
Le chiese non sono più dei santi ma dei cantanti
Dedicare una chiesa a Michael Jackson: questa la richiesta dei fan francesi del re del pop
di Chiara Tavazza
Qualcuno si rivolterà nella tomba. Se sarà il protagonista della vicenda o altri non è dato saperlo ma qualcuno certamente lo farà. Il divismo esiste dalla notte dei tempi e quando un personaggio famoso passa a miglior vita le pagine di quotidiani e riviste si riempiono di coccodrilli e ricordi e, nei casi di morte non naturale, di ipotesi di complotto e di accuse. Spingersi a chiedere di dedicare una chiesa a Michael Jackson per poter elaborare collettivamente questa perdita appartiene però, decisamente, a un altro piano.
Eppure i fan francesi del re del pop non hanno il volto di chi chiede qualcosa di eccezionale: “Quando si perde una persona cara c’è bisogno di un luogo per poter pregare. La cappella dovrebbe essere un luogo laico e culturale, pieno di fiori, foto, musica.” Con queste parole – e molta nonchalance – si esprime Myriam Walker presidente della ‘Michael Jackson Community’ dando voce ai fan(atici) che avvallano questa richiesta mentre l’avvocato dell’associazione si spinge a dire “Una chiesa è il solo modo per rendere omaggio alla star”. Se state pensando che in Francia si stiano muovendo su un terreno minato, sappiate che vicino a Brooklyn esiste già una cappella intitolata al cantante e ballerino autore di grandi successi musicali.
La morte dei cosiddetti vip (termine ormai utilizzato nel gergo comune ma che, occorre ricordare, significa very important person), specie se improvvisa e inaspettata, colpisce nel profondo la schiera dei loro seguaci.
Se poi quel personaggio è una star di fama mondiale che sul palcoscenico è cresciuta, caduta e ha trovato la forza di rialzarsi, ecco allora che il dolore diventa universalmente insopportabile.
Mentre i giornali raccolgono testimonianze e ricordano la vita del defunto, i fans club non si danno pace: organizzano manifestazioni, pellegrinaggi nei luoghi in cui la celebrità è vissuta, lo elaborano come un lutto personale a tutti gli effetti. Idolatria che talvolta tocca picchi eccessivi. R.I.P.