L’ Era Legale, Mockumentary all’ombra del Vesuvio

Il 2020 vede Napoli come una città modello di legalità: strade sicure, niente pile di rifiuti (tutti riciclati) e cittadini ligi alle norme, ma come è successo tutto ciò?

Il merito di questo cambiamento radicale si trova nell’ascesa di Nicolino Amore a sindaco di Napoli. Amore,  parte dai Quartieri Spagnoli dove esercita la professione di parcheggiatore abusivo fino ad arrivare alla poltrona di sindaco e alla salotti della Napoli bene. Il bizzarro personaggio si fa tentare dalle sirene della bella vita e perde di vista la sua gente e le sue origini.

ridesterà la sua coscienza cercando di cambiare le cose, andando alla radice dei problemi della città partenopea: l’influenza mefitica della camorra che soffoca ogni attività e reprime i cittadini.

Nicolino intuisce che la soluzione è sottrarre Napoli a questo mortifero abbraccio e per farlo bisogna togliere alla camorra la sua principale fonte di sostentamento: il traffico degli stupefacenti. Il neo sindaco di Napoli, escogita un piano tanto semplice quanto controverso: legalizzare le droghe. Ma questo non porterebbe la città dalla padella dritta nella brace? Riuscirà il sindaco Nicolino Amore a far entrare la città in una nuova Era Legale?

Il genere del Mockumentary (il finto documentario) viene usato da Enrico Caria nel suo L’Era Legale per tracciare un quadro di ciò che è Napoli e di ciò che potrebbe essere. Mantenendo sempre in primo piano il racconto, mescolando abilmente materiale di fiction e interviste su temi reali, Caria racconta la situazione in cui versa la città mantenendo un tono leggero senza mai appesantire il film.

La figura di Nicolino Amore, incarnata magistralmente da un Patrizio Rispo decisamente in parte, simpatico outsider, novello masaniello, si fa veicolo di una lezione di civismo senza diventare pedante, riuscendo a mantenere la sua identità di personaggio.

Altro protagonista a pieno titolo della pellicola è la citta stessa che viene raffigurata allo stesso tempo in modo realistico senza però rinunciare ad un uso caricaturale di certi stereotipi che invece di risultare fastidiosi riescono ad alleggerire la narrazione.

L’impegno del film nell’affrontare temi dall’alto valore civile è testimoniato dalla partecipazione di alcuni personaggi che hanno fatto della lotta per la legalità la loro missione di vita: Tano Grasso dell’associazione Antiracket, Pietro Grasso, Procuratore nazionale Antimafia, Giancarlo de Cataldo, magistrato e scrittore (autore del fortunato Romanzo criminale), Bill Emmott, giornalista di “The Economist”, Carlo Lucarelli, giornalista e scrittore e Francesco Ferrante di Legambiente.

Le interviste a questi personaggi vengono inserite nella narrazione con un abile montaggio che alterna il piano della narrazione al piano della realtà documentaristica creando una miscela di vero e falso, in cui i due elementi si amalgamano creando un tutto armonico.

L’era legale è un film che susciterà certamente dibattiti e riflessioni da parte degli spettatori, l’intento del regista e della troupe è proprio quello di far luce su una situazione che molto spesso non viene affrontata con l’attenzione che meriterebbe e che quando viene trattata è stigmatizzata come esempio negativo e mai oggetto di analisi obiettive.

In definitiva un film che ha in sé la doppia natura di pellicola divertente e ironica e al tempo stesso di alto impegno civile. Nelle sale dal 13 Gennaio.

Davide Schiano di Coscia

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