L’ultimo saluto di WakeUpNews a Umberto Eco

La redazione di WakeUpNews saluta Umberto Eco attraverso il suo pensiero comico: perché non si può essere così grandi se non ci si prende un po' gioco di sé

Umberto Eco (Fonte foto: www.festivaldelmedioevo.it)

Umberto Eco (Fonte foto: www.festivaldelmedioevo.it)

Dare l’ultimo saluto a Umberto Eco, uno dei più illustri intellettuali italiani, non è cosa da poco: la redazione di WakeUpNews lo farà ricordandolo non tanto nella sua veste di semiologo, critico, scrittore e saggista di fama internazionale, ma soprattutto nella sua veste di professore universitario spiritoso che ha insegnato facendo divertire i propri studenti. Generazioni di studenti ricordano di Umberto Eco non solo la vastissima cultura – talmente vasta da permettergli di insegnare tranquillamente ciascuna delle materie di studio della Facoltà di Lettere e Filosofia – ma anche la sua indole spiritosa, il suo umorismo, il suo saper raccontare le barzellette così bene da far piegare in due dalle risate gli studenti in aula ogni volta che ne raccontava una. Allo stesso modo lo ricordano gli amici: una persona di cultura, sempre alla ricerca, un precorritore dei tempi, ma allo stesso tempo una persona simpatica, divertente e spiritosa, che amava raccontare barzellette.

LA CACOPEDIA – Non a caso è stato proprio Umberto Eco a inventare la disciplina chiamata cacopedia e definita da lui stesso come «la pratica di quelle soluzioni che, se uno non si affretta a immaginarle per malvagità e malizia, saranno ben presto immaginate da qualcuno, e sul serio e senza malizia». Si tratta di una disciplina inventata, è vero, ma che prosegue la tradizione comica inaugurata da Rabelais e che è arrivata fino a Queneau. Ha spiegato infatti il luminare: «il nome viene dal greco kakós, che vuol dire brutto e cattivo: è un esempio di cattiva educazione». E ce ne dà una dimostrazione sostanziosa nel suo Il secondo diario minimo (1992), di cui riportiamo un passo:

Come va?

1. Agatha Christie: «indovini»

2. Alice: «una meraviglia»

3. Ampere: «sono elettrizzato»

4. Arianna: «appesa ad un filo»

5. Aristotele: «mi sento in forma»

6. Attilio Regolo: «sono in una botte di ferro»

7. Beethoven: «non mi sento bene»

8. Bellini: «secondo la norma»

9. Berkeley: «bene, mi sembra»

10. Bloch: «spero bene»

11. Boezio: «mi consolo»

12. Cambronne: «boccaccia mia… »

13. Camus: «di peste»

14. Carlo Alberto: «a carte 48»

15. Carlo Magno: «francamente bene»

16. Cartesio: «bene, penso»

17. Casanova: «vengo»

18. Catilina: «sinchè dura… »

19. Cheope: «a me basta un posticino al sole… »

20. Colombo: «si tira avanti»

21. Copperfield: «sparisci!»

22. Croce: «non possiamo non dirci in buone condizioni di spirito»

23. Cyrano: «a naso, bene»

24. D’Alambert e Diderot: «non si può dire in due parole»

25. Damocle: «potrebbe andar peggio»

26. D’Annunzio: «va che e’ un piacere»

27. Dante: «sono al settimo cielo»

28. Darwin: «ci si adatta»

29. De Sade: «a me bene»

30. Demostene: «difficile a dirsi»

31. Desdemona: «dormo tra due guanciali… »

32. Diogene: «da cani»

33. Dr. Zap: «bene, la sai l’ultima?»

34. Dracula: «sono in vena»

35. Edipo: «la mamma è contenta»

36. Einstein: «relativamente bene, ma rispetto a chi? »

37. Enrico VIII: «io bene, è mia moglie che… »

38. Epicuro: «di traverso»

39. Epimenide: «mentirei se glielo dicessi»

40. Eraclito: «va, va… »

41. Erasmo: «bene da matti»

42. Fabio Massimo: «un momento… »

43. Fermi: «o la va o la spacca»

44. Foscolo: «dopo morto, meglio»

45. Franklin: «mi sento elettrizzato»

46. Freud: «dica lei»

47. Freud (2): «il fatto che lei me lo chieda con questo tono fa dedurre che lei è sessualmente represso»

48. Galileo: «mi gira bene»

49. Gandhi: «l’appetito non manca»

50. Garibaldi: «ho mille ragioni per essere contento».

Umberto Eco (Fonte foto: www.tvblog.it)

