La maledizione di Bela Guttmann? In parte sfatata (ma non dal Benfica)

La maledizione di Bela Guttmann continua a colpire il Benfica, giunto all'ottavo ko in Europa. Ma qualcuno ha già parzialmente sfatato l'anatema...

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Bela Guttman (@lorenzolorenzi)

Il Benfica senza di me non vincerà mai una Coppa dei Campioni: così parlò Bela Guttmann nell’estate dal 1962, dopo aver vinto la sua seconda Coppa dei Campioni consecutiva sulla panchina del Benfica. La maledizione di Bela Guttmann. Una maledizione che si è rinnovata ieri sera a Torino allo Juventus Stadium, nella finale di Europe league, quando i portoghese si sono dovuti inchinare ai calci di rigore al Siviglia, underdog della serata. Eppure forse non tutti conoscono l’intera maledizione e non sanno che, almeno una parte, è stata già sfatata 10 anni fa.

BELA GUTTMAN - Il Benfica di Bela Guttmann era spettacolo, intensità, psicologia. Ungherese naturalizzato austriaco, ma di origine ebrea, Guttman è stato il precursore di tutti gli aspiranti José Mourinho dei giorni nostri. Anzi, lo stesso José Mourinho è probabilmente un novello Bela Guttmann più di quanto non sia se stesso. Carisma al limite della strafottenza, arrogante e morbosamente attaccato tanto ai suoi uomini quanto al dio denaro, Guttmann dopo una mediocre carriera da calciatore ha passato 40 anni saltando da una panchina all’altra. Con le due Coppe Campioni nel Benfica di Eusebio a brillare più in alto di qualsiasi altro alloro.

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Eusebio, Guttman e Mario Columna con la Coppa Campioni 1962 (zonacesariniblog.wordpress.com)

LA MALEDIZIONE - La storia della maledizione di Bela Guttmann è nota. Dopo la seconda vittoria in Coppa Campioni (nel 1962 in finale contro il Real Madrid, al termine di una rocambolesca partita ribaltata dal 2-3 dal primo tempo al 5-3 definitivo, grazie ad una straordinaria lettura tattica della partita ed alla marcatura a uomo di Cavém su Di Stefano) Guttmnan chiese un premio alla dirigenza portoghese. Che glielo negò, escludendo che nel contratto fosse prevista tale clausola. L’allenatore ricevette così 4 mila dollari in meno rispetto a quando, un anno prima, aveva vinto il campionato portoghese. E lanciò la sua maledizione, prima di abbandonare il Benfica per il Peñarol, in Uruguay: «Il Benfica senza di me non vincerà mai una Coppa dei Campioni». Anzi. La sua frase completa fu in realtà la seguente:

Da qui a cento anni nessuna squadra portoghese sarà due volte campione d’Europa e il Benfica senza di me non vincerà mai una Coppa dei Campioni

OTTO KO IN FINALE - Il Benfica, da allora, come è noto è andato 8 volte in finale. Non solo di Coppa Campioni (la Coppa Uefa/Europa League fu istituita solo nel 1971), ma con lo stesso, medesimo risultato. La sconfitta.

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Le 8 sconfitte in finale del Benfica (@fedemzzc)

Otto sconfitte. Tutte con un solo gol di scarto – tranne quella del 1968 contro il Manchester United – tra cui due ai rigori (1988 in Coppa dei Campioni contro il PSV Eindhoven e quest’anno in Europa League contro il Siviglia) e ben 3 sconfitte in finale nei 5 anni successivi all’addio di Bela Guttmann dalla panchina del Benfica. La supersquadra di Eusebio fermata da una maledizione che inizia a fare invidia a quella di Babe Ruth. Ma la prima parte dell’anatema di Guttmann, è già stata sfatata da 10 anni. Indovinate da chi?

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Mourinho sfatò la parte portoghese della maledizione di Guttman nel 2004 (it.uefa.com)

IL PORTO DI JOSÈ MOURINHO - Il Porto è riuscito a sfatare la prima parte della maledizione, quel “nessuna squadra portoghese sarà due volte campione d’Europa”. I draghi di Oporto hanno infatti vinto la Coppa Campioni nel 1987 (2-1 in finale al Bayern Monaco, con Artur Jorge sulla panchina portoghese) e sfatato la maledizione nel 2004, con il bis firmato José Mourinho, che alzò la sua prima Champions League in carriera (dopo aver vinto l’anno precedente la Coppa Uefa sempre sulla panchina del Porto) piegando in finale per 3-0 il Monaco. Per il calcio portoghese la maledizione è sfatata da ormai 10 anni. Per il Benfica, invece, poche migliaia di dollari sono costate più di 50 anni di incubo. E le aquile ancora non riescono a vedere la fine del tunnel. Male che vada, al 2062 mancano solo 48 anni…

Francesco Guarino
@fraguarino

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