Le Monde e il degrado di Roma: rapida analisi della punta dell’iceberg

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Immondizia alla stazione della Metro “Colosseo”, la parte più piccola di una “sporcizia” enorme ma poco visibile (foto: lultimaribattuta.it)

«Dal quartiere di Bravetta, ad ovest, a quello di Centocelle, ad est, la capitale d’Italia sembra essere solo una desolazione». Bastano poche parole per capire il tono con cui l’articolo uscito oggi su Le Monde, analogamente a quanto già fatto la scorsa settimana dal New York Times, fotografa la delicata situazione igienica attraversata da Roma, descritta senza mezzi termini come «una discarica a cielo aperto».

IMMONDIZIA, MAFIA E MONUMENTI –  Così, alla breve quanto significa etichetta di città distrutta da mafia e degrado, posta sulla capitale dal giornale statunitense, si aggiunge anche la triste immagine dipinta dai francesi.«Nella città eterna è nato un nuovo modo di fotografare: immortalare i sacchi di immondizia abbandonati davanti ai monumenti», scrive il quotidiano francese, allegando al testo una foto piuttosto esplicita, che ritrae uno stormo di piccioni intenti a cibarsi da un cassonetto posto a pochi metri dall’Arco di Costantino, ben visibile sullo sfondo.

INCURIA, CAOS ORGANIZZATO O PUNTA DELL’ICEBERG -  L’impietosa analisi non si ferma qui, ma prosegue in un elenco di buche, erbacce che crescono tra i sampietrini, cantieri abbandonati e interminabili file all’aeroporto, giardini pubblici arsi dal sole e disservizi causati dai trasporti pubblici. «Caos organizzato? Incuria cronica? Menefreghismo generalizzato?», si chiede il giornalista francese, probabilmente poco abituato alla situazione vista in Italia. Forse però, consapevolmente o meno, Le Monde  coglie tutte le contraddizioni di una città che non è mai riuscita ad essere bella come invece dovrebbe, e non solo dal punto di vista estetico. Il problema di Roma non  è solo l’amministrazione comunale, specialmente quelle che di Atac e Ama si sono interessate solo per assumere amici e parenti – così come non è solamente il menefreghismo civico che sarebbe comunque ipocrita non registrare, nè il circuito malavitoso che ormai è impossibile non vedere. È un insieme di tutti questi fattori che si alimentano tra loro, e di un’inesistente spinta verso un cambio di marcia, in una città immersa dentro un circolo vizioso che trasforma i drammi sociali in questioni di ordine pubblico. Perchè la buca, l’erbaccia, il parco poco curato, rappresentano soltanto la punta di un iceberg molto più profondo, che non vedremo mai se ci limiteremo soltanto a condividere foto che portano a concludere: “Roma fa schifo“.

 

Carlo Perigli

 

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