Malnutrizione: l’azione dell’Unicef per i bambini del Sahel

sahel

La regione del Sahel

Tra tutte le crisi dimenticate, o che si fa finta di dimenticare, quella della malnutrizione infantile è sicuramente la più terribile perché va a colpire quei soggetti più deboli, i bambini appunto, causandone nella stragrande maggioranza dei casi la morte prematura. Secondo le stime dell’Unicef, infatti, nei paesi in via di sviluppo circa 200 milioni di bambini – uno su tre – tra 0 e 5 anni soffrono di qualche forma di malnutrizione: circa un quarto (165 milioni) presenta ritardo nella crescita (malnutrizione cronica) e l’8% (51 milioni) è sottopeso (malnutrizione acuta), di cui il 10% in forma grave. E il dato più tragico è che i bambini gravemente sottopeso hanno 9 volte più probabilità di morire rispetto a quelli ben nutriti.

Come spiegano gli addetti ai lavori, la malnutrizione deriva da una dieta povera di alimenti nutrienti come latte, carne, uova  e da un insieme di fattori contingenti come la diffusione di infezioni e malattie, la loro negligenza, la scarsità di igiene e il consumo di acqua non potabile. Per questo i bimbi più esposti sono proprio quelli del Terzo Mondo. Una delle regioni più colpite è quella del Sahel, quella vasta area semi desertica che si estende dall’Oceano Atlantico al Corno d’Africa e che attraversa alcuni stati dell’Africa centro settentrionale come la Mauritania, il Mali, il Burkina Faso, il Niger, il Ciad, il Senegal, il Sudan e l’Eritrea. In questa vastissima zona, secondo un’indagine nutrizionale congiunta dell’Unicef e del ministero della Sanità nell’agosto 2010, il tasso di malnutrizione globale ha raggiunto valori tra il 15% e il 25%, mentre quello della malnutrizione acuta grave tra il 3% e l’8%, nei bambini al di sotto dei 5 anni. Una stima più recente sempre dell’Unicef (dicembre 2012) afferma che in questa area sono 4 milioni i bambini tra 0 e 5 anni affetti da forme più o meno gravi di malnutrizione : tra essi, 1,1 milioni sono a rischio di morte per malnutrizione acuta grave.

Molteplici sono i fattori che fanno di questa terra una delle più vulnerabili: prima di tutto le gravi siccità che hanno colpito l’area, soprattutto quelle del 2005 e del 2010, e che hanno letteralmente messo in ginocchio l’economia dell’intera zona, basata per la maggior parte proprio sull’agricoltura  di sussistenza. Scarse piogge, allora, significano avanzata della desertificazione ma anche e soprattutto scarsi raccolti, che hanno come conseguenza quello dell’aumento vertiginoso dei prezzi dei beni di prima necessità. Ma la siccità provoca anche la morte degli animali di allevamento da cui la popolazione ricava tra le altre cose il latte, elemento fondamentale soprattutto per la nutrizione dei bambini. E questo ci porta a chiudere la catena. La parte del Mali è quella maggiormente colpita da questo problema visto che ai problemi di carattere ambientale si vanno a sommare quelli di carattere meramente politico  a causa del colpo di stato militare del marzo 2012 che ha provocato circa 410.000 tra sfollati e profughi. Si può ben comprendere come siccità e guerra abbiano formato una combinazione che è stata letale per questa gente, già costretta ad una vita di stenti. L’anno appena passato, inoltre, non è stato particolarmente fortunato per questa zona che ha dovuto affrontare un’anomala stagione delle piogge: le precipitazioni, abbattendosi su terreni devastati dalla siccità, hanno provocato inondazioni disastrose soprattutto in Niger, mentre il ristagno delle acque ha favorito la proliferazione dell’antica piaga delle cavallette e la diffusione del colera.

