
Julie&Julia, cibo, passione e joie de vivre!
Nelle sale la nuova commedia culinaria di Nora Ephron presentata in anteprima alla Festa del Cinema di Roma. Maryl Streep premiata col Marc’Aurelio d’oro alla carriera
di Daniela Dioguardi
Francia, inizio anni ‘50.“Julia, tu sei il burro sul mio pane e il pane della mia vita”. Non poteva, Paul Child (Stanley Tucci), funzionario dell’ambasciata americana appena trasferito a Parigi, scegliere frase più appropriata per augurare, a sua moglie Julia (Maryl Streep), un Buon San Valentino. Eh sì, perché la signora Child, donna vivace e gioiosa, dotata di uno spirito indomabile, ama mangiare, ma non nel senso più avido e compulsivo del termine: basta guardarla mentre, in totale estasi, assapora un assaggio di sole meunière, per capire che quella che nutre per il cibo è un’assoluta, autentica passione.
Alla ricerca di un opportuno e stimolante passatempo, dopo essere passata per una sartoria di cappelli e un elitario circolo di bridge, Julia trova il coraggio di affermare sé stessa, decidendo di fare dell’adorata arte culinaria un mestiere di vita: si iscrive alla Cordon Bleu, prestigiosa scuola di cucina parigina dove apprende i più sublimi segreti della cuisine francaise, inconsapevole di un destino che la porterà a irrompere nelle dimore delle casalinghe americane “senza servitù” con il suo libro Mastering the Art of the French Cooking e con il suo show televisivo in cui insegnerà l’arte della buona cucina, suscitando l’interesse per il buon gusto, in un paese come gli Stati Uniti, già ampiamente intriso della cultura del fast food.
Nel 2002, cinquant’anni più tardi, si svolge, invece, la vicenda di Julie Powell (Amy Adams), giovane impiegata“senza alcuna autorità”del Governo degli Stati Uniti, trasferitasi da Brooklyn al ben più dimesso Queens con suo marito Eric (Chris Messina). Ex studentessa universitaria modello, Julie si ritrova, trentenne, in preda a una vera crisi esistenziale, iniziata da quando ha rinunciato a completare il “suo” romanzo, ritrovandosi, poi, per necessità, a dover lavorare come centralinista in un grigio e anonimo cubicolo, metafora del suo orizzonte presente. Sospinta dal sogno, mai abbandonato, di diventare una scrittrice e sorretta da evidente talento per la cucina, Julie decide di provare a dare un senso alle sue giornate, lanciandosi una sfida: realizzare le 524 ricette del celebre libro di Julia Child in 365 giorni, raccontandone lo svolgimento in un blog quotidianamente aggiornato.
Ispirandosi agli scritti autobiografici di Julia Child (My life in France) e di Julie Powell (Julie&Julia), Nora Ephron (già regista di Harry ti presento Sally e C’è posta per te) scrive e dirige una pellicola, in definitiva, godibile in cui racconta parallelamente di due donne che, seppur a distanza di mezzo secolo, sono accomunate dalla capacità e dal coraggio di affermarsi nel mondo attraverso una grande passione che è quella per la cucina.
Non è difficile cogliere, inoltre, nella giovane Julie, tutte le paure e le incertezze del nostro tempo, legate anche alle difficoltà di emergere e di esprimersi in modo autenticamente libero e creativo, senza dover rinunciare alla realizzazione personale. Ecco, così, che il personaggio di Julia Child, che, con solarità ed energia, sceglie di guardare alle cose belle della vita, si decontestualizza e diviene simbolo di quella joie de vivre cui, con particolare ansia, l’uomo contemporaneo pare anelare. Si comprende, allora, come le ricette della Child, con tutto il festoso corteo di colori, sapori, profumi e fragranze che sanno evocare, rappresentino per noi, come per Julie, un vero e proprio nutrimento per i nostri animi frustrati e insoddisfatti e, allo stesso tempo, un irresistibile invito alla celebrazione dei piaceri della vita.
La divina e istrionica Maryl Streep si riconferma impeccabile nella sua interpretazione, in perfetto accordo con la sua recente scelta di legarsi anche a personaggi comici e brillanti, parecchio distanti da quelli diafani ed eterei del passato, che hanno contribuito a crearne il mito comunque inscalfito.
L’interpretazione di Amy Adams nei panni di Julie Powell, così come la sua fisicità, risultano essere calzanti ai tratti graziosi e vulnerabili con cui si è voluto disegnare il personaggio, mentre Stanley Tucci riesce perfettamente nel ruolo elegante e rassicurante di Paul Child.
La pellicola, progettata, in modo abbastanza evidente, per un target specifico quale il pubblico adulto femminile, pare mancare in alcuni tratti, che non siano colmati da una comicità frizzante e quasi ingenua, della giusta tensione in grado di tenere viva e costante la curiosità dello spettatore: la trama, seppur coerentemente intrecciata, è priva di veri e propri punti di “scontro” o di “incontro” tali da creare suggestivi picchi emozionali, indispensabili alla buona riuscita di un film.
Nonostante ciò, Julie&Julia rimane un film gradevole, decisamente raccomandato agli amanti delle commedie culinarie e in grado di strappare più di un sorriso allo spettatore che, se non altro, esce dalla sala un po’ più goloso di gioia, di piacere e, in buona sostanza, di vita.