Il governo ottiene la fiducia grazie alle colombe

Il Senato

Roma – E ora inizia il conto alla rovescia. Anche se ha ottenuto la fiducia, scontata, al Senato con 162 si e 135 no e quella più incerta alla Camera, il governo Berlusconi lascia comunque con il fiato sospeso gli italiani. Per soli 3 voti, 314 deputati hanno votato no alla sfiducia contro 311 si, il Cavaliere continuerà a governare. Ma mancano i numeri e ciò che ora si prospetta per l’Italia è un periodo di grande ingovernabilità, come ha messo ben in evidenza il Financial Times. La stampa estera sta, infatti, seguendo con grande attenzione lo svolgimento della crisi di governo italiana, preoccupata di ciò che accadrà nell’Eurozona in seguito alla vicende politiche del nostro paese. «Il parlamento italiano dovrebbe mettere fine alla premiership del magnate dei media – si legge in un editoriale del famoso quotidiano economico-finanziario inglese –  bisogna mettere fine al tempo di Berlusconi».

Le motivazioni di tale secca presa di posizione del Financial Times risiedono nella presa di coscienza che i leader della comunità imprenditoriale italiana, che sono stati tra i più calorosi sostenitori di Berlusconi già dal 1994, sono ora sempre più delusi dal premier. Sergio Marchionne e Diego della Valle, tanto per citare alcuni nomi tra i maggiori imprenditori del nostro paese, hanno atteso invano le riforme del governo e ora sono sempre più convinti che queste non arriveranno mai.  Lo dimostrerebbe la bassa crescita economica, la scarsa competitività del sistema e gli scandali sessuali. Il premier in questi due anni e mezzo è sembrato più interessato ai suoi interessi che a quelli del paese. E se la parte più ricca e forte della popolazione è insoddisfatta del leader di destra, come può continuare questo governo? Le riforme economiche strutturali necessarie a ridare competitività all’Italia non sono mai state affrontate dal Cavaliere, così come il conflitto di interessi, e ora questa mancanza mette a rischio il paese, che potrebbe seguire le sorti della Grecia e dell’Irlanda.

Silvio Berlusconi in attesa dell'esito della votazione

Per il Times Silvio Berlusconi è diventato un peso per l’Italia, ma per il quotidiano  londinese, «lo spettro del contagio daipaesi più deboli dell’eurozona fa sì che anche i più convinti detrattori di Berlusconi debbano pensarci due volte prima di sbarazzarsi di lui». Anche se nella analisi storica il Times, mette in evidenza in fatto che nei diciassette anni di leadership berlusconiana, l’Italia è crollata in tutti gli indici economici e di libertà economica. «Berlusconi non è solo imbarazzante per il suo paese, è anche un peso… – conclude il quotidiano britannico – delle abitudini è difficile liberarsi, ma Berlusconi per l’italia è diventato un’abitudine troppo costosa». Mentre il Guardian parla di «un conflitto che ormai è andato troppo avanti».  Il quotidiano inglese che pronosticava già stamani l’ottenimento della fiducia per Berlusconi, crede che la situazione italiana sia  comunque insostenibile. «L’Italia, in verità, non ha più un governo dalla primavera 2009, quando sono iniziati a scoppiare gli scandali sessuali sul premier…i conflitti di interessi determinati dal fatto di avere Berlusconi come leader sono ormai troppo grandi. L’Italia ha bisogno di nuove elezioni e di un nuovo leader, e Berlusconi dovrebbe finalmente fare i conti con la giustizia in tribunale». E Le Monde, scrive di “paura del vuoto” per spiegare la poco desiderabile singolarità del caso italiano. Berlusconi sicuramente è in forte collasso, dice il giornale francese, «ma l’assenza di un’alternativa credibile resta il miglior asso nella manica di Berlusconi».

Ora che il premier ha ottenuto la fiducia, invero molto risicata, anche alla Camera, il suo governo sarà debole e permanentemente sulla difensiva. I parlamentari che hanno deciso di lasciare il proprio partito per sostenere la fiducia al governo, saranno motivo di preoccupazione continua per il Pdl. Il cambio di casacca, come si è sentito ultimamente dire, presuppone promesse che prima o poi andranno mantenute. Il premier diventa sempre più ricattabile e sempre meno forte politicamente. I tre voti che lo hanno lasciato sulla poltrona da primo ministro non possono essere letti come una vittoria, ma come una perdita. D’ora in avanti qualunque provvedimento debba essere esaminato in parlamento sarà un tiro alla fune che sfiancherà tutti. Come ha scritto Carmelo La Palma, direttore di Libertiamo.it, «un esecutivo che si regge sulla riconoscenza degli sbandati del Transatlantico, che siano una manciata o un plotone, può solo sopravvivere, non governare».

Sabina Sestu

Foto: www.corriereinformazione.it/images/stories/berlusconi_camera.jpg; irissky.it/files/2010/07/financial-times1.jpg

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