
Lega a congresso: Maroni è il segretario e Borghezio è un italiano
Assago – L’importanza di chiamarsi Mario. Dopo la doppietta euro-Euro 2012 messa in rete contro la Germania dai Mario nazionali – Monti-Balotelli – ecco un altro Mario pronto a scendere in campo o meglio, sul verde prato di Pontida: Borghezio. Ricapitolando.
E’ in corso il congresso federale della Lega Nord che domani deciderà il nome del futuro segretario. Un nuovo inizio dopo la conclusione dell’era Bossi. Il pronostico è semplice: la carica cadrà su Roberto Maroni, unico candidato che ha incassato le firme di 400 dei 600 delegati partecipanti. Un plebiscito dopo il quale dovrebbe risorgere un nuovo movimento padano più attento alle questioni del Nord Italia che alle beghe di palazzo romane. Vedremo.
Nel frattempo il nome di Maroni sta già percorrendo i siti delle agenzie di stampa e dei giornali i quali da ore riportano i commenti dei vari lumbard presenti al congresso.
Per il neo segretario nazionale della Lega Lombarda, Matteo Salvini: ‹‹Nella Lega conta il progetto e non i nomi. Nessuno è indispensabile e anche Bossi continuerà a fare la sua parte››. Comunque: ‹‹Il segretario sarà Roberto Maroni, punto e basta››.
Il presidente della Regione Piemonte Roberto Cota rilegge le tappe storiche del Carroccio: ‹‹Noi andiamo avanti per la nostra strada e sappiamo che la questione settentrionale non è mai stata affrontata se non da noi quando eravamo al governo. Roma poi si è messa di traverso e allora abbiamo capito che si doveva ripartire dal territorio››.
Il capogruppo della Camera Giampaolo Dozzo è ancora più incisivo nella dichiarazione di fiducia al nuovo leader: ‹‹L’ipotesi di tornare a Roma non ci sfiora più e anzi siamo anche pronti a dare subito le dimissioni da parlamentari. Questo lo deciderà il congresso e quello che deciderà per noi è legge››. Con tanti saluti al Senatur.
La platea di auguri e buoni auspici sotto cui sta per nascere la leadership maroniana non lascia spazio a fraintendimenti: chi conta nel movimento vuole Maroni, il resto è passato con buona pace di quanti – tra elettori, militanti o giornalisti a caccia di gossip di partito – speravano in colpi di scena dell’ultimo minuto.
Tutti d’accordo, insomma, al punto che visto così lo scanario federale risulta anche un po’ noioso. Per fortuna c’è Mario Borghezio che sfodera gli attributi. Poco importa poi se i suoi o quelli di altri.
Si parte con la promessa di lealtà a Maroni: ‹‹La battaglia indipendentista continua e il nuovo segretario, chiunque esso sia se lo ficchi bene in testa. Oggi comincia la rinascita della Lega forte e coraggiosa. Caro segretario, noi saremo leali sempre, ma su questo punto ti romperemo sempre i coglioni››. Capito? Maroni avvertito: quando scenderà in campo ricordi sempre di indossare i paratesticoli perché Borghezio mira basso. Poi se la porta in cui segnare è quella dell’indipendenza padana, il calcio potrebbe essere micidiale.
D’altronde Borghezio è così: uomo verace, nessun pelo sulla lingua e pazienza se in cotanta sincerità qualche volta si inciampa in qualche contraddizione. Ai giornalisti che gli chiedevano se avrebbe tifato Italia agli europei di Kiev contro la Spagna, il Marione in verde ha risposto sì. Dunque padano sempre e da sempre, ma quando gioca la nazionale, anche gli spiriti più fieri e secessionisti si piegano alla passione identitaria.
Basterebbe questo per renderlo simpatico anche all’ultimo forcaiolo rosso in circolazione, ma il meglio arriva dopo.
A chi ha chiesto al leghista come la mettiamo con una nazionale in cui gioca un uomo noto per il pessimo carattere e la pelle nera, Borghezio ha sentenziato: ‹‹Che Balotelli sia un padano con la pelle scura, a me va benissimo. A me girano i coglioni quando i padani si sono compromessi con la ‘ndrangheta. Quelli li rinnego dal punto di vista razziale››. Viva i gioielli del Marione in verde.
Allora, riassumendo: Borghezio segue il calcio, tifa azzurro, gli stanno bene gli extracomunitari, anche quelli che giocano in nazionale, meglio se vivono non più giù di Bergamo (poi vagli a spiegare che Balotelli è nato a Palermo), non ama corruzione e malavita e apprezza il linguaggio machista. A parte la faccenda della Padania libera, sembra che Borghezio abbia tutte le caratteristiche dell’italiano medio. Un Mario tra i Mario, appunto.
Chantal Cresta
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