
Il periodo americano di Afro al Mart
ROVERETO – In contemporanea con l’esposizione dedicata a Gina Pane, il Mart di Trento e Rovereto apre i suoi spazi per Afro. Il periodo americano, una mostra in occasione del centenario dalla nascita dell’artista Afro Libio Basaldella (Udine,1912 – Zurigo,1976). A cura di Gabriella Belli, Margherita de Pilati e la Fondazione Archivio Afro, l’esposizione si concentra sugli anni migliori della produzione di Afro, quella del ventennio 1948-1969, in cui il pittore italiano visse a lungo negli Stati Uniti, collaborando con gallerie e istituzioni americane grazie alle quali ha consolidato la sua fama.
Provenienti da collezioni pubbliche americane, canadesi, brasiliane, le 39 opere, in mostra fino al 17 luglio, sono state raramente viste in Europa a causa della loro appartenenza a istituzioni oltre oceano: tra gli oli su tela, si potranno ammirare Cera persa, Ragazzo con tacchino e Villa Fleurent.
Nel 1948, il trentaseienne pittore Afro Libio Basaldella, allora in rapida maturazione stilistica, fu presentato alla gallerista americana Catherine Viviano, che stava per aprire uno spazio espositivo dedicato all’arte contemporanea italiana sulla East 57th Street di New York.
Desideroso di evadere da una scena nazionale di cui avvertiva il conformismo, Afro stava sperimentando una personale revisione di cubismo, surrealismo e metafisica: una pittura astratta, la sua, che rifiutava di instradarsi tra i gruppi attivi in Italia, ispirandosi invece al confronto internazionale. È negli anni Cinquanta che Basaldella abbandona la sua terra patria per trasferirsi negli Stati Uniti e cominciare la ventennale collaborazione con la Catherine Viviano Gallery. Nel 1952 aderisce comunque al Gruppo degli Otto, raccolto attorno al critico e storico dell’arte Lionello Venturi, con i quali partecipa alla XXVI Biennale di Venezia. Sarà Venturi stesso, in occasione dell’edizione successiva della Biennale, a dedicargli un saggio critico in cui si sottolineano l’abilità tecnica, la precisione e la passione per il lavoro, l’eleganza naturale e la poesia dell’artista.
Sempre in questi anni si consolida il rapporto con Alberto Burri. Nel 1955 Afro è presente alla prima edizione di Documenta a Kassel, alla Quadriennale e alla mostra itinerante negli U.S.A.: The New Decade: 22 European Painters and Sculptors, raggiungendo consensi e fama a livello internazionale. Nel 1956 ottiene il premio come miglior pittore italiano alla Biennale di Venezia, e nel 1958, prende parte, insieme ad Appel, Arp, Calder, Matta, Miro, Moore, Picasso e Tamayo, alla decorazione della nuova sede del palazzo dell’UNESCO a Parigi con II Giardino della Speranza.
Tra il 1959 e il 1960 Afro è ancora impegnato a livello internazionale: invitato a II. Documenta a Kassel, è vincitore del premio a Pittsburgh e del premio per l’Italia al Solomon R. Guggenheim di New York; nel 1961 J. J. Sweeney, curatore del Guggenheim Museum di New York, gli dedica una splendida monografia.
Nel catalogo, edito da Electa, sono presenti i saggi di Raffaele Bedarida, Gabriella Belli, Adrian R. Duran e Rosemary Stewart Ramsey le schede a cura di Davide Colombo e Ana Gonçalves Magalhães, e apparati a cura dell’Archivio Afro di Roma.
Un’esposizione che colma un periodo dell’artista poco noto all’Italia, ma fondamentale per la sua affermazione nel panorama internazionale. La mostra rimane aperta nei giorni di Pasqua e Pasquetta.
Benedetta Rutigliano
Afro. Il periodo americano
Dal 17 marzo 2012 al 8 luglio 2012
Mart, Corso Bettini 43 – Rovereto (TN)
Orario: mar-dom 10.00-18.00 ven 10.00-21.00.
Biglietti: Intero 11 Euro. Ridotto: 7 Euro. Gratuito fino ai 14 anni