Il popolo delle partite IVA in rivolta in Sardegna

Manifestanti sardi contro Equitalia

CAGLIARI – Un grido disperato quello che lo scorso dieci novembre ha riunito nel capoluogo sardo circa duemila manifestanti, provenienti da ogni parte dell’isola. Numerosi dimostranti si sono concentrati in un presidio permanente in viale Trento, dinanzi al palazzo della Regione.

Una protesta ben precisa che ha come interlocutori le imprese sarde, notevolmente indebitate, e l’attuale governatore della Regione Sardegna, Ugo Cappellacci. I manifestanti, ribattezzati popolo delle partite IVA, chiedono all’attuale governatore di intervenire e tendere una mano d’aiuto a molte piccole aziende sarde, oramai ridotte in ginocchio. Aziende sommerse dai debiti, e quotidianamente nel mirino delle banche, enti previdenziali, e delle cartelle esattoriali dell’ente di riscossione Equitalia, che si occupa proprio a livello nazionale, del recupero dei tributi non versati. Cartelle esattoriali viste come un incubo dai piccoli imprenditori, artigiani, autotrasportatori: numerosi gli addebiti, quali tasse, studi di settore interessi, more e balzelli.

Numerose e importanti vessazioni per i possessori di partita IVA. C’è chi si ritrova a dover pagare notevoli somme, dopo aver perso l’attività imprenditoriale tanto sognata, e su cui ha investito i risparmi di una vita. Case e attività finite all’asta per poi essere rivendute. E i manifestanti hanno formulato al presidente Cappellacci e alla sua Giunta, una richiesta ben precisa: decretare lo stato di crisi dell’economia sarda, chiedendo nello specifico, e a gran voce, l’applicazione dell’articolo 51 dello Statuto sardo che prevede la possibilità per la Regione sarda di bloccare le norme nazionali volte ad arrecare degli svantaggi all’Isola.

La richiesta risponde alla finalità di frenare le cartelle esattoriali dall’ente di riscossione e la speranza è quella di ottenere nell’immediatezza una moratoria che possa interrompere per almeno un anno la riscossione coattiva di contributi ed imposte. Un ennesimo tentativo disperato di chi ha perso tutto o quasi, mentre chi potrebbe effettivamente intervenire in loro aiuto, e cioè il Governo centrale, attualmente occupato nella ricerca di un nuovo esecutivo, fin’ora sull’argomento ha sempre fatto orecchie da mercante.

Una nuova protesta che vuole sensibilizzare l’opinione pubblica, e che ha incontrato anche la solidarietà degli indipendentisti di Irs, Repubrica de Sardigna, Malu Entu, Associazione dei Camionisti, e gli studenti, scesi in piazza al fianco del popolo delle partite IVA. Inoltre sette donne indipendentiste hanno intrapreso dallo scorso lunedì, uno sciopero della fame che si protrae ancora oggi. Una delegazione dei manifestanti, giovedì, è stata anche ricevuta dal governatore Cappellacci presso Villa Devoto. Incontro che però non ha dato gli effetti sperati: purtroppo a questo punto, le risposte possono provenire solo dal governo centrale. E mentre queste risposte e le soluzioni tardano ad arrivare, il presidio continua, e con tutta probabilità, a breve si sposterà nella capitale.

Angela Piras

foto http://notizie.tiscali.it; www.articolotre.com

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