Lo scaffale dimenticato

Pubblicato nel 2001, Le Correzioni è stato uno dei più grandi successi editoriali degli ultimi dieci anni; uno dei pochi romanzi che ha saputo accontentare sia il pubblico che la critica. Terzo romanzo dello scrittore Jonathan Franzen, Le Correzioni si pone come perfetto continuatore di quel filone realista molto fecondo negli Stati Uniti del secolo scorso, che ha avuto Richard Yates come grande e forse massimo esponente.

La storia, ambientata in una cittadina del Midwest americano, descrive le vicissitudini e i problemi della famiglia Lambert, appartenente alla media borghesia. Alfred è il capofamiglia, ex impiegato in una compagnia ferroviaria, ora in pensione. I sintomi del Parkinson che lo affligge lo tormentano ogni giorno di più, facendolo scivolare lentamente ma inesorabilmente in una demenza sempre più incontrollabile. Enid rappresenta la moglie fedele e paziente, sempre al fianco di Alfred, nonostante i comportamenti quasi tirannici del marito, in particolare quando la sua salute non era ancora stata minata dalla malattia. Conservatrice e piuttosto bigotta, Enid vive collezionando oggetti di inutile valore, preoccupandosi in maniera quasi morbosa per l’immagine della famiglia, e tentando di riunire i figli per un ultimo Natale in famiglia.

Gary è il maggiore dei figli: un dirigente di banca ricco e affermato, spostato con figli, vive una vita apparentemente perfetta, se non fosse per la depressione strisciante di cui è affetto, causata anche dal carattere estremamente infantile della moglie. Denise, la figlia più piccola dei Lambert è uno chef di successo in un famoso ristorante, dalla vita privata estremamente contorta: lesbica e caratterialmente indipendente e cocciuta, inizia un complessa relazione amorosa con la moglie del suo datore di lavoro. Infine viene Chip, il figlio intellettuale, che dopo essere stato cacciato dal college nel quale insegnava, finisce per lavorare in Lituania al soldo di un politico disonesto. Lo sfondo della vicenda è il mondo contemporaneo, in costante cambiamento e con il quale è difficile rapportarsi e dove è difficile trovare il proprio posto.

Jonathan Franzen

La media borghesia americana viene smontata pezzo per pezzo da un Franzen in stato di grazia. Le Correzioni è un romanzo lungo: 600 pagine fitte di parole, descrizioni e personaggi. A prima vista questo libro appare come il classico mattone, frequentemente soggetto all’abbandono da parte del lettore. In realtà il romanzo, nonostante un’amarezza di fondo, scorre via con scioltezza e facilità fino all’epilogo finale: merito della prosa di Franzen, descrittiva quando deve essere descrittiva, ironica quando serve e profondamente cinica e spietata per tutta la durata del romanzo. I protagonisti si pongono come degli archetipi dell’uomo benestante contemporaneo, che non ha problemi di natura finanziaria e che possiede tutte le carte in regola per condurre una vita serena, ma che si perde in paturnie mentali inutili e confuse che lo portano ad una patologica quanto spietata insoddisfazione.

Si ride e si scuote la testa durante la lettura, fin a quando si realizza, con amarezza, che in fondo le nostre vite, sotto molti aspetti, non si discostano così tanto da quelle di questi personaggi, a volte profondi, a volte inetti, ma sempre così terribilmente umani.

Un romanzo imprescindibile, che non può mancare nelle librerie di ogni buon lettore: amaro, cinico e spietato, Le Correzioni è uno dei capolavori indiscussi degli ultimi anni.

Alberto Staiz

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