
Intercettazioni: Fini non ha fretta, furia Pdl
Aggiunto da Nicola Gilardi il 15/06/2010.
Tags della Galleria Politica, Primo piano
Tags: barricate alla camera, camera dei deputati, Cicchitto, Dario Franceschini, Ddl intercettazioni, Gasparri, gianfranco fini, Italia dei Valori, manovra finanziaria, Massimo Donadi, nicola gilardi, opposizione, parlamento, Parlamento italiano, PD, Pier Luigi Bersani, Politica, Popolo della Libertà, scissione pdl, senato approva ddl intercettazioni, Silvio Berlusconi, udc, voto di fiducia alla Camera dei Deputati, wakeupnews
Tags della Galleria Politica, Primo piano
Tags: barricate alla camera, camera dei deputati, Cicchitto, Dario Franceschini, Ddl intercettazioni, Gasparri, gianfranco fini, Italia dei Valori, manovra finanziaria, Massimo Donadi, nicola gilardi, opposizione, parlamento, Parlamento italiano, PD, Pier Luigi Bersani, Politica, Popolo della Libertà, scissione pdl, senato approva ddl intercettazioni, Silvio Berlusconi, udc, voto di fiducia alla Camera dei Deputati, wakeupnews
Ancora uno screzio in casa Pdl. Il testo sollecitato da Silvio Berlusconi potrebbe arenarsi alla Camera. L’opposizione promette battaglia
di Nicola Gilardi
Il testo sulle intercettazioni approvato al Senato potrebbe restare fermo per un po’. A dirlo è il presidente della Camera che ha dichiarato: «Perché dobbiamo correre tanto prima delle vacanze estive, come se ci fosse qualche nemico da combattere?». Il testo, infatti, ha subito modifiche importanti al Senato tanto che Dario Franceschini è arrivato a chiedere a Fini di evitare «forzature» per poterne discutere.
La risposta dell’inquilino di Montecitorio è stata rassicurante, soprattutto per l’opposizione: «Da parte di questa Presidenza» è «stato sempre assicurato, e lo sarà in futuro, il corretto svolgimento dei lavori parlamentari in sede di esercizio della funzione ad essa assegnata dall’articolo 8 del Regolamento, nel puntuale rispetto delle norme regolamentari che disciplinano il procedimento legislativo».
Queste parole hanno fatto imbufalire gli uomini più vicini a Berlusconi. Gasparri e Cicchitto, presidenti del gruppo Pdl di Camera e Senato, attraverso una nota congiunta hanno fatto appello al presidente Fini: «Riteniamo che dopo l’ampia discussione parlamentare che c’è stata e dopo le ultime modifiche approvate all’unanimità nel corso dell’ufficio di presidenza del Pdl recentemente riunitosi proprio su questo tema, sia possibile andare a una decisione definitiva che consenta all’Italia di mantenere lo strumento delle intercettazioni ma di renderlo compatibile con l’articolo 15 della Costituzione che tutela la riservatezza».
Anche il leader del Pdl si è stizzito per questa frenata di Fini, definendolo un «voltafaccia» e sottolineando come, solo una settimana fa, l’accordo interno sulle intercettazioni fosse stato firmato all’unanimità da tutti gli uomini del suo partito, anche dai finiani. Il cavaliere a rallentare non ci pensa proprio: «Si va avanti e si chiude» senza lasciare spazi di manovra, perché il testo «non è più modificabile» arrivando a minacciare: «Altrimenti se c’è qualcuno che vuole prendersi la responsabilità di far cadere il governo si va a votare».
L’atteggiamento di Fini, però, è perentorio: «Chi conosce il regolamento della Camera e la Costituzione non ha dubbi» sottolineando la necessità di discutere prima della manovra finanziaria, di cui c’è un più urgente bisogno.
Le reazioni sono state quelle già viste in occasione dell’approvazione in Senato. La parola d’ordine in casa Pd è ostruzionismo. Il segretario Bersani non si da per vinto e minaccia l’appello alla Corte costituzionale e a quella europea. Categorico Massimo Donadi: «Faremo le barricate alla Camera contro la legge bavaglio. Quel testo non può essere emendato, va solo stracciato per il bene del Paese, per tutelare la libertà di stampa e per non privare magistratura e forze dell’ordine di uno strumento essenziale per la lotta al crimine». Ancora negativo il parere di Pier Ferdinando Casini che ha dichiarato: «Siamo pronti a dire alla maggioranza “fermatevi fin che potete” perché questa legge rafforza la delinquenza contro la legalità e già questo, oltre a tutti i discorsi sulla libertà di stampa, è un motivo sufficiente per cambiare profondamente il testo nel passaggio della Camera».
Il potere di Gianfranco Fini all’interno della Camera è molto forte. Sarà lui, infatti, a poter sollecitare o meno la discussione in aula. Dalle dichiarazioni sembra evidente che si voglia, giustamente, dare la precedenza alla manovra finanziaria. Atto che fa riacutizzare la ferita scissionistica all’interno del Pdl.
Foto: www.wikimedia.org; www.nuovosoldo.files.wordpress.com; www.encodinglife.blogspot.com
Pingback: Intercettazioni: Fini non ha fretta, furia Pdl | Politica Italiana