
L’Onu accusa: «I nordcoreani come i nazisti»
Mentre l’Onu accusa la Corea del Nord di crimini contro l’umanità, il mondo appare sempre meno un luogo sicuro
Secondo alcune organizzazioni internazionali per i diritti umani, quella della Corea del Nord è la più sanguinaria dittatura del mondo. Già nel 2011, Amnesty international aveva pubblicato delle foto satellitari che riprendevano dei campi di prigionia presenti nel Paese, corredate dalle testimonianze dei pochi che sono riusciti a fuggire. Il quadro che è emerso è agghiacciante. Si stima che circa il 40% dei detenuti muoiano per malnutrizione, mentre chi riesce a sopravvivere alla fame muore a seguito di torture, per i terribili lavori forzati o per il freddo. Ma le atrocità del regime non finiscono qui. Si parla infatti di esecuzioni effettuate a cannonate, per non lasciare traccia del corpo del giustiziato. Questa sorte è toccata tra gli altri al vice-ministro della difesa, colpevole di essersi ubriacato durante i 100 giorni di lutto dichiarati per la morte di Kim Il-sung, il padre dell’attuale presidente. Ma si parla anche di migliaia di persone condannate a morte per aver rubato un po’di riso o di condanne che vengono applicate a tutti i consanguinei degli accusati.
LE ACCUSE DELL’ONU - In questi giorni anche l’Onu ha finalmente denunciato i crimini contro l’umanità commessi dal regime di Pyongyang in una difficile seduta a Ginevra. La commissione incaricata di informare l’assemblea non ha usato mezzi termini: «I crimini commessi dal regime nordcoreano sono paragonabili a quelli dei nazisti, del regime dell’apartheid e dei khmer rossi e devono essere fermati». L’ambasciatore della Corea del Nord Se Pyong So ha lasciato la seduta, mentre forti critiche sono state sollevate dalla Cina, che ha accusato la commissione di aver usato informazioni non verificate.
QUEL CONFINE BLINDATO E L’INFORMAZIONE CHE NON C’È - In effetti le uniche informazioni che riescono a filtrare dalla Corea del Nord provengono dall’esiguo numero di persone che sono riuscite a fuggire all’estero o dai satelliti che controllano l’area. Non è facile entrare nel Paese e ancor più difficile è uscirne, visto che i confini sono strettamente sorvegliati. I giornali, come pure le tre emittenti tv di Stato e internet, sono sottoposti a una schiacciante censura, tanto che un rapporto di Reporter Senza Frontiere ha classificato la libertà di informazione nella Corea del Nord al 172º posto su 173 paesi, appena prima dell’Eritrea.
UN REGIME ANOMALO E IMPREVEDIBILE - La dittatura nordcoreana presenta degli aspetti peculiari che la differenziano da tutti gli Stati totalitari moderni. In primo luogo è una dittatura ereditaria, quasi un potere feudale. Normalmente un dittatore – se non viene destituito prima – quando muore lascia la guida del Paese a un partito, come nel caso dell’ex Unione Sovietica e solo in pochissimi casi ai suoi consanguinei, che comunque di solito non si dimostrano capaci di tenere il potere. Pyongyang invece, da decenni è sotto il giogo di un’unica famiglia, partendo da Kim Il-sung – il “Presidente Eterno”, il padre della patria venerato come un dio – passando per il figlio Kim Jong-il – che si è autoinsignito del titolo di “Caro Leader” – fino all’attuale presidente, il figlio terzogenito Kim Jong-un. In secondo luogo la dittatura nordcoreana ha dimostrato una crescente bellicosità nei confronti dei suoi vicini e dell’occidente, in particolare nei confronti degli Stati Uniti. Nei fatti la Nato, che appoggia la Corea del Sud, appare incapace di contrastare le minacce della Corea del Nord e questo anche a causa dell’arsenale nucleare di cui il Paese si è munito e che probabilmente non esiterebbe ad usare se messo alle strette. È ancora vivo il ricordo della crisi scatenata l’anno scorso da Kim Jong-un, che in un comunicato minacciava di attaccare il Giappone e gli Usa con ordigni nucleari. L’immagine era e rimane quella di un bambino che gioca con un cannone, le cui azioni sono totalmente imprevedibili.

Una vigilessa della Corea del Nord mentre dirige il traffico. In questo Paese ogni atteggiamento deve essere soldatesco
UN MONDO DIVISO - Dal 1953, anno in cui cessarono le ostilità con la Corea del Sud, Pyongyang ha avuto comportamenti decisamente ostili nei confronti della Nato, mentre ha tessuto intense relazioni politiche e commerciali con Cina, Vietnam, Laos, Cambogia e Russia. Appare chiaro come una condanna dell’Onu nei confronti della Corea del Nord avvenga proprio nel momento in cui la Russia – uno dei suoi principali alleati – ha creato una crisi internazionale invadendo la Crimea. La situazione che si sta creando è quella di una netta divisione in blocchi politici, come durante la guerra fredda. Come contemporanei possiamo avere dei problemi a capire perfettamente cosa stia succedendo e quali implicazioni avranno i fatti che avverranno nei prossimi mesi o nei prossimi anni, ma se la storia insegna qualcosa è che tutte le premesse portano in un’unica direzione, la guerra totale.
Andrea Castello