
Il Museo Guttuso e Piano Battaglia, i regali di natale per la Sicilia
I progetti che si inaugurano durante le feste dimostrano le potenzialità (ancora sprecate) dei Fondi Europei in Sicilia
Palermo – Natale è ormai alle spalle ma in Sicilia tira ancora aria di festa dal sapore agrodolce per i siciliani. Migliaia sono infatti le famiglie riunite in questi giorni ma divise nel corso dell’anno per via delle disastrose condizioni economiche e sociali dell’isola che costringono giovani e meno giovani ad emigrare. Vale la pena in questo periodo di festività di sottolineare due riappropriazioni più che regali per i siciliani e per il mondo che sanno di nuovo e di antico come tutta l’isola: il rinnovato Museo Guttuso, che ha aperto oggi, e le nuove piste di Piano Battaglia.
IL MUSEO DI TUTTA BAGHERIA – La prima riappropriazione è quella del Museo Guttuso di quella Villa Cattolica a Bagheria tanto cara al maestro Renato Guttuso. Il pittore bagherese rappresentò al meglio la pittura di protesta durante il fascismo in Italia, fu Senatore della Repubblica e rappresentante di un’era e di uno stile unico. Oggi Guttuso riposa proprio a Villa Cattolica dove da ieri 1500 opere verranno mostrate all’interno di un museo contemporaneo degno di tale nome. A 105 anni dalla nascita del pittore ha riaperto con Giuseppe Tornatore e personaggi dello scenario artistico e istituzionale siciliano il nuovo Museo Guttuso con pannelli touchscreen, nuova illuminazione e pavimentazione, un sistema di rilevazione di polveri e temperatura e l’abbattimento delle barriere architettoniche. Occasione persa invece per quanto riguarda la sostenibilità ambientale: si sarebbe potuto dotare la struttura se non di un nuovo isolamento termico quanto meno di pannelli solari o altre fonti di energia rinnovabile per l’illuminazione e il riscaldamento.
LA RINASCITA DALLA CULTURA – In una Bagheria in affanno come tutta la Sicilia la riapertura dopo un anno e mezzo di lavori del Museo Guttuso può diventare il primo concreto simbolo di rinascita proveniente dalle istituzioni. Dalla differenziata in ritardo alle incertezze nella lotta all’abusivismo diffuso, la giunta 5 Stelle guidata dal giovane Sindaco Patrizio Cinque ha mostrato nei suoi primi due anni e mezzo parecchie debolezze ma una nuova certezza: l’appoggio al nuovo ritrovato orgoglio che un anno fa vedeva vari imprenditori ribellarsi al racket e tanti giovani scendere lungo il corso principale di quella fu la città delle ville con le bandiere della trinacria.
LE MONTAGNE DEI PALERMITANI – Spostandosi da Bagheria in direzione Catania ma restando in quella che oggi si chiama Citta Metropolitana di Palermo, un altro ritorno importante è da registrare sotto le feste: l’impianto sciistico di Piano Battaglia. Le Madonie sono state per tanti anni le montagne dei vacanzieri palermitani appassionati di sci. Poi l’oblio e l’abbandono per trent’anni di quegli impianti obsoleti fino al nuovo progetto nato nel 2008 e conclusosi oggi sotto natale. A Piano Battaglia, sulle cime della Mufara c’è un impianto di risalita di ultima generazione che può trasportare 800 persone l’ora, piste nuove e messe in sicurezza e una società pronta ad assicurare servizi agli sciatori. Il 19 dicembre c’è stato l’ultimo collaudo e adesso spetta all’ L’USTIF (Ufficio speciale trasporti a impianti fissi) di Palermo terminare la pratica.
IL TURISMO CHE È MENO GODOT – Insomma due novità importanti per il territorio palermitano che ha uno straordinario bisogno di investimenti produttivi ma soprattutto di una nuova visione di sé stesso così come tutta la Sicilia. Bisogna comprendere che il museo come le montagne devono essere facilmente raggiungibili con mezzi pubblici, devono essere gestite in maniera responsabile, avere un calendario di attività annuale e devono essere usufruibili e conosciuti dalla maggioranza della popolazione. Palermo città deve mettere in luce l’ex provincia e viceversa. Il turismo è sempre stata l’occasione mancata dell’Isola ma, per fattori esterni alla Sicilia e per l’aumentata accessibilità aerea, il 2016 è stato l’anno della svolta in termini di presenze nell’isola. Il turismo sostenibile, la valorizzazione dei beni culturali, l’agricoltura, la produzione energetica orizzontale, l’economia dei beni comuni ed una nuova manifattura sostenibile potrebbero essere invece i settori vincenti per costruire una nuova storia per l’Isola. Un rinascimento è necessario per questa parte di mondo che dall’inizio della sua storia italiana è stata vista da fuori non per la sua storia, lingua e cultura millenaria ma come terra di mafia e o al massimo come un posto di mare. Il turismo sostenibile in particolare è solo un mezzo che va gestito e non l’unico fine.
QUEI FONDI DA SPENDERE – Il turismo sarà utile se accompagnato da politiche culturali ed infrastrutturali fatte da una nuova classe politica e amministrativa che inizi realmente a lavorare per lo sviluppo dell’isola. Sembra incredibile alla fine del 2016 dover ripetere che serve una rivoluzione copernicana nella programmazione dei fondi europei. Invece è la pura realtà. Rimanendo solo sul quanto e non sul come attraverso i dati della Corte dei Conti, della vecchia programmazione 2007-2013 sui fondi strutturali, con scadenze prorogate dall’Unione Europea, è stato speso il 76,7% dei 4,3 miliardi a disposizione al 30 giugno 2016; in Puglia, Basilicata, Calabria e Campania hanno speso dal 100 al 120% dei fondi a disposizione. Per ciò che riguarda il Fondo Sociale Europeo 2007-2013 è stato speso l’83%. Se si guarda alla nuova programmazione UE 2014-2020, la Regione Siciliana è l’ultima in Europa per capacità di spesa avendo impegnato e speso la proverbiale cifra di 0 euro. Eppure il Tram di Palermo, la nuova raccolta differenziata appena partita in città, il rinnovo del Museo Guttuso e la riapertura di Piano Battaglia sono stati co-finanziati proprio dai fondi UE che non sono un regalo ma tasse dei contribuenti anche siciliani che se non spesi ritornano a Bruxelles.
UN TURISMO CON BENEFICI SOCIALI - Quando si riuscirà a fare programmazioni partecipative almeno dei fondi europei si potrà iniziare ad immaginare una Sicilia che trattiene le tasse locali a Palermo come dovrebbe essere da Statuto e non le lascia tutte a Roma riavendone solo una parte. L’accordo firmato proprio quest’anno tra l’ex premier Matteo Renzi e Rosario Crocetta stabilisce nei fatti l’inizio del rispetto dello statuto ma in quantità molto inferiori rispetto a quelle che dovrebbero arrivare senza ragione apparente. Se e quando le tasse resteranno sul territorio – l’unica che resta al momento è la tassa comunale turistica per chi la applica – allora anche il turismo potrà fare da volano per nuovi investimenti per esempio in ricerca scientifica e cultura. In caso contrario, nonostante i miglioramenti in termini di prestazioni economiche il turismo resterà socialmente e culturalmente per la Sicilia un’occasione mancata e non sarà l’unica.
Domenico Pellitteri