
I vincitori di Sanremo? I talent show, le polemiche e il playback…
Valerio Scanu con “Per tutte le volte che” vince un festival dominato dai protagonisti dei reality. Colpi di scena, polemiche e qualche caduta di stile
di Francesco Guarino
Alzi la mano chi non ha pensato la stessa cosa al momento della proclamazione del vincitore: se vince il Principe, stavolta in esilio ci vado io. Non che la vittoria di Valerio Scanu abbia soddisfatto i palati più fini, ma nel bel mezzo del disastro ci si può accontentare anche della scialuppa di salvataggio. Il pupillo di Maria De Filippi, vincitore materiale del 60esimo Festival della Canzone Italiana, salva il Teatro Ariston da una insurrezione popolar/musicale senza precedenti. Una reazione di pancia (e di udito) sfociata in un teatrale lancio degli spartiti da parte dell’Orchestra dell’Ariston che, però, ci regala il primo vincitore e, allo stesso tempo, il grande sconfitto di questa edizione: i talent show e la formula del televoto.
TALENT SHOW VS. TELEVOTO - E’ innegabile che la ribalta mediatica offerta da Amici e X-Factor giochi tutta a favore dei neo-cantanti: talenti più o meno acerbi che, dopo un anno scarso di gavetta prettamente televisiva, finiscono a cantare fianco a fianco a chi fa musica da 30 anni, ma magari sul piccolo schermo non appare da mesi. Improponibile, per capirci, il confronto tra un Toto Cutugno e un Marco Mengoni. Se ci mettiamo poi che il vincitore di X-Factor ha stracciato anche vocalmente il Toto nazionale… Diretta conseguenza della vittoria dei reality (che trionfano anche tra le Nuove Proposte con lo stabiese Tony Maiello, altro figlio di X-Factor) è la bocciatura del televoto. Corretto dare possibilità di scelta agli spettatori, ma il peso della valutazione telefonica va ampiamente ridotto: da regolamento, infatti, i voti via sms e telefono, dalla seconda serata in poi, gravano al 50% sulle valutazioni complessive degli artisti e addirittura al 100% nella definizione del podio finale. Per capirci: immaginate un violinista cinquantenne, che guarda la serata finale di Sanremo con accanto la figlia quindicenne, che ha la cameretta tappezzata dai poster di Valerio Scanu. Chi dei due manderà un sms per scegliere il vincitore?
POLEMICHE – Scanu, Pupo-Filiberto-Canonici, Mengoni. Il podio che non t’aspetti. Bordate di fischi sin dalla prima serata si sono rovesciate sul trio di “Italia amore mio”, un patetico pampleth sull’infelicità dell’esilio del rampollo di casa Savoia, che avrà fatto rimpiangere agli italiani i tempi in cui il principe nella penisola non poteva rimetterci piede per legge. L’unica spiegazione del ripescaggio (e del secondo posto) del trio degli orrori, la potremo trovare nella bolletta telefonica di casa Savoia. Attendiamo aggiornamenti dalla Telecom. Polemiche anche per il vincitore Scanu, che ripercorre le orme dell’anno scorso di Marco Carta (volo diretto Amici-Teatro Ariston), con la differenza che non c’era Maria De Filippi a fargli da mentore. C’era Maurizio Costanzo. Ah, beh. Polemiche sulla classifica e polemiche sugli esclusi: Nino D’Angelo ha bollato come “’na chiavica” la canzone del principe. Poi si presenta sul palco con un pezzo che ha bisogno dei sottotitoli alla pagina 777 di Televideo. Fuori alla prima serata. Contestatissime le esclusioni di Enrico Ruggeri, Malika Ayane e Noemi, tre canzoni che sicuramente faranno la parte del leone nel dopofestival radiofonico, assieme agli annunciati tormentoni di Cristicchi e Arisa. Ciliegina sulla torta, il dramma politico-popolare: massimo rispetto per la loro vicenda, ma cosa ci fanno tre operai di Termini Imerese sul palco di Sanremo? La risposta non tarda ad arrivare: danno modo a Bersani e a Scajola (in piena par condicio) di fare un po’ di campagna elettorale. Non ne sentivamo per nulla il bisogno. Le uniche due polemiche annunciate, quelle di Morgan e Povia, si sono dissolte nello spazio di una serata. C’era già troppa carne al fuoco. La cui cottura, a giudicare dello share ampiamente sopra il 40%, è stata decisamente ottima.
PLAYBACK – Ebbene sì. Colti in fallo e sbugiardati. Pochi in verità, ma in una kermesse nella quale, oltre alla canzone, va giudicato anche il cantante, trincerarsi dietro il playback (seppur in versione palco e non in quella studio, ossia una traccia voce registrata appositamente per l’occasione) è una mossa sicuramente di cattivo gusto. Turiamoci il naso davanti al cachet astronomico per sorbirci il più atteso dei playback, quello di J.Lo. Era un ospite, ok. E la sua esibizione era anche coreografata, ok. Poi guardi la Cuccarini ballare e cantare dal vivo la sera dopo e pensi che, forse, Jenny from the block poteva shakerare di meno il fondoschiena e di più le corde vocali. Gli ospiti non valgono dite? E va bene: andate a sentire la pulizia vocale di Nino D’Angelo e Maria Nazionale nella prima serata, decisamente insolita per un pezzo dal vivo. Non siete convinti? I dubbi ve li scioglie la seconda serata Irene Grandi: si dimena sul palco, gioca col microfono, lo avvicina e lo allontana dalla bocca, ma la voce rimane sempre pulita e allo stesso tono. Bella canzone Irene, ma dovremmo essere in vacanza da una vita per abboccare al finto live.
