
I sensi di colpa non aiutano a dimagrire
Eliminare alcuni cibi dalla propria dieta non è un comportamento corretto e fruttifero: “un atteggiamento del genere è alla base di gravosi sensi di colpa”
di Fabrizio Giona
Con la fine della pausa estiva si ritorna alla routine quotidiana e i vizi e stravizzi delle vacanze diventano sempre più un lontano ricordo, soprattutto quelli culinari. Ecco infatti che le golose scampagnate in famiglia e le abbuffanti serate con gli amici tornano in letargo in attesa di nuove occasioni. Rispunta invece – quasi in agguato – la tanto odiata dieta dimagrante, indispensabile per riacquistare la perfetta forma fisica.
Eccoci così tutti invasi da riviste e giornali – e pochi medici – alla ricerca disperata di quello che potrebbe essere il regime alimentare più adatto a noi, alle nostre esigenze e al nostro modo di vivere. Tante soluzioni diverse (efficaci?) accomunate da un solo fattore: l’eliminazione di alcune categorie di alimenti. Questo perché tanto più la dieta è severa e restrittiva quanto più la persona percepisce di avere un buon autocontrollo e di conseguenza un aumento della propria autostima, due elementi indispensabili per il proseguimento di una cura dimagrante.
In realtà non è del tutto vero, come spiega la Dottoressa Stefania Mancini, Dietista specializzata in terapia cognitivo-comportamentale del sovrappeso e dell’obesità. “Un atteggiamento eccessivamente rigido nei confronti del cibo caratterizzato dall’esclusione di alcune tipologie di alimenti (pensiamo a quante persone evitano di mangiare i dolci o addirittura pane e pasta) è alla base di gravosi sensi di colpa. Se infatti assumiamo un atteggiamento dicotomico (tutto o nulla) nei confronti del cibo, non ci sentiremo mai in diritto di mangiare determinati alimenti perché colpevoli di infrangere delle regole ritenute indispensabili per ottenere la perdita del peso. In realtà un’eccessiva restrizione dietetica ci predispone paradossalmente alla perdita di controllo: questo perché la preoccupazione per il cibo, la limitazione della propria vita sociale e l’ansia che ci accompagnano generano un livello di stress eccessivo per il nostro sistema nervoso che, stremato da tanta rigidità, ci porterà a desiderare fortemente proprio quei cibi tanto temuti”.
Ne consegue che dopo qualche settimana di dieta ferrea e di “fame” ci si ritrova a fare il primo “sgarro” con conseguente rimorso e recupero del peso e, nei casi peggiori, ad interrompere la dieta dimagrante. Ed eccoci di nuovo davanti lo specchio, insoddisfatti, alla ricerca di qualche altro metodo estremo per poter trovare la desiderata forma fisica.
“Pertanto – continua la Dottoressa Mancini – concedersi alcuni alimenti più gratificanti nella giusta quantità e con la giusta frequenza aiuta a riscoprire il vero piacere del cibo e a non cadere in tentazione al di fuori dei pasti principali. Nessun cibo è realmente dannoso se assunto in modo equilibrato e non dovrebbe essere vissuto come proibito. Mangiare un cibo considerato pericoloso, in modo consapevole, aiuta a riscoprire il gusto degli alimenti, a gestirne la quantità, a mantenere una buona vita sociale, a liberarsi dai sensi di colpa e a poter seguire nel tempo una dieta”.
Quindi mangiare un fetta di torta durante una festa oppure concedersi una porzione del nostro piatto preferito la domenica a pranzo od ancora mangiare una pizza il sabato sera con gli amici, rappresentano evenienze che devono essere vissute come del tutto normali, senza auto-punirsi per la trasgressione e senza vivere l’attimo come un fallimento personale. Allora al bando i sensi di colpa!
Ma con ciò non significa che si può sgarrare ogni volta che si vuole, giustificando il mancato rispetto del programma alimentare. È solamente un modo per affrontare le privazioni culinarie previste da una dieta con più rilassatezza e con la voglia di farlo. Quindi non ve ne approfittate.
Consiglio: durante la dieta evitate di pesarvi in modo compulsivo e seguite la dieta senza pensarci; affidate la compilazione del regime alimentare ad un professionista e non affidatevi al fai da te che perché, oltre ad essere poco efficace, può essere anche molto pericoloso.
FOTO VIA: www.spaziodieta.com;