Liberland, una nuova nazione nel cuore dell’Europa

Un attivista ceco ha proclamato un nuovo stato europeo, Liberland. In migliaia hanno già richiesto la cittadinanza

LIberland«Vivi e lascia vivere» è un leitmotiv che affascina un po’ tutti. Dal 13 aprile è anche il motto della Libera Repubblica di Liberland appena formatasi sulla riva occidentale del fiume Danubio. La piccola enclave tra Serbia e Croazia è un ritaglio di mondo di circa sette chilometri quadrati di bosco (poco più di Città del Vaticano e del Principato di Monaco), formalmente terra nullius e quindi rivendicabile attraverso la semplice occupazione territoriale anche secondo le leggi internazionali.

PADRE DELLA PATRIA – Vit Jedlicka, 31enne attivista del partito ceco Libertarian, con diversi suoi colleghi sono conquistadores 2.0: hanno aperto un sito e trovato sostenitori, scelto una bandiera e uno stemma, scritto una costituzione e una pagina Wikipedia, creato un account Facebook e invitato le persone del mondo a diventare cittadini. Liberland non ha ancora nessun riconoscimento ufficiale da parte degli altri Stati sovrani, anzi la Croazia ha fatto sapere di considerare l’iniziativa una sorta di scherzo.

CITTADINANZA – Tuttavia il neo-Paese ha ricevuto in pochi giorni 250mila richieste per la cittadinanza a fronte dei cinquemila abitanti prospettati almeno inizialmente, anche considerando l’unica costruzione presente: una fattoria abbandonata. Jedlicka delinea lo sviluppo attraverso l’esclusivo utilizzo delle energie alternative (il potenziale è illimitato avendo a disposizione il Danubio), oltre a servizi web e di telecomunicazione autonomi. Anche il forum del sito ufficiale è stracolmo di domande sia economiche (Liberland è un paradiso fiscale?) che più socio-funzionali (Liberland riconosce il matrimonio gay? C’è la rete 4G?). La risposta pare essere sempre sì. La Costituzione però precisa che i fanatici, neonazisti e le persone ostili, in generale, non otterranno la cittadinanza liberlandese. Quindi per essere accettato nella capitale Liberopolis – da costruire – bisogna «rispettare gli altri e le loro opinioni, e la proprietà privata» oltre ad avere la fedina penale pulita.

liberlandIDEALI - Secondo il fondatore l’idea di base è che «le tasse sono volontarie, in modo da ridurre il ruolo dello Stato al minimo.» Non è previsto il servizio militare per i cittadini, ma al momento il Paese non ha aeroporto, ufficio postale o qualsiasi tipo di struttura. Quello che ha è un account Facebook con circa 13.000 fan tra cui sono stati scelti alcuni referenti per l’immigrazione, dei “quasi ambasciatori” che si occupano di fare proselitismo. Aldilà dei sogni di indipendenza e di forme autoreferenziali di socialismo alcuni media hanno già ricondotto Liberland alla più terrena definizione di “paradiso fiscale“.

ECONOMIA – Oltre al sistema di tassazione particolarmente invitante, potrebbe allettare anche l’adozione dei Bitcoin come moneta ufficiale. Peraltro non sarebbe la prima volta che una moneta digitale è adottata ufficialmente dato che la cittadina di Launceston, in Australia, sta portando avanti questa singolare scelta con l’appoggio delle autorità nazionali. Il sistema “non-monetario” dei Bitcoin è basato sull’essere una moneta decentrata, quindi nessuna istituzione bancaria o giudiziaria controlla la rete di questa cripto-valuta.

ESPERIMENTI - Per quanto l’idea possa sembrare originale Jedlicka non è unico al mondo. La micro-nazione Regno di Nord Sudan è stata fondata dallo statunitense Geremia Heaton nel 2014 nella zona franca che era il Bir Tawil tra l’Egitto e il Sudan. Questo progetto ancora in fase embrionale, sebbene molto ambizioso dato che si propone come territorio sperimentale per l’innovazione agricola, è iniziato con Geremia incapace di rivelare a sua figlia Emily di cinque anni che non sarebbe mai potuta essere una vera principessa. Solo il mese scorso, nel marzo 2015 è stato fondato anche il Sud Maudlandia in Antartide dall’australiano Matthew Phillips, unico abitante nonché presidente della Nazione e del Partito Comunista; ma troviamo anche la Repubblica di Timeria sulle coste spagnole oppure il Principato di Imvrassia in Grecia. Nonostante tale diffusione sono ancora disponibili alcune “terre non reclamate” tra cui spicca la Terra di Marie Byrd, una confortevole distesa di terra ghiacciata (1.610.000 chilometri quadrati) nell’Antartico che combacerebbe perfettamente con le esigenze separatiste di una certa Lega Nord. Peraltro più a Nord di così non si trova nulla.

Francesco Malfetano
@FraMalfetano

foto: www.theguardian.com, www.boinboing.net

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