Legge elettorale: l’ennesima figuraccia della politica italiana

legge elettorale

Matteo Renzi (tuttogratis.it)

La cosa divertente è che questo doveva essere il Governo delle riforme. Non stanno riuscendo neanche a mettersi d’accordo sulla legge elettorale, figuriamoci quello che avrebbero combinato se avessero provato a ridurre le tasse sul lavoro, a evitare l’innalzamento dell’Iva, a migliorare il sistema gli ammortizzatori sociali, a risolvere il problema degli esodati. Tutte cose che Enrico Letta aveva promesso di fare quando la Camera gli votò la sua prima fiducia. Di quei provvedimenti, manco a dirlo, non se n’è visto neanche mezzo. E forse non arriverà neanche la riforma elettorale.

SENATO O NON SENATO? - Da due giorni va avanti una polemica fra il segretario del Partito Democratico Matteo Renzi e il leader del Nuovo centrodestra Angelino Alfano. A dir la verità l’oggetto del contendere non è la legge elettorale, ma il futuro ruolo del Senato. Renzi vuole un Senato non elettivo, che rappresenti le regioni. Alfano invece lo vorrebbe elettivo e partecipante al procedimento legislativo, in grado di esaminare i progetti di legge della Camera. Il sindaco di Firenze ovviamente non ci sta. Se proprio questo Governo deve durare, si devono fare le riforme che vuole lui. Per questo, durante il #matteorisponde di due giorni fa, il rottamatore ha rilanciato dicendo che l’esecutivo deve intervenire sui diritti alle coppie di fatto e sullo ius soli. Mossa quanto mai furba. Il Ncd è contrario e non darà mai il proprio assenso a tali provvedimenti. Ma cosa potrà mai fare per evitare che vengano approvati? Far cadere il Governo? Così facendo farebbe solo un gran favore a Renzi, il quale non aspetta altro. Alfano e i suoi uomini hanno tanti difetti, ma da uomini politici d’esperienza si saranno resi conto del tranello che gli sta tendendo Renzi. Per questo, potrebbero tornare sui loro passi dicendosi favorevoli a un Senato non elettivo in cambio di un sistema elettorale a doppio turno.

CHI DI RICATTI FERISCE… - Davvero curiosa, invece, è stata la reazione di Alfano alla provocazione di Renzi sui diritti civili e sullo ius soli: «Se ci fosse l’arroganza di chi ritiene che o si accettano le proposte del Pd oppure non si va avanti, noi saremmo i primi a dire che noi non andiamo avanti», «Non ci facciamo dettare l’agenda». Perché Alfano non ha fatto lo stesso ragionamento quando il centrodestra, durante l’estate scorsa, pretendeva che il Governo eliminasse l’Imu (o meglio, di cambiargli nome)? L’abrogazione dell’Imu stava nel programma del Pdl, non in quello del Pd. Perché mai un Governo di larghe intese avrebbe dovuto fare qualcosa promesso in campagna elettorale soltanto da uno schieramento? Eppure l’esecutivo per mesi non ha pensato ad altro. Adesso la situazione è la stessa di allora, però all’inverso. L’unica differenza è che Alfano sta dichiarando la propria contrarietà, mentre il Pd, nella vicenda Imu, non alzò minimamente la voce e si fece dettare l’agenda (per usare un’espressione che adesso va molto di moda) da Berlusconi.

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Gianroberto Casaleggio (dagospia.com)

QUESTO INCONTRO NON S’HA DA FARE - Intanto, ieri Renzi ha mandato un segnale chiarissimo scrivendo quanto segue su twitter: «Legge elettorale. Le regole si scrivono tutti insieme, se possibile. Farle a colpi di maggioranza è uno stile che abbiamo sempre contestato». Il messaggio era chiaro: se Alfano continua con questi giochini, lui la legge elettorale la fa con Forza Italia. In una nota il deputato forzista Gianfranco Rotondi ha risposto al segretario del Pd ribadendo la loro preferenza: «Forza Italia vuole il sistema spagnolo, Renzi si regoli». Lo spagnolo è il sistema che preferisce anche il sindaco di Firenze, in quanto è quello che più produce un forte bipartitismo. Ma il Pd antirenziano non ci sta. Subito Alfredo D’Attorre, esponente bersaniano, ha dichiarato: «Immagino che Renzi sarà cauto su mosse che possano resuscitare politicamente Berlusconi». D’Attorre e tutti i bersaniani hanno, evidentemente, una memoria a dir poco cortissima. Proprio Bersani incontrò Silvio Berlusconi il 9 aprile 2013 per accordarsi sul nuovo Presidente della Repubblica. Il Cavaliere scelse Marini, e infatti Bersani lo propose anche se il M5S candidò un esponente appartenente al mondo della sinistra come Stefano Rodotà. Dopo che il Pd si suicidò silurando Prodi, sempre Bersani elesse Napolitano insieme a Berlusconi. Per carità, accordarsi con il Cavaliere è una mossa che se si può evitare è sempre meglio (se non altro per una questione scaramantica, fino adesso l’unico che ha battuto Berlusconi è chi non ci ha mai fatto accordi cioè Prodi) ma almeno Renzi ci vuole fare solo la legge elettorale. Bersani e i bersaniani, invece, con Berlusconi hanno eletto il Capo dello Stato. E adesso si lamentano con il nuovo segretario. Da che pulpito?

I GRILLINI DORMONO - In tutto questo stupisce il silenzio del Movimento 5 Stelle. In questa partita potrebbero svolgere un ruolo fondamentale. Fra le tre proposte fatte da Renzi, c’è anche quella del mattarellum corretto. Proprio i pentastellati furono gli unici, insieme a Sel, a votare la mozione Giachetti cioè il ritorno al mattarellum. Che problema ci sarebbe, quindi, a riconfermare quel voto insieme al Pd? Gianroberto Casaleggio è bravissimo a fare marketing, ma per quello che riguarda le decisioni politiche da prendere, sarebbe meglio che lasciasse fare ai deputati e ai senatori. Non si capisce che vuol dire, infatti, che le tre preposte del sindaco di Firenze sono incostituzionali, come ha detto ieri il padre spirituale del M5S. Forse voleva dire che, essendo il sistema uscito dalla sentenza della Corte Costituzionale un proporzionale, allora tutto ciò che è diverso è incostituzionale. Una balla clamorosa. Anche se l’idea di andare a votare con quello che rimane del porcellum piace non solo a Casaleggio. Agli alfaniani e ai centristi, per esempio, piace proprio in quanto sistema proporzionale in cui contano anche i piccoli partiti. Certo, se veramente non si riuscisse a fare neanche una nuova legge elettorale, allora la politica firmerebbe il proprie ennesimo fallimento.

Giacomo Cangi

@GiacomoCangi

foto: fanpage.it; tuttogratis.it; dagospia.com

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