La Spagna trionfa anche nella ‘Top 11′ di Euro 2012

Andres Iniesta bacia la Coppa

L’Europeo conclusosi domenica con la batosta rifilata dalla Spagna all’Italia ha senza dubbio avuto elementi di grande interesse: dal possesso palla ipnotico della Spagna alle accelerazioni furiose di Cristiano Ronaldo, chi ama il calcio ha passato un mese scandito da sfide interessanti costellate da intense emozioni. Certo, alla fine hanno vinto i favoritissimi spagnoli che realizzano così l’inedito filotto Euro 2008-Mondiale 2010-Euro 2012,  ma a parte la finale di Kiev in cui un certo peso ha senza dubbio avuto la condizione precaria degli azzurri le ‘Furie Rosse’ hanno a volte addirittura faticato, come nella semifinale con il Portogallo che non meritava l’eliminazione.

La Spagna resta comunque senza alcun dubbio la squadra più forte del momento (o per meglio dire di questa epoca), ed è forse anche per questo che inizia a stancare, o almeno sta iniziando a risultarne noioso il gioco compassato grazie al quale una scuola calcistica sta imponendosi come mai aveva fatto prima e come forse nessuna altra nazionale era riuscita in passato. Questa superiorità fa sì che nella nostra ‘Top 11’ di Euro 2012 ci sia spazio per moltissimi giocatori iberici, ben accompagnati da altri grandi campioni: il modulo che va per la maggiore di questi tempi è senza dubbio il 4-3-3 di ‘guardiolana’ memoria, in cui manca il centravanti puro nella speranza (che negli ultimi anni si è spesso avverata, basti dare un’occhiata ai risultati) di rendere più difficile la vita agli avversari non concedendo punti di riferimento in avanti.

Iker Casillas (Spagna) – Negli ultimi quattro anni il portiere del Real Madrid ha alzato due volte la Coppa d’Europa e una volta la Coppa del Mondo. In Polonia e Ucraina ha dato sfoggio della sua grande sicurezza, rendendosi protagonista anche di alcune parate fondamentali.

Philipp Lahm (Germania) – Il capitano tedesco è il miglior terzino destro della manifestazione, grazie ad una serie di prestazioni di altissimo livello. Insieme ai suoi compagni ha dato spettacolo fino a quando non si è trovato davanti l’Italia, che si è ancora una volta confermata la bestia nera della Germania. Per la consacrazione di quella che il CT Loew considera, a ragione, “una straordinaria generazione di calciatori tedeschi” c’è ancora da aspettare.

Andrea Barzagli (Italia) – Infortunatosi alla vigilia dell’Europeo il centrale della Juventus ha temuto fino all’ultimo di non poter partecipare. Per fortuna di Prandelli si è ripreso in tempo per la terza partita e per entrare di diritto nella lista dei maggiori protagonisti del torneo. Barzagli ha raggiunto la piena maturità calcistica e a 31 anni ha dimostrato di essere uno dei difensori più forti d’Europa.

Gerard Piqué (Spagna) – L’infortunio di Puyol aveva fatto tremare la Spagna, ma ormai il fidanzato di Shakira ha dimostrato di essere diventato grande, e non ha fatto rimpiangere il compagno. Perfetto in fase difensiva, elegante ed efficace quando c’è da controllare il pallone, Piqué al momento non teme paragoni.

Jordi Alba (Spagna) – Mentre era protagonista della trattativa che dal Valencia lo ha portato al Barcellona, Alba si è imposto come miglior terzino sinistro della manifestazione, con la ciliegina sulla torta rappresentata dal fantastico gol in finale dopo uno scatto incredibile. La sua velocità e la personalità rappresentano una delle sorprese più rilevanti di Euro 2012, anche in considerazione del fatto che stiamo parlando di un classe ’89.

Daniele De Rossi (Italia) – Ha cominciato il suo Europeo al centro della difesa a 3, ruolo che non gradisce moltissimo ma che ha dimostrato di saper interpretare alla grande. Tornato a centrocampo è stato fondamentale per la splendida cavalcata degli Azzurri. Il romanista si è definitivamente consacrato, ed è un peccato che gli acciacchi non gli abbiano consentito di dare il meglio di se’ nelle ultime due partite.

Andrea Pirlo (Italia) – Gli inglesi, scottati dal suo ‘cucchiaio’, lo hanno ribattezzato ‘il pianista’ e la definizione ci sta. Quando c’è da accompagnare la melodia lo fa con dedizione, ma sono i suoi assoli palla al piede ad aver emozionato l’Europa intera che finalmente ha celebrato degnamente uno tra i più grandi talenti della storia del calcio italiano.

Sami Khedira (Germania) – Il centrocampista del Real Madrid è stato un grandissimo protagonista della manifestazione. Tra gli ultimi ad arrendersi anche nella debacle con l’Italia ha dimostrato grande carattere, ben più dei sui celebratissimi compagni Schweinsteiger e Oezil.

David Silva (Spagna) – Dopo il titolo conquistato con il City in Inghilterra l’ala si è ripetuta con una grande manifestazione continentale, convincendo Del Bosque a puntare forte su di lui e ripagandolo con grandi prestazioni. Il gol dell’1-0 in finale, bello quanto difficile, è l’immagine che meglio riassume la definitiva esplosione di un grande giocatore.

Cristiano Ronaldo (Portogallo) – La sua faccia incredula con lo sguardo perso nel vuoto mentre ripeteva “Non è giusto” dopo la sfortunata eliminazione della sua squadra con la Spagna è una delle immagini simbolo di Euro 2012. Dopo un inizio difficile si sveglia asfaltando l’Olanda con una prestazione da urlo e si ripete con il gol vittoria sulla Repubblica Ceca. Contro gli spagnoli insieme ai suoi compagni meritava di più, ed ha il rimpianto ulteriore di non aver potuto battere il suo rigore. In Europa è lui il più forte, e forse meritava la possibilità di dimostrarlo anche in finale.

Andres Iniesta (Spagna) – Nominato dall’UEFA miglior giocatore di Euro 2012 il centrocampista del Barca ha brillato anche nelle partite in cui i suoi compagni sono apparsi un po’ in difficoltà. Assolutamente decisivo, entusiasmante da guardare mentre gioca a pallone.

CT Del Bosque (Spagna) – A parte la splendida finale la sua squadra non ha divertito, lo abbiamo già detto e ci sentiamo di doverlo sottolineare. La scelta di giocare praticamente senza attaccanti di ruolo, d’altronde, se da una parte limita la spettacolarità della sua squadra dall’altra ne esalta le doti che l’hanno resa imbattibile. Dimostra ancora una volta di essere un grande allenatore (ma non ce n’era forse bisogno) non esitando a togliere lo spento Xavi con il Portogallo.

Andrea Corti

Foto da telegraph.co.uk

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