I dubbi – insensati – di Messori su Francesco: provocazione e conservazione

Vittorio Messori attacca il Papa, la Chiesa universale e i cattolici: ma lo fa con finto tono buonista e cortesia, quindi nessuno se la prende. Tranne noi

messori

Vittorio Messori, esperto vaticanista e oppositore di papa Bergoglio

Vittorio Messori è uno dei più noti vaticanisti italiani; in questi mesi, è anche uno dei più noti tra i sottili oppositori del Papa, quella combriccola di cattolici non-troppo-progressisti che mal digerisce le riforme messe in campo da Francesco. È di oggi una sua colonna sul Corriere della sera che ribadisce i dubbi di Messori sulla Chiesa secondo Francesco; o, forse, sarebbe meglio dire sulla Chiesa secondo il Vangelo.

CATTOLICO MEDIO – «Bergoglio è imprevedibile per il cattolico medio. Suscita un interesse vasto, ma quanto sincero?»: sottotitola così il suo pezzo Messori, con una domanda che sembra intelligentemente provocatoria, mentre nasconde una bassa considerazione del “cattolico medio” e della sua opinione sulla Chiesa. D’altronde lo dice nell’articolo, spiegando che il cattolico è «abituato a fare a meno di pensare in proprio, quanto a fede e costumi, ed esortato a limitarsi a “seguire il Papa”». Se sono questi i cattolici con cui si vogliono riempire le chiese, forse è meglio cambiare religione, perché la consapevolezza è il modo migliore per costruire la fede nelle persone, non l’obbedienza cieca e lo studio a memoria di domande & risposte catechistiche.

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IMPREVEDIBILE – Tutta questa imprevedibilità di Bergoglio nella Chiesa che frequento io non si sente; c’è, piuttosto, una positiva atmosfera di meraviglia, la stessa meraviglia che si prova quando qualcuno – o qualcosa – a lungo atteso finalmente si palesa. Perché di Francesco e della sua pastorale, nella Chiesa cattolica – quel corpo mistico di Cristo che è anche la comunità dei fedeli, molto più che la gerarchia a cui pensa Messori – si parlava già da qualche decennio e lo si attendeva perlomeno dal 2005. Imprevedibile per Messori, meraviglioso per gli altri: così è Francesco.

INSINUAZIONI FASTIDIOSE – Anche le insinuazioni sull’appoggio del quale il Papa godrebbe nel Sacro collegio portano un alone di perplessità: l’articolo è colmo di sottili allusioni, passaggi appena accennati – «a mia (e non solo mia) valutazione di questo papato oscilla di continuo», «tanto da far ricredere via via anche qualche cardinale che era stato tra i suoi elettori» – che lasciano intendere una fiducia sempre meno reale attorno a papa Bergoglio.

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CASI E RIFORME – Un caso che un simile articolo, quasi un assist telefonato, veda la luce quando ormai il lavoro del C9 – i nove cardinali scelti da Francesco per formare una commissione che lo aiuti nel pensare a una riforma della Curia romana – è a un passo dall’ultimo atto? La commissione dovrebbe rendere note le sue conclusioni a febbraio e molti luoghi secolari di potere secolare saranno destrutturati; a difesa di quel potere precostituito si è subito schierata la folla di conservatori, cattolici laici e religiosi pronti a brandire contro i loro nemici progressisti la necessità di obbedire comunque al Papa, salvo venir meno a questo quando il Papa in questione diventa scomodamente discordante da loro.


IL WEB – Non è la critica a Francesco a lasciare uno strano retrogusto al lettore, quanto la piattezza delle osservazioni; e dire che una testata nazionale ha lasciato spazio sulla sua Home a questo commento, sprecando forse un’occasione per parlare di notizie vere. Nell’età della Chiesa 2.0, il web non perdona Messori - o nessuno di noi, se è per questo – e lo rende il bersaglio di critiche mirate, centrate, ma a volte troppo feroci. Dispiace per il cristiano Messori, molto meno per il giornalista; palesare un dubbio e cercare risposta, nel discernimento dell’animo, è gran cosa, sfruttarlo in pubblico per qualche lettura e un supporto politico non è altrettanto meritevole.

IL NULLA – L’articolo di Messori, salvo dare un vago appoggio e seminare consenso nel campo conservatore, parte sul nulla e arriva in un vuoto ancora più spinto; ed è un peccato, una ferita al cuore della Chiesa, che in questo tempo di grande travaglio per tutta la cristianità ancora qualcuno semini divisione attaccando l’attuazione dello Spirito, cieco al tempo che cambia e legato essenzialmente alle forme esteriori di una fede che, invece, ha bisogno di veri pastori tra la gente.

Andrea Bosio
@AndraNickBosio

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3 Risponde a I dubbi – insensati – di Messori su Francesco: provocazione e conservazione

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    Marco 25/12/2014 a 10:28

    Sono d’accordo al cento per cento con Bosio. Gli accenti ed i “dubbi” di Messori sono fintamente buonisti e mirati soltanto a sostenere apparati di potere soprattutto lombardi e romani; l’atteggiamento curiale pare ormai l’unico restato a Messori. Peccato.

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      Francesco 30/12/2014 a 00:27

      L’apparato di potere tedesco, invece, quello nessuno lo tocca. Sarà perchè i vescovi tedeschi (i più ricchi di tutto l’orbe cattolico) sono grandi sostenitori di Papa Francesco?

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        Andrea Bosio 03/01/2015 a 11:08

        Spero di ben intende il senso del commento, nel dare questa risposta.
        Credo che certe volte le questioni di politica ecclesiastica siano “solo” questioni di politica ecclesiastica; vedere collegamenti con le situazioni politiche laiche può deformare l’ottica con cui si affronta la questione.
        Riguardo la ricchezza – od opulenza – del clero tedesco, l’operazione di Francesco credo non sia affatto giunta al termine; d’altronde le rivoluzioni nella realtà accadono con i loro tempi e, pur brevi di fronte ai secoli di storia, appaiono comunque interminabili per chi vi assiste o prende parte. Papa Bergoglio sta cambiando la Chiesa è ha avviato un processo che difficilmente potrà essere arrestato; persone come Messori – che preferiscono il cattolico “non pensante” al cattolico che legge il Vangelo, solito retaggio tridentino – se ne rendono perfettamente conto e tentano di salvare il salvabile, magari di tornare indietro. Quella si che è politica di bassa lega: e i giochi di potere sono sempre in corso, anche nel clero e nell’episcopato.

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