In conclusione, qualche parola la spendiamo volentieri per la conduttrice: Antonella Clerici è stata probabilmente mandata allo sbaraglio al Festival, mai come quest’anno nel ruolo di vittima sacrificale nel Circo Massimo musicale italiano. Ebbene, pur perdendo il difficile confronto scenico con il Bonolis dello scorso anno, ha convinto ed è piaciuta proprio per la sua spontaneità e solarità. Dalla prova del cuoco alla prova del fuoco: “Antonellina” ne è uscita a testa (e scollatura) alta. E il vincitore di Wakeupnews? Non vogliamo proprio esprimerci? Certo che vogliamo: il nostro vincitore è quello che occupa il gradino più basso del podio, la stella di X-Factor Marco Mengoni. Entra sul palco in tono dimesso, quasi imbarazzato (e dopo la camicia indossata la prima serata ne avrebbe ben donde). Poi parte la musica e si trasforma. Aggredisce il microfono, ammicca alle telecamere e al pubblico, sfodera una voce potente e graffiante. Gli archi dell’orchestra provano invano ad attenuare l’impatto dell’unico pezzo veramente rock in un festival di musica leggera. Finita qui? Macché. Il vero Sanremo dura un anno ed inizia oggi: in radio, sul web e nei negozi.
La cosa migliore che ci ha dato Sanremo? Questo articolo! Un’ironia veramente meravigliosa! Complimenti davvero!!!
…a quanto pare noi l’esilio l’abbiamo scampato, ma lui non ce lo possiamo rimandare??!! ;-D
volevo semplicemente dire che del podio, erano stati contestati dall’orchestra scanu e il trio con il principe, mandati anche via rispettivamente la prima e la seconda serata..marco mengoni è stato molto apprezzato anche dall’orchestra e dalla giuria, che lo hanno applaudito emoltissimo, cosa che la clerici ha notato e non solo lei. Sicuramente marco mengoni è un talento acerbo, ma davvero un talento cristallino, lui sul palco si illumina e domina, un re matto, come dice lui stesso. A me è piaciuto molto meritava sicuramente il podio con degli altri vicini.
bè, sicuramente è vero quello che dice lisa, riguardo a marco mengoni. E’ acerbo ma un gran talento, dotato vocalmente e con grandi doti interpretative e carisma. Molto apprezzato dal pubblico e dagli esperti del settore..ha un modo di cantare moderno e gioca molto con la voce, si è ricreduto anche chi lo aveva pesantemente criticati (luzzato fegiz), insomma la vera rivelazione del festival che sia giuria che pubblico voleva premiare. Strameritava il podio. E..per toto cutugno, lo stesso artista a porta a porta e altre volte ha dichiarato di apprezzare molto marco e che è stato felice di uscire per dare spazio ai giovani talenti.E marco è un talento pazzesco
Marco Mengoni meritava il primo posto, e non meritava certo di avere accanto “quegli” altri. So che molti orchestrali piangevano quando lui si è esibito alla finale, lo hanno sempre applaudito, e proprio per questo credo che avrebbero dovuto evitare una reazione del genere prima del risultato finale, in virtù del fatto che tra quei 3 c’era anche lui. Mi si è stretto il cuore quando è entrato in scena continuando a dispiacersi per loro, quasi a doversi scusare di essere arrivato in finale. Una tale protesta andava fatta alla fine. Marco Mengoni è molto più di Malika Ayane, è rock, è innovativo, può veramente farci fare il salto di qualità che ci manca e Malika Ayane è molto brava, ma ragazzi, diamoci una calmata, non è la Vanoni.
Grazie per i complimenti, Claudia, e grazie a Carmene Lisa per gli interventi. Sanremo è ormai più un rito da assolvere che una kermesse musicale e quest’anno, col suo inevitabile codazzo di poemiche che ha surclassato il peso delle canzoni, lo ha confermato. Per la prossima edizione auspico una riduzione del peso del televoto e un po’ più di attenzione alla musica vera e propria, ma ciò significherebbe meno ascolti, quindi difficilmente verrò accontentato…
Non sono un fan dei talent show, ma secondo me Marco ha talento e carisma da vendere, mentre Valerio Scanu lo voglio rivedere senza quella paresi sul volto. Sarà chiedere troppo?
@Sabrina: credo che Marco Sabiu (il direttore d’orchestra) dopo aver diretto per 2 anni Ligabue all’Arena di Verona, abbia rischiato un embolo sul palco all’annuncio dei 3 dell’apocalisse (musicale) in finale. E’ andata bene che abbiano lanciato gli spartiti e non il pianoforte a coda…