
Il Papa a Palermo, vietato contestare
Fra i sequestri di striscioni, si è conclusa la visita di benedetto XVI a Palermo. Ancora vive le polemiche
di Nicola Gilardi
ROMA – La visita del Papa a Palermo verrà ricordata a lungo e non solo per la portata religiosa. Lo strascico di polemiche non manca e in molti hanno dimostrato il proprio dissenso, almeno verbale, per un eccessivo sforzo economico da parte del capoluogo siciliano.
Arrivato in mattinata, il Papa ha sfilato per le vie principali della città, arrivando infine al Foro italico, luogo preparato per la celebrazione dell’Angelus. «Sono qui per darvi un forte incoraggiamento a non aver paura di testimoniare con chiarezza i valori umani e cristiani, così profondamente radicati nella fede e nella storia di questo territorio e della sua popolazione» ha detto il Santo Padre di fronte ad una folla di 100 mila fedeli.
La visita di Benedetto XVI è costata ben 2 milioni e mezzo di euro per 10 ore di apparizione. Per la precisione: 200 mila euro transennare il percorso del Papa (22 km), 800 mila euro per la realizzazione del palco al Foro italico, 50 mila euro per i 400 gabinetti chimici e altrettanti per le piante. Meno costoso il palco realizzato per l’incontro con i giovani, solo 50 mila euro. Numeri degni di una rock star.
In molti avrebbero voluto manifestare il proprio dissenso. Ma la polizia è intervenuta prontamente a rimuovere ogni piccola, o grande, contestazione. Alla libreria Altroquando è stato sequestrato uno striscione nel quale era scritto: «I love Milingo». I poliziotti non hanno concesso nessuna negoziazione e come dichiara il proprietario: «Hanno detto solo che lo striscione era offensivo e andava tolto». Sequestrate anche alcune locandine della mostra “La papa mobile del futuro” realizzata dal gruppo “Scomunicazione”.
Ma questo non è l’unico caso. Su un balcone del palazzo di fronte al Foro italico, cioè dove avrebbe recitato l’angelus il Papa, avrebbe dovuto essere affisso uno striscione. Sarà stata una frase offensiva? Denigratoria? Niente di tutto questo, si trattava di un passo del Vangelo di Matteo: “La mia casa è casa di preghiera, ma voi ne avete fatto una spelonca di ladri”. La polizia, però, sprovvista di un autorizzazione da parte di un magistrato, ha fatto intervenire i vigili del fuoco, che lo hanno rimosso senza violare il domicilio degli abitanti.
«E’ un regime, neppure in casa nostra possiamo esprimere liberamente il nostro pensiero» ha dichiarato il proprietario della casa “incriminata” che, fra l’altro, è stata tenuto sveglio tutta la notte da continue telefonate delle forze dell’ordine che gli intimavano di togliere lo striscione.
Ultimo caso è stato quello di un insegnante precario di 27 anni che si è visto sequestrare uno striscione che portava sotto braccio. «2,5 milioni di euro buttati nella munnizza? Magari» recitava il cartello. Sequestrato pure questo.
La tensione, insomma, appare alta. Da ricordare l’episodio del mancato discorso di Benedetto XVI alla Sapienza di Roma per le contestazioni di alcuni studenti, vicenda da condannare sicuramente. Resta il fatto che la manifestazione del pensiero non può essere sradicata, certo entro alcuni limiti, ad esempio quelli del rispetto reciproco. Ma dire ai cittadini palermitani di stare zitti, nonostante la monnezza per le strade, nonostante i servizi carenti da parte del comune e nonostante una spesa di 2,5 milioni di euro sembra, francamente, troppo.
Foto: www.digilander.libero.it; www.wikipedia.org; www.natura.forpassion.net
L’abbuso di potere a Palermo e’ spaventoso!
altro che Mafia, la polizia corrotta e’ Mafia.
Adesso non si puo’ neanche protestare a casa propria.
Meno male che non vivo piu’ a Palermo, anche se e’ una citta bellissima.
Per il papa sono state fatte spese degne di una rock star … come dire: per una rock star si possono spendere tanti soldi (che penso poi abbiano dato lavoro ai parlermitani), per il papa no. Mi sembra un parallelo molto pico convincente.
In qualità di cittadino Palermitano, dico che la repressione della polizia è figlia delle pressioni che uno stato Laico come il nostro è costretto a subire dalla “santa” sede. Se vogliono comandare … STIANO TRA LE LORO MURA!!!!
Esprimo massima solidarietà a tutti coloro che sono stati vittime di abusi che sono stati costretti a non poter esprimere la propria opinione.
VERGOGNA!
@ Antonella Lignani, innanzitutto grazie per aver letto l’articolo. La maggior parte delle rockstar si paga da solo il palco e tutta l’attrezzatura, evitando di attingere ai contributi statali. In questo caso, 800 mila euro per il palco sembrano veramente troppe, addirittura si contano 150 mila euro per l’abbellimento del palco e altri 150 mila per le luci.
Il valore religioso della visita di Benedetto XVI è indubbio e deve essere motivo di felicità per i palermitani, ma il comune, così come la Regione e la Provincia dovrebbero essere altrettanto attenti ad altre problematiche, come ad esempio quella dei rifiuti.
Quel giorno la città splendeva, le strade erano pulite e brulicavano di gente…Persino i cassonetti svuotati profumavano… La visita del Papa è stata qualcosa di indimenticabile diciamo anche di importante se si guarda al valore religioso, ma la cosa che magari può far riflettere è che mlt soldi sono stati spesi per una sola occasione, mentre sarebbero serviti anche a rendere la città migliore. Infatti, non credo mi ricapiterà tanto facilemente di rivedere Palermo così rigogliosa…
n ho mai visto Palermo cosi’ bella pulita festosa….il Papa avra’ anche fatto spendere un sacco di soldi , ma ne e’ valsa la pena,Io piango i soldi spesi per gli armamenti,le bombe,e quei summit, dei g8,,,,,,ecco i veri soldi spese malissimo,