
L’enigma del faraone, divertimento con classe
Grottesco e sarcastico, un film brillantemente ambientato nella belle èpoque parigina, tra pterodattili preistorici e mummie da resuscitare. Il regista è riuscito a creare un opera adatta alle famiglie, pur senza tralasciare il proprio stile
di Adriano Ferrarato
E’notte ed è il 4 novembre del 1911 a Parigi. Una serata tranquilla, anche perché è l’una e le strade sono praticamente deserte. Ad eccezione di una vettura, al cui interno una importante figura politica parigina si trova in dolce compagnia, pronti entrambi a fare faville sotto le coperte. Solo che le cose non vanno assolutamente come previsto: l’automobile viene sollevata e scagliata nella Senna da una forza incredibile. Quella di un animale estinto milioni di anni fa, nel Giurassico: uno pterodattilo.
A molti chilometri di distanza, invece, una giovane e assai bella giornalista francese si trova in Egitto, alla ricerca della tomba di un importante medico dell’epoca del grande faraone Ramses. Adèle Blanc – Sec (Louise Bourgoin) vuole a tutti i costi quella mummia, perché una volta portata nella sua dimora a Parigi, grazie all’aiuto dell’illustre professor Espérandieu (Jacky Nercessian) , in grado di resuscitare i morti, potrà nuovamente essere capace di usare l’antico sapere per salvare sua sorella, in bilico tra la vita e la morte dopo un banale incidente di cui Adèle si ritiene direttamente responsabile.
I destini della mummia e del misterioso uccello preistorico sono legati alla giovane avventuriera.
La belle èpoque trionfa in questa avventura di Luc Besson “Adèle e l’enigma del faraone” grazie ad un’eroina il cui nome non sarà certamente destinato a scomparire. Allontanati gli stereotipi alla Indiana Jones, Lara Croft o della fortunata serie cinematografica della Mummia, Adelè Blanc – Sec è l’eleganza francese che ben si concilia con l’ardore dell’esploratore e la raffinatezza lussuosa degli abiti parigini. Un personaggio sarcastico, audace, sicuramente femminile e provocante (con pochi eccessi). Louise Bourgoin, scoperta dal regista mentre leggeva le previsioni del tempo in televisione si è dimostrata credibile nel suo ruolo. Una scommessa vinta.
Nell’arco della pellicola c’è inoltre un ben gestito saccheggio di molte tematiche ed elementi del cinema francese e americano: dove l’aplomb viene spesso sovrastato dalla volgarità, la nobiltà dalla sfrontatezza, e l’esagerazione e il caos non vengono mai messi in secondo piano. Besson è riuscito in questa occasione a creare un opera adatta alle famiglie, pur senza tralasciare il suo stile e le tecniche di regia, partendo dall’omonima graphic novel di Jacques Tardi.
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