
Lettera di un non-tifoso alla AS Roma: ‘La vittoria del rispetto’
Non una cronaca, non una critica, ma un omaggio che un non-tifoso ha voluto scrivere alla As Roma dopo una duplice vittoria: di sport e di lealtà
Salve a voi, gentile AS Roma.
Mi chiamo Francesco e appartengo ad una classe di persone molto ristretta in Italia, al giorno d’oggi: sono un non-tifoso. Non sono mai stato un membro attivo del mondo del calcio. Non ne so il motivo: probabilmente perché nella mia famiglia non è mai stato uno sport seguito quotidianamente. Con il crescere, però, ho imparato a capire qualcosa: i nomi, il gergo, persino qualche coro, data l’amicizia con molti amici grandi tifosi di diverse squadre. Seguo molto, però, i grandi eventi sportivi come le olimpiadi, ma anche mondiali ed europei di calcio. Da quando mi occupo d’informazione e leggo ogni giorno il giornale, la mia attenzione si ferma anche nelle pagine sportive. E, da non sportivo, ieri sera ho visto la vostra partita di Europa League contro il Feyenoord. Ammetto però di non averla vista per motivi sportivi o interesse calcistico: l’ho vista per vendetta.
LO SFREGIO A ROMA – Il calcio, purtroppo, viene spesso accompagnato da eventi poco degni della parola “sport”. Se la memoria non m’inganna, infatti, la parola è il diminutivo dell’inglese “disport” cioè “divertimento”. Non c’è divertimento, però, senza rispetto. Una competizione senza rispetto è una lotta, una guerra, non una gara. Violenza, cori razziali, incitamento all’odio, vandalismo: non sono certo cose che vorrebbe vedere nessuno, né che il pubblico che osserva né, credo, lo sportivo che pratica. Gli avvenimenti successi la settimana scorsa con il Feyenoord hanno fatto spalancare gli occhi a tutti.
Oltre al danno fisico e morale incalcolabile nei confronti della città di Roma, la tifoseria avversaria (quella in particolare, quella che era lì in quei giorni e non si è vergognata) ha mancato di quel concetto di cui ho parlato prima: il rispetto. Praticamente tutte le tifoserie del mondo, purtroppo, almeno una volta sono state protagoniste di scontri e risse, ma con l’arrivo della sicurezza le cose finivano lì. Più spacconate da bulletti che violenze, specie in un paese straniero. Mai, però, ho visto tifoserie italiane in trasferta urinare per strada in gruppo o lanciare in massa bottiglie e cocci su un monumento. La giustizia farà il suo corso e non è compito mio dire cosa fare. Ho immaginato in quel momento, però, la rabbia della vostra squadra: ho avuto io, tutt’altro che abituèe del pallone, l’impressione di sentirmi umiliato, deriso e sfregiato. L’evento in questione non aveva a che fare con la partita. E mi sono chiesto: “Cosa faranno loro?”. E voi, semplicemente, avete giocato.
LA PARTITA DI IERI – Stavo guardando un telefilm quando mi sono detto: «E’ vero, gioca l’AS Roma! Vediamo che fanno». Mi sono seduto con i miei (una laziale e uno juventino) e abbiamo visto la partita. Già dalla mattina nel leggere che alcuni tifosi romanisti erano stati fermati e portati in questura, alcuni senza motivo, mi era salita un po’ di rabbia. Poi anche io, convinto sostenitore della non-violenza, al lancio degli oggetti al primo tempo e della vergognosa banana di plastica in campo, ho fatto fatica a trattenermi. Mi è salita una bile talmente forte da farmi dire, come se fossi stato lì Basta! Ora avete rotto! Ora se s’arrabbiano hanno ragione. Invece no.

La Roma ha dato la risposta migliore nel modo migliore: sul campo (Twitter @officialasroma)
Vi ho osservato: non era facile stare calmi e non farsi prendere dagli istinti. Invece… bravi! Avete Giocato, con una maiuscola giustificata. Non sono un esperto, ma non era la prima volta che vedevo una vostra partita, intendiamoci. Ho visto come avete interpretato la partita, senza mai reagire. E lo stesso ha fatto la tifoseria. Siete stati una vera squadra, unita più del solito (specie delle ultime giornate) ma soprattutto, avete vinto comportandovi sportivamente, dimostrando una magnifica superiorità d’animo. A casa loro, senza comportarsi come loro, vi siete dimostrati vincenti.
L’UNIONE – Ho visto persone di squadre diverse dalla vostra tifare per voi, sia in quanto squadra italiana che si batteva per un campionato europeo, che per quello spirito di rivalsa. In molti, anche sui social, hanno esultato con l’AS Roma. Avete placato un po’ di animi romani, non solo romanisti, con questa partita. Chi aveva voglia di vendetta si è sentito accontentato nel migliore dei modi, vedendo la squadra olandese perdere nel campo sportivo. Avete spiegato che non era quello l’obiettivo. Il gioco era gioco. Se non volevate, fa lo stesso! Un messaggio certo è arrivato: avete combattuto seguendo le regole, dentro e fuori dal campo. Avete dimostrato che il calcio non è solo una scusa per poter cercare lo scontro: avreste giustificato tutto, reagendo. Invece no. Avete calmato gli istinti, vi siete battuti e avete dato una lezione a quel genere di tifosi, a chi si basa sugli stereotipi e a chi pensava che sarebbe andata diversamente e peggio.

L’unione ha fatto la forza (Twitter @officialasroma)
Mi complimento ovviamente anche con tutte le squadre che ieri, come la Roma, hanno conquistato gli ottavi; ma a questa squadra faccio un applauso più grande, perché si sono comportati da sportivi. Più del solito, nel momento più difficile. Non credevo che sarebbe andata così. Complimenti per il vostro spirito, As Roma. Continuate così.
Con rispetto
Francesco Fario