
Il taglio alle diarie colpisce i senatori a vita
Roma – Si parla da tempo di tagli delle diarie parlamentari, di collegarle alle presenze effettive e di ridurre le spese parlamentari: oggi qualcosa è avvenuto, su spinta del Movimento 5 stelle e della Lega nord.
Un ordine del giorno, approvato con schiacciante maggioranza, ha deliberato che anche i senatori a vita saranno da oggi sottoposti al rilevamento delle presenze, con ovvia influenza sulla diaria ricevuta a fine mese.
La diaria di palazzo Madama ha una sua parte variabile, che dipende dall’effettiva presenza – o dall’assenza giustificata – dei senatori in aula durante discussioni e votazioni. Fino a oggi i senatori a vita erano esclusi da questo computo e incassavano sempre il massimo, a prescindere dal numero di presenze in aula: con l’ordine del giorno approvato, però, i questori e l’ufficio di presidenza dovranno integrare fin da subito i dati dei senatori a vita, legando anche le loro diarie alla frequentazione dell’aula.
Il voto è stato palese: 257 favorevoli, 4 contrari, 4 astenuti. Ai proponenti grillini e leghisti si sono uniti anche i senatori Fassone, Mussolini e Palma, in quota Pdl.
L’ordine del giorno approvato si spinge oltre: in caso di assenza a più del 30% delle votazioni, indennità e diaria dei senatori caleranno rispettivamente a 5.000 € e a 3.500 €. Nel contempo, si è deciso di avviare la trattativa per l’apertura di convenzioni tra Senato e compagnia aeree low cost, in modo da ridurre sensibilmente anche i rimborsi per i frequenti viaggi dei parlamentarari.
In discussione, ma non ancora approvate, anche altre misure, che dovrebbero riguardare la rendicontazione obbligatoria delle spese sul sito del senato, l’abolizione dell’assegno di fine mandato e la riduzione drastica – forse il dimezzamento – delle spese di rappresentanza, studi e ricerche del Senato stesso.
Dopo i tagli avviati dal Senato, ora l’attenzione passa alla camera: già la presidente Boldrini, fin da inizio mandato, aveva avviato procedure di revisione della spesa. Le prossime mosse toccheranno all’aula di Montecitorio, come è già stato per il Senato.
Andrea Bosio
@AndreaNickBosio