Italia-Germania, i migliori sfottò del cinema nostrano

Cinema e calcio, un connubio che nel belpaese si è strutturato intorno al mito di Italia-Germania. In attesa di un nuovo ed esaltante capitolo

italia-germania

Italia-Germania, da mito dell’immaginario collettivo a sfottò “cinematografico” più gettonato degli ultimi anni (foto: youtube.com)

È tutto pronto, ancora ventiquattro ore – minuto più, minuto meno – e sarà di nuovo Italia-Germania. Una sfida complicata, che ci vedrà affrontare una delle poche squadre che hanno mantenuto le premesse maturate alla vigilia di questi Campionati Europei. Campioni del mondo in carica, i tedeschi sembrano tutt’altro che sazi, determinati quanto mai a centrare un’accoppiata già riuscita in tempi recenti a Spagna e Francia. I mezzi, da parte loro, ci sono tutti, ma anche l’Italia ha dimostrato di non essere quella comparsa che inizialmente tutti si aspettavano. E poi, Italia-Germania non è, né sarà mai, una partita come le altre. Al di qua delle Alpi rappresenta una tradizione da rispettare, una narrazione che più delle altre ha saputo coniugare sport e cinema, capace di arricchirsi ad ogni sfida di nuovo e irriverente capitolo.

L’INIZIO CON LA PARTITA DEL SECOLO – D’altronde, il connubio tra cinema italiano e calcio nacque all’indomani del quattro a tre rifilato ai tedeschi nel 1970, in quella che, come riportato sulla targa posta all’esterno dello stadio Azteca, viene unanimemente definita come “la partita del secolo”. Come ricordato da Monica Rossi nel libro “Ciakgol – Il cinema nel pallone“, è proprio quella sfida a portare per la prima volta il calcio all’attenzione del grande pubblico televisivo e cinematografico. Certo, di film a tema ne erano usciti tanti anche prima, ma la leggendaria narrazione del quattro a tre, talmente imperante da far dimenticare la cocente sconfitta rimediata in finale, porterà alla creazione di un vero e proprio filone calcistico. Un filone perlopiù comico e scanzonato, com’è giusto che sia, che in pochi anni si arricchirà di film quali Il presidente del Borgorosso Football Club (1970), Due maghi nel pallone (1971), L’Arbitro (1974), fino ad arrivare a Eccezziunale Veramente (1982) e L’allenatore nel Pallone (1984), probabilmente l’unico lungometraggio di questo filone ad essere rimasto nel cuore degli sportivi italiani, nonostante il passare degli anni.

DUE A ZERO, GROSSO – DEL PIERO - Negli ultimi tempi, il genere “calcistico” è tuttavia è venuto meno, con il cinema italiano che si è ritrovato saltuariamente a pescare nell’immaginario sportivo per “colorare” le proprie opere. Ebbene, uno sguardo alle serie e ai film che hanno fatto ricorso a tale pratica negli ultimi tempi ci consegna un dato tutt’altro che trascurabile: non solo la maggior parte delle scene comiche in cui rientra il calcio riguarda la nostra Nazionale, ma puntualmente ad essere sbeffeggiato è il  tedesco – tifoso o meno – di turno. Come nella prima stagione della sere tv Boris (2009), dove membri di una non meglio specificata serie tedesca vengono inseriti nella sceneggiatura per permettere a René Ferretti (Francesco Pannofino) di ricordare – in maniera piuttosto colorita – il lapidario risultato della semifinale di Dortmund durante i Mondiali del 2006.

ROMANZO….MUNDIAL – L’anno successivo è la volta di Romanzo Criminale, celeberrima serie che ha raccontato ascesa e declino della Banda della Magliana. E cosa c’entra il calcio? Niente, almeno per quanto ne sappiamo noi, ma quando si attraversa quell’epoca è impossibile non citare la vittoria della Coppa del Mondo del 1982. Avversaria in finale la Germania, rappresentata nella serie da un “colorito” tifoso teutonico, capitato nel posto sbagliato nel momento sbagliato, bersagliato da ripetuti gesti dell’ombrello e costretto infine alla fuga dai colpi di pistola sparati in aria – per festeggiare, stavolta – dagli esponenti del gruppo criminale.

LA PARTITA CHE NON ESISTE – Ultimo in ordine di tempo, ma a sua volta simbolo di come Italia-Germania sia ormai diventata il simbolo della beffa ai danni dell’avversario, è Confusi&Felici (2014), terzo film di Massimiliano Bruno alla regia. Rocco Papaleo, telecronista sportivo lasciato dalla moglie per un uomo tedesco, si ritrova a fare la telecronaca di Italia-Germania. Al gol degli azzurri, a tre minuti dalla fine della partita, Papaleo si lascia andare ad un’esultanza sopra le righe a favore di telecamera, mischiando rivalità sportiva, questioni personali, luoghi comuni  e insulti gratuiti a pioggia. La particolarità di questa scena, a differenza delle altre, è che racconta una partita che nella realtà non è mai stata giocata. Nella telecronaca, difatti, si sente nominare l’attaccante bianconero Zaza, che contro la Germania ha giocato una volta sola, in una partita che è meglio non ricordare. Ma forse, quell’uno a zero che campeggia sullo schermo mentre i tifosi italiani festeggiano, è una premonizione di qualcosa che deve ancora accadere. Hai visto mai.

Carlo Perigli

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