
Intervista Tevez: “Tra droghe e omicidi, ho scelto il calcio”
In un'intervista rilasciata a Fifa.com, Tevez ha raccontato la sua difficile infanzia a Fuerte Apache e del ruolo fondamentale ricoperto dal calcio
Che l’infanzia di Carlos Tevez, cresciuto a Fuerte Apache, non sia stata tutta rose e fiori, è una storia ormai risaputa. Ma quando i racconti escono dalla bocca dell’attaccante argentino, ci si rende davvero conto delle difficoltà quotidiane che i giovani dei barrios – i quartieri – poveri di Buenos Aires sono chiamati ad affrontare. Alcuni, come Carlitos, riescono a far fronte alle difficoltà, trovando nelle proprie passioni l’arma per sopravvivere; altri, come Dario Coronel, amico d’infanzia dell’Apache e suo compagno di squadra ai tempi dell’All Boys, scivolano in un mondo fatto di gang e rapine, terminando la propria giovane vita nel peggiore dei modi.
INFANZIA DIFFICILE - «È dura far capire alla gente cosa sia vivere a Fuerte Apache se non hanno provato le stesse cose che ho provato io – ha raccontato l’attaccante argentino in un’intervista rilasciata a Fifa.com. Non puoi entrare nella testa della gente e spiegare loro cosa mi ha insegnato la strada. E mi ha insegnato tanto: la mia infanzia è stata difficile, ho vissuto in un posto dove droghe e omicidi facevano parte della vita di ogni giorno. Vivere in quel modo, anche se sei un ragazzino – ha proseguito Tevez – ti fa crescere in fretta e ti mette nelle condizioni di scegliere da solo la tua strada. Io l’ho fatto, non ho mai tollerato le droghe o gli omicidi e fortunatamente ho potuto fare la mia scelta».
SCELTE DI VITA - Non tutti però riescono a seguire la propria strada, a volte per mancanza di possibilità, altre perchè scelgono la strada che in quell’ambiente risulta più ovvia. «Coronel aveva tutto per avere successo, ma ha scelto una strada diversa, quella della criminalità. Ha fatto la scelta più facile, non è stata una questione di sfortuna. Penso spesso a lui, era il mio migliore amico, stavamo insieme 24 ore al giorno». E come lui, a sentire le parole di Tevez, di ragazzi così a Fuerte Apache è pieno, come sono tanti i giovani che vogliono crescere in maniera diversa, magari seguendo l’esempio del dieci bianconero. «Io ne sono uscito fuori e con me anche altri. Non è facile ma ognuno ha il proprio destino nelle sue mani».
Carlo Perigli
@c_perigli
foto: 12alle12.it