Juventus-Genoa: Granqvist, rigore o no? Il caos del regolamento

Il fallo di mano di Granqvist in Juve-Genoa

Torino - E’ finito 1-1 l’anticipo serale tra Juventus e Genoa andato in scena ieri allo Juventus Stadium. I padroni di casa dominano la gara con una prestazione certamente non brillantissima, ma dopo il momentaneo vantaggio siglato al 9′ della ripresa da Quagliarella, si fanno recuperare dall’ex Marco Borriello. Della partita, però, si è parlato e si parlerà sicuramente poco. A riempire le pagine dei giornali sono invece i commenti sulle scelte arbitrali di Guida e del giudice di linea Romeo, che in 90 minuti, ne combinano di tutti i colori.

Ma cerchiamo di fare un po’ d’ordine. Al 13′ il primo episodio ed il primo errore dell’arbitro, colpevole di non aver visto un netto tocco di gomito di Vucinic, che allarga scioccamente il braccio per deviare un corner battuto da sinistra dalla squadra rossoblù. Timide le proteste degli ospiti, ma il rigore è lampante. Episodio curioso al minuto 22. Lancio di Pogba, ottimo taglio centrale di Marchisio e tiro di controbalzo, che destinato ad uscire colpisce invece i piedi del giudice di linea, il quale rimette  in gioco il pallone. Sulla ribattuta c’è Vidal che potrebbe segnare a porta vuota, ma l’arbitro ferma il gioco e concede la rimessa da fondo campo, anche se secondo il regolamento la sfera è in gioco fino a quando non varca la linea: eventuali tocchi di arbitri o guardalinee non hanno alcun valore.

Tutti nei minuti finali gli episodi su cui recriminano maggiormente i bianconeri. Al 35′ del secondo tempo, su cross di Giaccherini, Antonelli trattiene vistosamente davanti agli occhi del giudice di porta Romeo Vucinic, ben appostato per battere a rete. Rigore ineccepibile, così come poteva starci quello per l’affondamento di Pogba da parte di Pisano, che si aggrappa al francese della Juventus in area piccola su un calcio d’angolo di Giaccherini.

All’ultimo minuto il fallo di mano di Granqvist, quello che aprirà poi il fiume di polemiche. La deviazione col braccio alto del giocatore genoano è evidente, la posizione scomposta degli arti superiori sulla scivolata per deviare il cross di Lichtsteiner, altrettanto. Le disquisizioni nascono dal fatto che la palla abbia prima toccato il piede del giocatore svedese, il quale in scivolata ha poi svirgolato malamente all’indietro, facendosela carambolare sul braccio. La volontarietà però non conta, soprattutto in questi casi in cui il difensore aumenta e non di poco il proprio volume con una posizione inappropriata del braccio, deviando per di più una palla che, passando, sarebbe finita a Vucinic appostato subito dietro a due passi dal portiere. Rigore da assegnare, anche se sarebbe assolutamente necessario che la classe arbitrale si esprimesse in maniera chiara e definitiva sui falli di mano in area, soprattutto su quelli preceduti da tocchi con altre parti del corpo. La “discrezionalità” non può essere una regola.

Il finale è censurabile, con mezza Juve a protestare, anche oltre i limiti consentiti e Conte letteralmente imbufalito sia in campo che ai microfoni: «Accetto che mi si dica di non aver visto, non che non se l’è sentita. Tutti hanno detto che era rigore, l’arbitro non può dire che non se la sente di assegnarlo. Questo non è calcio. Se io ascolto determinate cose, vergogna è il minimo che posso dire». Marotta ai microfoni di Sky getta benzina sul fuoco, polemizzando sulla designazione di un arbitro della provincia di Napoli. «Non posso pensare alla cattiva fede, ma diventa difficile per un arbitro di Torre Annunziata, provincia di Napoli, dirigere una gara della Juventus in lotta per il titolo con gli azzurri. È una designazione infelice. Immaginate cosa potrebbe succedere se un arbitro di Torino dovesse dirigere il Napoli?»

Davide Lopez
@davidelopez1986 

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