L’Italia si muove a suon di podcast: ecco i segreti per produrne uno di qualità

podcast

Con internet sono cambiate diverse cose. Basti pensare alla musica e alle trasmissioni radio. Prima ci voleva un lettore CD o un apparecchio che potesse ricevere il segnale FM. Ora grazie a piattaforme ad hoc, su tutte Spotify, è possibile sia ascoltare i nostri cantanti preferiti sia alcuni contenuti meglio noti come podcast. Se l’obiettivo è quello di crearne uno personale di qualità, nelle prossime righe verrà spiegato come fare.

Il successo dei podcast in Italia

Ma cosa sono più precisamente i podcast? Si tratta di trasmissioni radio divise per episodi che possono essere ascoltate tramite apposite piattaforme via internet, sia in streaming, che salvate in formato MP3 sul proprio dispositivo mobile. Immaginate, quindi, di poter avere sul proprio smartphone tutte le puntate di un programma di successo a vostro piacimento, senza dover attendere l’orario di messa in onda, con la possibilità di sentirlo più e più volte e con una qualità audio del tutto superiore a quella delle onde medie. Queste trasmissioni, che solitamente non durano più di 30-40 minuti, stanno avendo un successo enorme a livello globale, ma soprattutto in Italia.

Parliamo di un incremento pari al 7% in più rispetto al 2021, con 15 milioni e mezzo di italiani che per almeno una volta hanno sentito un podcast nel 2022. La fascia di utenti più importante è quella che si aggira tra i 25 e i 34 anni, i cosiddetti “heavy users”. Il podcast è ascoltato specialmente in casa, magari come sottofondo durante altre attività, ma anche nel corso di un viaggio in metropolitana, ad esempio. Il successo deriva dal suo linguaggio piuttosto semplice e schietto, a volte avvincente e quasi ipnotico. Basti pensare al successo enorme di “Maxi”, il podcast confezionato da Roberto Saviano, mentre tra i generi più ascoltati ci sono il true crime, la storia, la divulgazione scientifica e i corsi di lingue straniere, specialmente l’inglese.

Come creare un podcast di qualità

Prima di vedere come creare un prodotto di una certa qualità, che possa magari essere accolto su piattaforme di ascolto importanti, bisogna capire cosa si vuole realmente fare con questo tipo di attività. Si vuole renderla un lavoro con cui monetizzare o lasciare che sia un hobby? Nel secondo caso le spese si abbasseranno e si avrà bisogno di poca attrezzatura, mentre nel primo si dovrà fare un investimento piuttosto importante. Ecco perché può avere senso in questa eventualità approfondire il tema del credito al consumo su alcune pagine dedicate. Sarà necessario, infatti, acquistare un microfono che abbia un audio professionale, oltre che un supporto adatto per evitare di doverlo reggere in mano. Si parte da costi inferiori ai 100 euro fino ad arrivare a quasi 340 euro.

Se si decide di lavorare con altre persone, quindi ospiti o seconde voci, bisogna pensare ad acquistare anche delle cuffie importanti, che consentano di capire subito la qualità dell’audio di ogni persona che parla, specialmente sé stessi. Quindi serve un software per l’acquisizione e il montaggio dell’audio in alta qualità. C’è Audacity, di cui si possono trovare le istruzioni online. Questo è gratis, ma è per un livello di audio editing da principianti. Esistono anche opzioni a pagamento che permettono di raggiungere risultati davvero importanti: Adobe Audition o Logic ProX potrebbero fare al caso vostro.

Altri investimenti possono riguardare il PC, che dovrà avere una scheda audio buona e ottimi parametri, così come gli investimenti relativi alla pubblicità del proprio podcast. Passando, invece, all’organizzazione, è necessario scegliere accuratamente gli argomenti cardine del prodotto, un titolo e capire quante puntate realizzare. Mai improvvisare, ma scrivere tutto nero su bianco, con copioni e scalette per non sbagliare un colpo. Scegliere se andare da soli o accompagnati da ospiti e co-conduttori. Nel secondo caso è fondamentale rivolgersi ad ognuno di loro nelle singole puntate.

Per la musica è essenziale scegliere brani non coperti da copyright, mentre una volta pronto il prodotto andrà dapprima inserito in un servizio di hosting di podcast, come Captivate o Simplecast, e poi distribuito in una directory, come Apple Podcast, Google Podcast o Spotify. Se, invece, non si vuole fare di questa passione un lavoro, ma tenerla come hobby, il discorso cambia leggermente. L’attrezzatura necessaria potrà essere anche di una qualità inferiore rispetto a quella richiesta da un podcast professionale.

L’importante è scegliere un format semplice, che sia basato su un monologo e non su una narrazione, in modo da evitare scritture complesse e montaggi audio troppo impegnativi. Ci si può far aiutare da un partner per la gestione della strumentazione e delegare le task più tecniche ad un professionista. All’inizio è bene partire con un prodotto fatto di poche puntate, in modo da poter sperimentare ed eventualmente migliorare nella seconda serie. Infine, non creiamo episodi troppo lunghi: 10-15 minuti sono più che sufficienti.

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