
Lavoro: riprende il confronto. Nessuna intesa sull’art.18
Roma – I rappresentanti delle parti sociali sono arrivati a Palazzo Chigi per l’ultimo incontro informale con il ministro del Welfare, Elsa Fornero. Nel pomeriggio si terrà l’incontro ufficiale. Tema del tavolo è sempre la riforma del Lavoro.
Presenti stamattina: il ministro dello Sviluppo Corrado Passera, il vice ministro Vittorio Grilli, la presidente di Confindustria Emma Marcegaglia, i segretari di Cgil e Uil, Susanna Camusso e Luigi Angeletti e il presidente di Rete Imprese Italia, Marco Venturi. Presiede il premier Mario Monti. Sul tavolo anche l’argomento più spinoso: l’art.18.
Continua, dunque, l’estenuante trattativa sulla riforma che anche ieri è stata il centro dell’agenda politica del Governo. Il tentativo è sempre lo stesso: cercare una base comune con i sindacati motivo per cui, ieri notte, è stato organizzato un altro vertice notturno tra questi e il ministro Fornero.
Il ritmo degli incontri è serrato anche in ragione della scadenza decisa dall’Esecutivo per presentare la riforma in Aula entro il mese: 23 marzo. Se non vi sarà accordo, il Governo procederà spedito senza la firma delle parti sociali. Perciò anche il Quirinale, ieri, è sceso in campo per cercare di dipanare il contenzioso. Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha esortato i sindacati affinché ‹‹mostrino di intendere che è il momento di far prevalere l’interesse generale su qualsiasi interesse e calcolo particolare››. Anche perché – ha ribadito il capo dello Stato rivolgendosi all’Esecutivo – sarebbe ‹‹grave la mancanza di un accordo››. Considerazione sulla quale il ministro Fornero concorda appieno senza tuttavia porre vincoli in assenza di acconsentimento: ‹‹Un’intesa con le parti sociali ha un valore aggiunto rispetto a una riforma senza il loro consenso››.
Sono ore decisive per risolvere la questione sull’articolo 18. Ieri in serata, prima dell’incontro notturno, Bonanni ha detto: ‹‹abbiamo affinato proposte›› che ‹‹metteremo in campo››. In seguito ha assicurato che ci sono ‹‹più accordi che disaccordi›› tra i sindacati. Ma l’articolo 18 divide gli animi. Soprattutto sull’intenzione di toccare i licenziamenti disciplinari, faccenda che ai sindacati non piace anche se mitigata dalla possibilità che sia il giudice a decidere tra reintegro o indennizzo. Bonanni propone di alzare ‹‹l’asticella›› dell’indennizzo e di specificare le causali nel contratto di lavoro. Una soluzione – a dire del segretario della Cisl – ‹‹ragionevole››. La Cgil, invece, non ritiene la proposta accettabile e ribadisce di essere disposta al massimo a mediare sulla possibilità che si lasci al giudice il potere discrezionale sui soli licenziamenti economici.
Dello stesso avviso la Uil, la quale è disponibile a intervenire sui licenziamenti economici ma quelli disciplinari non si toccano mentre si apre alla la possibilità di specificare le causali. La Fiom di Maurizio Landini, invece, si smarca da qualsiasi intesa e proclama ‹‹almeno due ore›› di sciopero a partire da oggi, in difesa dell’articolo 18. Inoltre, chiede che ‹‹qualsiasi accordo›› venga raggiunto sulla riforma sia oggetto di referendum.
E stamattina si ricomincia.
Chantal Cresta
Foto || ansa.it