Umberto Eco (Fonte foto: www.tvblog.it)

L’ULTIMO VIAGGIO DI UMBERTO ECO SULLA «NAVE DI TESEO» – Di Umberto Eco vogliamo ricordare anche l’ultimo viaggio, intrapreso lo scorso novembre, con un gruppo di scrittori (Alessandro Veronesi, Tahar Ben Jelloun e altri) che, come lui, hanno rifiutato di continuare a pubblicare per la casa editrice «Mondazzoli» – il nuovo gruppo editoriale Mondadori-Rizzoli nato dalla fusione dei due colossi e soprannominato così in senso dispregiativo dagli addetti ai lavori e non -, fondando la nuova casa editrice «La nave di Teseo», diretta da Elisabetta Sgarbi. Questa nuova scommessa è stata finanziata dagli stessi scrittori: Umberto Eco ha investito nella casa editrice due milioni di euro, spiegando: «Il progetto è l’unica alternativa alla Settimana Enigmistica, il vero rimedio contro l’Alzheimer. Velleitari? Peggio, siamo pazzi». Uscirà il 27 febbraio l’inedito Pape Satàn Aleppe (La nave di Teseo), l’ultimo libro sulla “società liquida” di Umberto Eco: il saggio, che sarebbe dovuto uscire a maggio, raccoglie “Le bustine di Minerva” di Eco, tratte appunto dalla sua rubrica sull’Espresso, un libro che riassume la polemica dell’illustre scrittore riguardo alla fusione di Mondadori e Rizzoli.

Umberto Eco (Fonte foto: www.julienews.it)

Umberto Eco (Fonte foto: www.julienews.it)

COME PREPARARSI SERENAMENTE ALLA MORTE – Non ci resta che dare l’ultimo saluto al grande Umberto Eco, riportando le istruzioni che egli stesso scrisse nel 1997, immaginando di spiegare ad un eventuale discepolo come prepararsi serenamente alla morte: «Vedi – gli ho detto – come puoi appressarti alla morte, anche se sei credente, se pensi che mentre tu muori giovani desiderabilissimi di ambo i sessi danzano in discoteca divertendosi oltre misura, illuminati scienziati violano gli ultimi misteri del cosmo, politici incorruttibili stanno creando una società migliore, giornali e televisioni sono intesi solo a dare notizie rilevanti, imprenditori responsabili si preoccupano che i loro prodotti non degradino l’ambiente e si ingegnano a restaurare una natura fatta di ruscelli potabili, declivi boscosi, cieli tersi e sereni protetti da un provvido ozono, nuvole soffici che stillano di nuovo piogge dolcissime? Il pensiero che, mentre tutte queste cose meravigliose accadono, tu te ne vai, sarebbe insopportabile. Ma cerca soltanto di pensare che, al momento in cui avverti che stai lasciando questa valle, tu abbia la certezza immarcescibile che il mondo (sei miliardi di esseri umani) sia pieno di coglioni, che coglioni siano quelli che stanno danzando in discoteca, coglioni gli scienziati che credono di aver risolto i misteri del cosmo, coglioni i politici che propongono la panacea per i nostri mali, coglioni coloro che riempiono pagine e pagine di insulsi pettegolezzi marginali, coglioni i produttori suicidi che distruggono il pianeta. Non saresti in quel momento felice, sollevato, soddisfatto di abbandonare questa valle di coglioni?[…]Convincersi che tutti gli altri che ci stanno attorno (sei miliardi) siano coglioni, è effetto di un’arte sottile e accorta, non è disposizione del primo Cebete con l’anellino all’orecchio (o al naso). Richiede studio e fatica. Non bisogna accelerare i tempi. Bisogna arrivarci dolcemente, giusto in tempo per morire serenamente. Ma il giorno prima occorre ancora pensare che qualcuno, che amiamo e ammiriamo, proprio coglione non sia. La saggezza consiste nel riconoscere proprio al momento giusto (non prima) che era coglione anche lui. Solo allora si può morire».

Mariangela Campo

@Maricampo81

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