Il congresso dei Rom in Campidoglio, tra polemiche e demagogia

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A leggere alcuni titoli di articoli, o fantomatici tali, sembra che il 21 giugno Roma verrà invasa dai Rom. Si parla di una “Giornata dell’orgoglio Rom”, un “Rom Pride” con conseguente invasione della Capitale. Il tutto a spese del Comune. Non che il “problema” non esista, ma vista la delicatezza del tema, l’immaginario collettivo distorto attorno a questo gruppo etnico e un’opinione pubblica bombardata dai continui sbarchi, allarmi sanitari e dalla demagogia a scapito di migranti e rifugiati, ci sembra doveroso fare un po’ di chiarezza.

IL CONGRESSO ROM E SINTI IN CAMPIDOGLIO – Si tratta di un evento, quello del prossimo 21 giugno, promosso dall’associazione Nazione Rom, di cui Marcello Zuinisi è il legale rappresentante e dal Consiglio Nazionale Rom (migliaia di Rom in tutta Italia). Intanto diciamo subito che non si tratta di una manifestazione, né di un corteo stile “gay pride”, né di una festa dei Rom (che si celebra invece l’8 aprile). Circa 250 rappresentanti, provenienti da tutta Italia e anche dall’estero, si incontreranno in Campidoglio, alla Sala Protomoteca in Campidoglio, per discutere e realizzare insieme un programma di “liberazione della popolazione dal razzismo”. Tutti i partecipanti avranno diritto di voto e di intervento e gli atti di questo primo congresso del Consiglio Nazionale Rom saranno pubblicati e sottoposti all’attenzione delle Istituzione, anche loro invitate a parteciparvi.

ROM SÌ, E I ROMANI? Ma a non tutti scende giù questa iniziativa. In particolare modo al consigliere regionale de La Destra Fabrizio Santori che, cavalcando i soliti populismi “sull’emergenza nomadi” e “decoro e sicurezza”, ne approfitta per ricordare che, con l’assenso del sindaco di Roma Marino «ecco un’altra giornata che mette l’esigenze dei romani fuori dalle Istituzioni». Eppure lui che è membro della Commissione Salute e Politiche Sociali della Regione dovrebbe non solo appoggiare, ma partecipare a incontri come questo del 21 giugno, per capire meglio la realtà Rom e poter avanzare delle soluzioni reali e concrete per favorire la convivenza con i romani.

Ma, come la storia ci insegna, creare barriere e separazioni tra “noi” e “gli altri” è sempre stata la soluzione più facile. “Al Sindaco immobile – continua Sartori – diciamo che ripensarci non costa nessuna fatica provveda piuttosto ad interessarsi dei continui incendi che si susseguono nel campo nomadi de La Barbuta, dove addirittura è stato costretto ad intervenire l’esercito, e ad analizzare il preoccupante rapporto dell’Ama sui danni subiti dai contribuenti per via dei continui furti”. Certo, il problema dei campi non è da sottovalutare, la criminalità dilagante, i furti e la sicurezza dei cittadini sono tutti temi di estrema importanza e che meritano uno sforzo in più, e più incisivo, da parte dell’amministrazione capitolina. Ma affittare una sala del Campidoglio o dare il Patrocinio ad un evento [che già peraltro vede coinvolta la Commissione Europea, il Consiglio d'Europa, l'Ecri - Commissione Europea contro il Razzismo e l'Intolleranza, la FRA - Agenzia per i Diritti Fondamentali (Vienna)], non esclude certo tutto il resto. E soprattutto, questo Sartori dovrebbe saperlo, la valenza dell’incontro si inserisce in quel processo di attuazione degli Accordi Quadro Strutturali sottoscritti dallo Stato Italiano il 5 aprile 2011 in sede di Consiglio Europeo a Bruxelles, comunicazione n. 173 della Commissione Europea.

E L’ESTATE ROMANA? C’è poi qualcosa di ancor più tendenzioso e propagandistico quando si accosta il Congresso Rom all’assenza di un chiaro programma culturale di Marino, anche in vista dell’estate. A Roma infatti manca l’as­sessore alla Cultura, dopo le dimissioni di Flavia Barca. “Marino smonta l’estate romana e punta sulla kermesse rom” si legge sul web, e ancor più grave quando a scriverlo sono quotidiani come Il Giornale.it, con un giornalismo spicciolo che punta allo “slogan” come mezzo di comunicazione più convincente. Il punto è che se si vuole criticare il primo cittadino, e non mancherebbero certo argomenti, che lo si faccia senza fare disinformazione. E per fornire al lettore tutti gli elementi a nostra disposizione per una fruizione attiva e critica della notizia, bisogna anche capire bene chi è Marcello Zuinisi e chi pagherà per l’appuntamento del 21 giugno. Sì, perché il Comune non ha concesso la sala Protomoteca in maniera gratuita, ma ha chiesto 8mila euro (6mila + Iva).

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E IO PAGO - Marcello Zuinisi è il legale rappresentante dell’associazione Nazione Rom e recentemente è stato condannato in primo grado dal tribunale di Firenze a un anno e mezzo di reclusione (con sospensione della pena) per appropriazione indebita e falso ideologico commesso dal privato in atto pubblico per fatti inerenti ad Opera Nomadi Toscana. Dei dieci capi di accusa inizialmente contestati, otto sono nel frattempo decaduti perché privi di fondamento e i legali di Nazione Rom stanno aspettando le motivazioni del giudice per preparare il ricorso e chiedere l’assoluzione. Tramite lui l’associazione ha chiesto ed ottenuto un Patrocinio di 5mila euro dalla Regione Lazio, mentre altri 5000 euro per il Congresso sono stati chiesti ad Unar, Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali della Presidenza del Consiglio dei Ministri e punto di contatto nazionale della Strategia e non al Comune di Roma.  Soldi che serviranno a coprire le spese della sala Protomoteca e per l’accoglienza delle delegazioni. Denaro pubblico, certo. Ma innanzitutto il Comune di Roma non sborserà un solo euro per questo Congresso.

“CAMPI NOMADI SPA” - Fa riflettere, piuttosto, come siano alcune delle stesse associazioni a difesa dei diritti dei Rom a denunciare lo spreco di denaro in politiche che poi, dal punto di vista pratico, risultano inconcludenti. Roma paga quasi 5mila euro all’anno per ogni abitante dei campi rom, per un totale di 24 milioni. Denaro che viene speso solo per il mantenimento di questi ghetti e che viene spartito da organizzazioni, società, cooperative, enti pubblici che, spesso senza bando pubblico, mantengono in vita la cosidetta “Campi nomadi spa”. Lo ha denunciato l’associazione 21 luglio che ribadisce quanto profondamente sbagliato sia il «sistema campi» che «per le comunità rom non si traduce in alcun beneficio in termini di inclusione sociale», e nemmeno per i cittadini che avvertono sempre di più in città il problema dell’integrazione e che hanno smesso di credere che iniziative del genere servano davvero a qualcosa.

Valentina Gravina

@valegravi

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