Il passato marchia a fuoco il presente. ‘La festa di matrimonio’ di Adriano Di Gregorio

Col suo nuovo 'La festa di matrimonio', Adriano Di Gregorio ripropone il commissario Battaglia e l'ispettore Spanò come fulcro per una narrazione di ampio respiro

La copertina di "La festa di matrimonio", il nuovo romanzo di Adriano Di Gregorio

La copertina di “La festa di matrimonio”, il nuovo romanzo di Adriano Di Gregorio

Trascorre torrida e sempre uguale a se stessa, sotto i raggi del vivissimo sole che bacia la sicilia catanese, la quotidianità del vicequestore aggiunto Damiano Battaglia e del suo fedele collega e amico, l’ispettore Concetto Spanò. Segreti inconfessabili, omertà a iosa, menzogne, ricatti e altre sfumature della locale malavita organizzata scandiscono le ore sia in ufficio che in strada. Ma quando entra in gioco una serie di circostanze che costringono a fare i conti con un passato più oscuro del solito e, soprattutto, particolarmente rivolto a circostanze che portano tutto e tutti a fare definitivamente i conti col presente, ecco che entrambi i protagonisti (con particolare attenzione rivolta al buon Battaglia) si ritrovano a unire intuito e praticità con una non comune capacità di analisi, comprensione ed empatia che fa del senso di umanità il principio cardine per arrivare a risolvere un enigma solo in parte inavvicinabile con la sola forza della ragione.

Già, perchè è decisamente un coraggioso passo in avanti, quello compiuto da Adriano Di Gregorio con il suo nuovo giallo-thriller La festa di matrimonio (Algra Editore). Lo è nel momento in cui, partendo dai personaggi già presentati e delineati nel precedente poliziesco (Il peso della verità), sceglie di utilizzare una validissima (e importante) ambivalenza narrativa scomponendo, di fatto, il racconto in due diramazioni che, gradualmente, tendono sempre di più a confluire in un finale decisamente sorprendente ma, più di tutto, particolarmente efficace da un punto di vista concettuale.

Quando al commissario Battaglia, nel corso delle indagini rivolte al tentativo di risoluzione di un intricato e misterioso omicidio, vengono recapitate delle lettere provenienti da una vecchia corrispondenza d’amore – risalente ad alcuni decenni prima – si apre un panorama di enorme respiro che lo catapulta nelle controverse vicende di due amanti, i cui trascorsi lo spingono sempre di più, quasi inconsciamente, a scoprire cosa si celasse dietro il contenuto di quelle lettere.

Ed è da qui che Di Gregorio sceglie di adottare una scissione del racconto che sospende momentaneamente le vicende del tempo presente prendendo per mano il lettore per portarlo nella Germania della DDR.

Adriano Di Gregorio

Adriano Di Gregorio

Questo secondo livello narrativo è ambientato nei tre giorni precedenti alla costruzione del muro di Berlino e ha per protagonisti due ragazzi, Albert e Libera, rispettivamente un fuggitivo da Berlino Est e una giovane siciliana trasferitasi a Milano per studiare filosofia e venuta in contatto con alcuni operai della Pirelli in pieno contesto rivoluzionario da estrema sinistra. Cosa c’entra quest’altra storia con quello su cui si trovano ad indagare Battaglia e Spanò? Cosa ha a che fare il contenuto di quelle lettere e la ricostruzione delle vicende di quei due ragazzi con l’omicidio di Domenico Grancagnolo, impegnato in un’attività di smaltimento di rifiuti tossici strettamente legata alle cosche malavitose capitanate dal pericolosissimo Totò Sciuto? E cosa c’entra, ancora, tutto questo con le indagini su uno spacciatore e con il ritrovamento di un quaderno con su scritta una vasta serie di numeri associati alla sezione aurea?

Forte della sua spiccata professionalità nell’ambito della ricerca storica moderna, Di Gregorio riesce a fare di tutto questo ampio ventaglio narrativo una considerevole fonte di contenuto per fare della divergenza spazio-temporale un unicum sensoriale assolutamente in grado di far emergere, in verità, molti degli aspetti più reconditi e indicibili dell’animo umano.

Ma c’è di più. Mescolando abilmente un’ambizione così seria e profonda con un approccio in parte anche ironico, spassoso e irriverente (basta accorgersi fin da subito dei rapporti di reciproco cameratismo misto ad affetto amichevole intrattenuti da Battaglia e Spanò), Di Gregorio, di fatto, riesce a fare uso di un linguaggio egregiamente scaltro, diretto e appassionante per arrivare (e anche questo è il punto) a coinvolgere ampiamente il lettore instaurando con lui quel sempre spigoloso fattore fiduciario attraverso il quale è possibile – se capaci di una scrittura limpida e genuina come in questo caso – inoculare in maniera ben più corposa quel necessario senso di empatia rivolta al tentativo di avvicinamento e comprensione di fatti non solo materiali, ma anche e soprattutto invisibili, morali, etici, profondamente radicati tra le viscere dell’essere. Il tutto, per di più, mettendo a confronto lo spessore di vicende passate in qualità di motore trainante per molte azioni presenti, capovolgimenti di fronte quasi inspiegabili se non con la potenza del grande respiro regalato a una struttura carica di senso e, proprio per questo, perfettamente in grado di fare luce sulla natura universale di significati legati a situazioni terrene di elaborazione di lutti e scontri frontali con segreti relegati tra le spire di un passato che non può più starsene a guardare.

 

Stefano Gallone
@SteGallone

Share and Enjoy

  • Facebook
  • Twitter
  • Delicious
  • LinkedIn
  • StumbleUpon
  • Add to favorites
  • Email
  • RSS

Ti è piaciuto questo articolo? Fallo sapere ai tuoi amici

Lascia un Commento

L'indirizzo email non verrà pubblicato.

È possibile utilizzare questi tag ed attributi XHTML: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <strike> <strong>

 
Per inserire codice HTML inserirlo tra i tags [code][/code] .

I coupon di Wakeupnews