“Il Viaggio di Arlo” – Cinque buoni motivi per non perdere il nuovo film Disney Pixar

Dopo "Inside Out", arriva oggi nelle sale italiane il nuovo capolavoro firmato Disney Pixar. Ecco cinque buoni motivi per non perderlo

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Il viaggio di Arlo

Dopo il grande successo di pubblico e critica riscosso da Inside Out, la Disney Pixar torna nelle sale cinematografiche italiane con il suo ultimo lungometraggio, Il Viaggio di Arlo (titolo originale: The Good Dinosaur), presentato in Italia con ben due giorni di anticipo rispetto all’uscita americana, prodotto da John Lasseter (regista di Toy Story e A Bug’s Life), Lee Unkrich e Andrew Stanton da un’idea originale di Bob Peterson, co-regista di Up insieme a Pete Docter, e diretto dall’esordiente Peter Sohn.

Nel caso i nomi fin qui citati non siano una garanzia sufficiente a garantire la qualità de Il Viaggio di Arlo, vi suggeriamo cinque buoni motivi per cui non dovete assolutamente perdere il nuovo lungometraggio Pixar.

 1. I PERSONAGGI E L’INTELLIGENTE COMMISTIONE DI GENERI

Il Viaggio di Arlo si apre con un quesito: cosa sarebbe successo se il meteorite che milioni di anni fa provocò l’estinzione dei dinosauri non avesse mai colpito la Terra? Secondo la Pixar, i dinosauri e altre fantastiche bestie avrebbero convissuto sul Pianeta assieme agli esseri umani, tra meravigliosi paesaggi incontaminati. Ed è tra queste immense lande che vive la famiglia di Arlo, composta da cinque pacifici dinosauri coltivatori di mais e ortaggi. Il più piccolo della famiglia è proprio Arlo, che rispetto al fratello Buck e alla sorella Libby non riesce a compiere con destrezza i lavori domestici, un po’ per inadeguatezza fisica, un po’ per paura. Per sconfiggere i suoi limiti, il padre Henry gli affida il compito di sorvegliare il silos in cui sono conservate le provviste per l’inverno e proteggerle da un misterioso ladro. Durante uno dei suoi turni di sorveglianza, Arlo scopre che il ladro altri non è che un piccolo essere umano, Spot, che riesce però a fuggire in gran fretta. Henry obbliga allora Arlo a seguire il bambino, ma i due vengono colti di sorpresa da una terribile tempesta che porta via la vita al coraggioso papà. Quando, qualche tempo dopo, il piccolo ladro tornerà a rubare le provviste, Arlo tenterà di inseguirlo, ma cadrà nel fiume, la cui impetuosa corrente lo porterà lontano da casa. Sarà l’inizio, per lui e per il piccolo Spot, di una grande avventura fatta di pericoli, grandi esperienze… e l’inizio di una nuova e indimenticabile amicizia.

Immaginate un film di John Ford incontrare Il Re Leone: ecco, perché Il Viaggio di Arlo è sostanzialmente un classico Walt Disney ambientato in una preistoria che però, a giudicare dalla resa visiva dei paesaggi e dai ruoli ricoperti non solo dai protagonisti, ma dai personaggi tutti, ricorda essenzialmente i film western. L’intelligentissimo tocco Pixar si manifesta soprattutto nella caratterizzazione dei personaggi, primo tra tutti il piccolo cucciolo d’uomo Spot, più simile a un cane-lupo che non a un essere umano, e il trio di T-Rex allevatori di bisonti (sì, avete letto bene) che Arlo incontrerà durante il viaggio di ritorno.

I protagonisti Arlo e Spot in una scena del film

I protagonisti Arlo e Spot in una scena del film

 2. L’IMPORTANTE INSEGNAMENTO PER I PIÙ PICCOLI

Il Re Leone dicevamo, perché in più punti il grande papà Henry e il piccolo Arlo non potranno non ricordarvi gli indimenticabili Simba e Mufasa. E come per Il Re Leone, anche Il Viaggio di Arlo è un romanzo di formazione, una storia di crescita e cambiamento, un percorso di accettazione delle mille sfaccettature della vita e dell’importanza delle esperienze e, soprattutto, delle amicizie. E insegna anche il valore e l’importanza delle giuste rinunce e dei compromessi, tappe obbligate per il raggiungimento della maturità. Da questo punto di vista, Il Viaggio di Arlo è certo meno complesso di Inside Out, meno intellettualoide e meno ambizioso, ma resta comunque un piccolo e memorabile gioiello del cinema di animazione.

3. L’ALTISSIMA QUALITÀ DELLA COMPUTER GRAFICA

Ai più piccoli forse interesserà poco, eppure Il Viaggio di Arlo non fa che confermare l’altissimo livello raggiunto dagli effetti visivi made in Pixar. E in questo caso non serve nemmeno il 3D a palesare ai più grandi l’incredibile cura dei dettagli occorsa nella realizzazione del film, a cominciare dalle squame della pelle di Arlo fino ad arrivare all’incredibile resa dell’acqua dei fiumi e delle cascate. Per non parlare dei meravigliosi paesaggi ricostruiti in CGI.

I T-Rex Butch, Ramsey e Nash in una scena del film

I T-Rex Butch, Ramsey e Nash in una scena del film

4. LA COMICITÀ 

Immancabile e fondamentalmente essenziale ne Il Viaggio di Arlo è anche la comicità. Alcune sequenze, come quella delle bacche allucinogene, sono delle vere chicche, e riescono a controbilanciare le altrettante intense sequenze cariche di pathos disseminate in diversi punti della narrazione (e che faranno versare qualche lacrima ai grandi un po’ più sensibili).

 5. PERCHE È UN FILM PIXAR

Un motivazione un po’ tautologica questa, eppure è innegabile che i grandi lungometraggi del passato (anche di quello più recente) realizzati dalla casa di animazione diretta da John Lasseter abbiano segnato una generazione intera, cominciando da Toy Story fino al più recente Inside Out. E se Il Viaggio di Arlo non brilla per innovazione come ha fatto il precedente lungometraggio, resta un film godibilissimo per grandi e piccoli, con un grande insegnamento di vita. E si iscrive alla perfezione nel lungo registro dei capolavori degli studi di animazione più famosi (e più geniali) della storia del cinema animato.

(foto: lastampa.it; screenweek.it)

David Di Benedetti

@davidibenedetti

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