Il gioco della dipendenza

La dipendenza non riguarda solo le droghe: un nuovo studio rivela che anche la tecnologia può causare comportamenti patologici

di Chantal Cresta

concentrationParma - L’ultima ricerca in materia di dipendenze giovanili condotta dall’Università di Parma in collaborazione con il Cnr di Pisa parla chiaro: Internet, cellulari e gioco d’azzardo (anche on-line), se abusati , sono tossici quanto le droghe.

Secondo lo studio condotto su 2.200 studenti, il 22% presenta condotte definite “immersive” al pc. Uno su due gioca d’azzardo e uno su dieci rischia di diventare un caso patologico.

La fotografia ricavata da questo studio non è una novità. Fin dal 1995 il dott. Ivan Goldberg aveva parlato di Internet Addiction Disorder ipotizzando che le allora nuove tecnologie creassero in alcuni soggetti psicologicamente fragili, come bambini ed adolescenti, delle forme di assuefazione tali da condurre alla dipendenza. Le indagini successive stanno dimostrando che il problema della “tossicodipendenza” da forme alternative di droga può colpire uno spettro di individui la cui età varia dagli 8 ai 40 anni e che si manifesta attraverso l’uso compulsivo di videogames (8 – 15 anni), seguiti da computer, TV, cellulari e gioco d’azzardo.

Disturbi – Per dipendenza si intende un atteggiamento patologico scaturito da bisogni ossessivi che conducono ad atti irrefrenabili e compulsivi. Questi comportamenti interferiscono con le normali attività quotidiane e ledono le funzionalità sociali, fisiche ed intellettuali del soggetto.

Essendo un campo di studio ancora inesplorato, non esiste una vera nosologia psichica per questo tipo di disturbi, anche perché molti ricercatori sono in disaccordo circa l’origine di tali situazioni maniacali e ciò rende difficile offrire diagnosi efficaci e terapie adeguate.

Sviluppo – Le ipotesi più credibili ritengono che questi stati compulsivi siano causati da forti  condizioni di stress, ansia o depressione. La necessità di trovare un rifugio psichico a queste frustrazioni conduce all’abuso di sistemi interattivi che hanno il potere di modificare lo stato di coscienza attraverso una sorta di trance indotto. Questa concentrazione psicofisica totale genera una sensazione di momentaneo benessere pari a quello prodotto dall’assunzione di anfetamine e dopamine. La falsata percezione di sé, induce il soggetto a passare sempre più tempo con le proprie “distrazioni”, arrivando all’assuefazione.

Comportamenti – Poiché non esiste una vera enciclopedia medica sull’argomento, parlare di sintomi è errato. Meglio, dunque,  il termine comportamento per definire alcuni degli atteggiamenti che possono indicare la presenza di una dipendenza:

- si passa troppo tempo con videogames, pc, TV, ecc.

- si è volutamente elusivi sulle attività che si sono svolte in Rete

- non si socializza

- si è spesso di pessimo umore, tranne che quando si è coinvolti nella propria occupazione

 - si usa pc, TV o cellulari di nascosto

- si spendono somme considerevoli

- si cerca in ogni modo di procurarsi nuove fonti di distrazione

 - la propria produttività scolastica o professionale diminuisce

- non si mangia o si divora il pasto per tornare alle proprie occupazioni

 - si trascura l’igiene

- si manifestano speso mal di schiena, occhi rossi, nevralgie diffuse

- ogni fantasia e pensiero è rivolto alla propria occupazione

E’ necessario sottolineare che nessuna di queste attività è di per sé manifestazione sicura di dipendenza. Tuttavia, la presenza di 4 o 5 di comportamenti, soprattutto in individui giovani o giovanissimi, possono indicare un problema in corso e, dunque, la possibilità di chiedere un consulto.



Foto: via http://fly4change.files.wordpress.com; http://www.sxc.hu/

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