle attività. Per me la cosa importante è mantenere il Made in Italy. Non è importante se a Wall Street o a Amsterdam. Quello che è assolutamente importante è l’aumento dei posti di lavoro in Italia» questo ha detto il presidente del Consiglio Matteo Renzi. Il quale, evidentemente, ha rottamato anche sé stesso.
QUELLA MACCHIA - Era il 10 ottobre 2012, tempo di campagna elettorale in vista delle primarie che poi il sindaco di Firenze perderà al ballottaggio contro Pier Luigi Bersani, e Matteo Renzi dichiarava: «Non ho cambiato idea io, è Marchionne che non solo ha cambiato idea, ma ha tradito. Perché qualsiasi risultato abbia ottenuto, negli Usa o altro, e otterrà in futuro, avrà quella macchia di aver preso in giro quei lavoratori e quei politici che si sono fidati di lui, dicendo una cosa che non avrebbe fatto». Siete stupiti? Aspettate. Il meglio deve ancora venire: «Non ho mai pensato alla Fiat come modello di sviluppo industriale che ha da sempre privatizzato utili e pubblicizzato le perdite con la cassa integrazione godendo di sussidi e contributi».
SCIACQUARSI LA BOCCA - Anche Marchionne però ha cambiato idea. Di Renzi diceva: «È la brutta copia di Obama, ma pensa di essere Obama», «È il sindaco di una piccola, povera città». Non tardò ad arrivare la risposta di Renzi: «Vorrei dire all’ingegner Marchionne che è liberissimo di pensare che io non sia un politico capace. Ma prima di parlare di Firenze, città che ha dato al mondo genio e passione, faccia la cortesia di sciacquarsi la bocca, come diciamo in riva d’Arno». Oggi invece MArchionne dell’esecutivo del segretario del Partito Democratico dice: «Continuiamo ad appoggiare l’agenda di riforme del presidente. È essenziale che ci sia un indirizzo chiaro e penso che ce lo stia dando». I miracoli della rottamazione.
Giacomo Cangi
foto: affaritaliani.it