
Libia: la Nato vicina all’attacco e Gheddafi propone la resa
Tripoli – Sempre alto lo stato d’allerta in Libia a causa della la guerra civile. La Nato e’ risoluta a portare avanti un’azione militare nei confronti del regime di Muhammar Gheddafi a cominicare dalla no-fly zone sui cieli libici. L’avvertimento è stato ribadito ieri dal segretario della Nato, Anders Fogh Rasmussen e successivamente confermato dallo stesso presidente Obama.
Della medesima opinione sembrano essere i Paesi arabi che hanno dato il loro nulla osta all’intervento, mentre l’Italia si è detta pronta a mettere a disposizione degli americani le proprie basi aeree.
I no all’intervento – Al momento, Russia. Cina e l’ONU sono contrarie ad un atto di guerra ufficiale contro il regime di Gheddafi. A dichiararlo è stato il ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov. A lui fa eco il nostro ministro degli Interni, Roberto Maroni che è tornato a parlare di un possibile attacco come di “errore molto grave”. “Semplicemente – ha chiarito il ministro – io credo, e lo ha detto anche la Clinton, che se si interviene nel modo sbagliato la Libia puo’ trasformarsi nel nuovo Afghanistan e nella nuova Somalia, tutto cioe’ nelle mani dei terroristi. Tutto vogliamo tranne che questo”. Poi Maroni ha aggiunto: “Per questo ho detto che e’ necessario che l’Europa vari un piano di aiuti, il piano Marshall di cui ha parlato anche Berlusconi”.
Ok internazionale – Durante una conferenza stampa a Kabul, il segretario delle Difesa degli Stati Uniti, Robert Gates, ha tenuto a precisare che qualsiasi intervento di natura bellica in Libia dovrà avere il pieno accordo della comunità internazionale.
Gheddafi – In attesa di una risoluzione ufficiale, gli aerei radar Awacs della Nato vigilano sul Mediterraneo mentre l’aviazione libica continua ad attaccare i civili. Ras Lanouf, è stata bombardata per sottrarla ai ribelli, i quali non sembrano intenzionati ad indietreggiare. Tripoli è ancora in mano a Gheddafi ma la TV, Al Jazira ha comunicato che il rais sarebbe intenzionato a cedere. Egli avrebbe proposto agli insorti il suo ritiro in cambio dell’immunita’. Richiesta rifiutata.
Migrazioni – Dall’inizio degli scontri il Libia sono più di 200 mila le persone in fuga. A renderlo noto è l’Organizzazione internazionale delle migrazioni (Oim)
Chantal Cresta