
Israele guerrafondaio
Aggiunto da SabinaS il 02/06/2010.
Tags della Galleria Cronaca estera, Esteri, Primo piano
Tags: armi atomiche iran, armi nucleari, atomica, Barack Obama, Benyamin Netanyahu, CBTC, conferenza tnp, Corea del Nord, denuclearizzazione, eliminazione del nucleare, india, iran, israele attacca i pacifisti, Luigi Compagna, mediterraneo, Nir Hefetz, onu, Pakistan, scontri striscia di gaza, Stati Uniti, Striscia di Gaza, TNP, trattato di non proliferazione (TNP), Video
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Lo stato israeliano dice no al programma di denuclearizzazione del M.O. e continua a non dichiarare il suo arsenale nucleare all’Onu. Aderiscono al Tnp 189 paesi. Per Obama l’accordo è “equilibrato e realista”.
di Sabina Sestu
New York – È un accordo storico che fa ben sperare. Sono 189 i paesi che hanno aderito all’accordo per un Medio Oriente senza armi atomiche. La Conferenza ha iniziato i suoi lavori il 3 maggio scorso e in queste quattro settimane, la fine delle consultazioni è avvenuta il 28 maggio, si è arrivati a una conclusione che è stata definita un «successo», come ha affermato il segretario generale dell’Onu Ban Ki-Moon. Certo continua a preoccupare l’Iran, che ha aderito al Tnp (Trattato di non proliferazione nucleare), ma nonostante ciò continua il suo controverso programma nucleare. Israele giustifica la sua scelta di non partecipare alla Conferenza di revisione del Tnp e la sua non adesione al Trattato.
«Il problema vero degli armamenti di distruzione di massa in Medio Oriente non ha a che vedere con Israele, ma con quei Paesi che pur avendo sottoscritto il Tnp lo hanno violato con faccia tosta, continuando al tempo stesso a fomentare il terrorismo: l’Iraq di Saddam Hussein, la Libia, la Siria, l’Iran – afferma Nir Hefetz, consigliere per la stampa del primo ministro Benyamin Netanyahu – ne consegue che la risoluzione del Tnp non solo non favorisce la sicurezza regionale, ma la allontana. Come Paese che non ha aderito al Tnp – continua Hefetz – Israele non è vincolato alle sue decisioni e non gli attribuisce alcuna autorità. Visto il carattere distorto della risoluzione, Israele non prenderà parte alla sua realizzazione». Hefetz ha fermamente dichiarato che la risoluzione del TNP «è sbagliata alla base e intrisa di ipocrisia». L’Onu si auspica che Israele aderisca al Trattato e metta le sue testate nucleari sotto il controllo dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica.
Hefetz ha poi così proseguito: «Prendiamo nota delle precisazioni importanti che abbiamo ricevuto dagli Stati Uniti. La questione sarà sollevata nell’incontro di martedì prossimo fra Obama e Netanyahu». L’accordo, rinnova i tre pilastri precedentemente stabiliti (riduzione per chi possiede armi nucleari, rinuncia per chi ancora non le ha di crearne di nuove, assistenza per l’accesso al nucleare “civile”), e per la prima volta attira l’attenzione e mette in evidenza le responsabilità di quattro paesi in particolare: Pakistan, India, Corea del Nord e Israele, che non hanno firmato (o l’hanno respinto come nel caso della Corea del Nord) il TNP e possiedono armamenti atomici. Ma c’è anche una prima volta per India, Israele e Pakistan. A questi tre paesi è stato, infatti, richiesto espressamente di firmare il TNP e CBTC ( per le armi chimiche e biologiche), mentre alla Corea del Nord si è intimato seccamente di liberarsi del suo programma nucleare. Barack Obama, dal canto suo, ha definito l’accordo «equilibrato e realista». Si è dichiarato molto preoccupato per la presa di posizione di Israele. Specialmente ora che è scoppiata la crisi nel Mediterraneo, a causa dell’attacco degli israeliani contro i convogli umanitari diretti alla Striscia di Gaza.
Il trattato che si è sottoscritto alla chiusura dei lavori della Conferenza di revisione del TNP è di enorme importanza. Infatti, oltre a siglare l’impegno ad andare verso l’eliminazione delle armi atomiche, i paesi sottoscrittori hanno anche preso l’impegno di arrivare all’estinzione anche delle armi batteriologiche e chimiche, le cosiddette “armi di distruzione di massa” diventate oramai famose. Nel trattato inoltre è prevista anche una conferenza da tenersi nel 2012, nella quale porre le basi per eliminare un’unica zona libera da questo genere di armamenti in diciannove stati del Medioriente. Ma Obama ha dichiarato che avverrà solo se anche Israele vi parteciperà.
E l’Italia come si è schierata in questa diatriba contro le armi atomiche? Luigi Compagna, senatore del Pdl e componente della commissione Esteri di Palazzo Madama, dichiara che ha ragione Israele e che il segretario generale dell’Onu Ban Ki-Moon è il «continuatore» dell’austriaco Kurt Waldheim, che fu segretario generale delle Nazioni Unite tra il 1972 e il 1981 nonostante avesse fatto parte dell’esercito nazista. Sicuramente il nostro parlamentare ha cambiato idea dopo l’attacco israeliano alla flotta pacifista, visto anche che ci sono sei italiani coinvolti e in mano alle milizie di Israele. Questo assalto dimostra che lo stato israeliano ha deciso di agire in completa autonomia e senza alcun riguardo per le leggi internazionali. Non contano neanche i pareri degli alleati storici. Si sono isolati, politicamente parlando, dalla comunità internazionale. D’altronde era già stato annunciato dal Sunday Times che una fonte israeliana aveva affermato che Tel Aviv manderà tre sottomarini dotati di armi atomiche a incrociare davanti alle coste iraniane. In funzione deterrente, ma anche con compiti di spionaggio e infiltrazione.
Foto: www.nuovosoldo.file.wordpress.com; www.sinistrata.files.wordpress.com; www.sdapem.files.wordpress.com