
Ilva, Taranto bloccata dagli operai: sciopero ad oltranza
Una città e relativi dintorni paralizzate dalla protesta. È questa la situazione attuale di Taranto, all’interno della quale i lavoratori dell’Ilva hanno deciso di predisporre blocchi e presidi a tutti gli ingressi, dopo la decisione di ieri di mettere sotto sequestro sei reparti a caldo dell’acciaieria e di incriminare per disastro ambientale otto dirigenti.
Gli operai stanno inscenando diverse manifestazioni di protesta. Oltre al presidio davanti allo stabilimento, ci sono blocchi sulla statale 100 Taranto-Bari, sulla statale 106 jonica, sulla strada Taranto-Statte e all’interno della città vecchia di Taranto. Le forze dell’ordine sono impegnate a deviare il traffico su strade secondarie.
I sindacati hanno indetto lo sciopero a oltranza dei lavoratori e attualmente all’interno dello stabilimento ci sono solo gli operai impegnati nelle attività degli impianti non sotto sequestro. La protesta ha numerose facce: quella della disperazione di chi teme che la chiusura dell’Ilva possa gettare nel baratro diverse famiglie e quella di chi pretende che si concilino occupazione, ambiente e diritto alla salute.
La realtà agrodolce, purtroppo, è nella parole di uno dei manifestanti:«In Italia le bonifiche non vengono fatte da oltre 12 anni e a Taranto da 50 anni. È giusto che Taranto sia risanata – dice – ma è giusto anche che l’Ilva continui a produrre. Non c’è futuro senza questa fabbrica».
Un triste ma veritiero riassunto in poche parole di quella che, da sempre, è la situazione italiana quando ci sono da coniugare guadagno, occupazione e rispetto delle regole. E alla prima, molto spesso, soccombono inevitabilmente le altre due.
Francesco Guarino