L’Unicef nel 2011 ha lanciato un appello alla solidarietà internazionale affinché si trovasse una soluzione a questa tremenda crisi, appello che fortunatamente non è rimasto inascoltato. Tra la fine di gennaio e la fine di settembre del 2012, infatti, oltre 730.000 bambini sotto i cinque anni di età del Sahel sono stati curati presso i Centri nutrizionali terapeutici supportati dall’Unicef. E si prevede che alla fine del 2012 più di 850.000 bambini avranno ricevuto cure salva-vita contro la malnutrizione acuta grave. Insieme ai Governi, alle altre Agenzie delle Nazioni Unite e alle organizzazioni umanitarie, nella regione è stato portato avanti uno dei maggiori sforzi umanitari di sempre, grazie al sostegno dei donatori e agli appelli di raccolta fondi lanciati dai Comitati Nazionali per l’Unicef – tra cui quello italiano. «Non dimentichiamoci di questi bambini», ha detto il Presidente dell’UNICEF Italia Giacomo Guerrera. «Purtroppo non esistono vaccini contro la malnutrizione acuta grave» aggiunge Manuel Fontaine, Direttore Unicef per l’Africa centrale e occidentale. «Molti bambini appartenenti alle famiglie più povere, nel Sahel, devono affrontare cicli che regolarmente mettono la loro vita in pericolo. Nel 2012 un enorme sforzo ci ha permesso di garantire a ogni bambino – che ha avuto la possibilità di essere condotto a un Centro terapeutico – la cura appropriata. Ma abbiamo bisogno di arrivare a una situazione in cui siano in piedi sistemi di prevenzione più efficaci e i Centri terapeutici vedano affluire molti meno bambini».

unicef

Campagna Unicef contro la malnutrizione

In questi anni l’obiettivo dell’Unicef è stato quello di salvare più vite possibili sostenendo i governi e le organizzazioni partner attive in questa area elaborando piani di preparazione e risposta rapida a questa emergenza, piani che hanno incluso pacchetti integrati e interventi per i settori nutrizione, sanità, acqua e igiene, protezione dell’infanzia e comunicazione per lo sviluppo e istruzione. Nei primi sei mesi del 2012 l’Unicef ha fornito alimenti terapeutici per la cura della malnutrizione acuta grave, generi di primo soccorso e scorte di aiuti salvavita: 52,4 milioni di bustine monodose di alimenti terapeutici pronti per l’uso (sufficienti per garantire 2 mesi di terapia a 291.000 bambini). In totale, le dosi acquistate dall’Unicef nel 2012 – in parte distribuite, in parte stoccate – sono state circa 125 milioni; 621.000 buste di latte nutrizionale terapeutico; 118.500 braccialetti (MUAC) per monitorare lo stato nutrizionale dei bambini; 6,2 milioni di compresse per la potabilizzazione dell’acqua ; 21.500 cisterne per contenere l’acqua potabile; 319.740 flaconi di antibiotici (amoxicillina); 6 milioni di bambini sono stati vaccinati contro il morbillo e sono state distribuite 9 milioni di zanzariere contro la malaria. Ovviamente questo è solo un piccolo anche se fondamentale passo per la risoluzione di questo problema. E fa veramente riflettere il fatto che questa crisi riguardi proprio la carenza di cibo quando venti anni fa è stata firmata  la Convenzione Internazionale sui Diritti dell’Infanzia e molti decenni prima la Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo, entrambe hanno sancito una volta per tutte il diritto al cibo e ad un’alimentazione corretta. Nonostante ciò continua ed essere una vera emergenza sociale. Ma deve fa pensare soprattutto il fatto che, mentre da una parte del mondo c’è chi muore di fame, dall’altra parte ci troviamo davanti al problema completamente opposto e cioè al dilagare dell’obesità, soprattutto quella infantile.

 

Stefania Galli

Foto || tv.libertytv.com; unicef.it

Share and Enjoy

  • Facebook
  • Twitter
  • Delicious
  • LinkedIn
  • StumbleUpon
  • Add to favorites
  • Email
  • RSS

Ti è piaciuto questo articolo? Fallo sapere ai tuoi amici

Lascia un Commento

L'indirizzo email non verrà pubblicato.

È possibile utilizzare questi tag ed attributi XHTML: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <strike> <strong>

 
Per inserire codice HTML inserirlo tra i tags [code][/code] .

I coupon di Wakeupnews